"So di non sapere" è una frase attribuita a Socrate. Be', se dovessimo calcolare l'evoluzione del pensiero filosofico a partire dalla succitata frase, trascorsi circa duemilaquattrocento anni fino ad arrivare alla seconda elezione di Donald Trump, potremmo forse argomentare che la filosofia non ha fatto molti passi avanti da quella prima enunciazione. Si obietterà che il tycoon non è un filosofo ma un affarista, ovvero uno che conosce l'arte di creare gli affari senza codici morali perché, come insegnò il suo mentore Roy Cohn, un avvocato senza scrupoli: "Non c'è giusto o sbagliato, non esiste una moralità, non esiste una verità con la v maiuscola. E' una finzione. Quello che conta è vincere. Nient'altro." Un film di questi giorni del regista iraniano Ali Abbasi, The Apprentice, spiega bene questo e molto altro di Donald Trump. La maggior parte dei nostri commentatori di punta con la sua rielezione azzarda una svolta storica con ricadute di segno incerto per tutti noi. Qualcuno ha anche accennato a un reset di ogni ideologia in quanto la coppia Trump-Musk con il suo pragmatismo metterebbe in forse la ragion d'essere dei partiti come rappresentanti del popolo.
Ma davvero il nostro destino sarà quello di schiavi del terzo millennio?
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