Sono molteplici i motivi che ci danno ansia e preoccupazione in questo Natale del 2022. Il tema della possibile estensione della guerra inquieta i popoli d'Europa ma non i propri rappresentanti politici. Il braccio di ferro tra Putin e Zelensky si prolunga oltremodo anche per gli imponenti aiuti militari che gli Stati Uniti mettono a disposizione dll'Ucraina, non proprio disinteressatamente, per scopi non certo rassicuranti per la tutela dei confini russi da parte di una NATO in continua espansione. La notte del 24 quelli di Rai Movie hanno pensato bene di inserire nel palinsesto un vecchio film del 2005, Joyeux Noel - Una verità dimenticata dalla storia, che narra della "tregua di Natale" che si ebbe all'inizio della Grande Guerra -16 milioni di morti; 20 milioni tra mutilati e feriti, sia militari che civili- nelle trincee dell'Artois tra i soldati delle opposte fazioni e contro la volontà delle gerarchie militari. Un grande messaggio di pace e solidarietà tra uomini di diversa nazionalità in bilico tra la vita e la morte. Scrisse Ungaretti: "Si sta come/d'autunno/sugli alberi/le foglie" (Soldati, 1918).
Se poi diamo uno sguardo ai problemi di casa nostra, c'è da mettersi le mani ai capelli. Leonardo Sciascia ebbe a dire che amava soggiornare a Parigi perché ciò gli permetteva di sfogliare serenamente di prima mattina la Repubblica consapevole della oggettiva distanza che lo separava dai fatti del politicume italiano del momento. Non a caso, ricordiamo tutti il suo "né con questo Stato né con le Br", a proposito del sequestro Moro. Da allora il paesaggio politico del paese si è volto sempre più in farsa. Flaiano chiosava: "La situazione è grave, non seria". E, purtroppo, a distanza di decenni, stiamo ancora lì e anche oltre.
Le recenti elezioni politiche hanno sancito la vittoria, si direbbe per K.O tecnico, dell'estrema destra su un PD rinunciatario che ha gettato subito la spugna ("mai con i 5stelle!") evitando così, furbescamente, di confrontarsi con i problemi reali del paese e con la difficile situazione internazionale tranne poi, dai banchi dell'opposizione, avere la sfacciataggine di fare la morale al governo.
Intanto Giorgia Meloni ci raccomanda di rivalutare la lingua nazionale limitando l'uso di vocaboli stranieri. Torneremo a italianizzare il cocktail con coda di gallo? o ricordare Louis Armstrong come Luigi Fortebraccio?
Ne vedremo delle belle!
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