Risale al 2020 la presentazione della legge contro l’inquinamento in Sicilia e, in particolare, nella Valle del Mela. A redigerla l’On. Tommaso Calderone, Capogruppo di Forza Italia al Parlamento Siciliano, e il pentastellato On. Giorgio Pasqua. Tra le previsioni, parametri tabellari da rispettare (e di cui interrompere la violazione) e tutela della salute dei cittadini, oltre a sanzioni imposte, in tutti i casi di violazione, con i relativi proventi da destinare - fino al 40 per cento - al risarcimento di "chi subisce illegali emissioni in casa propria". Ne riparliamo, ora e ancora, a seguito delle recenti operazioni in atto alla raffineria di Milazzo dovute al riavvio dell’impianto del ciclo benzina che, il 6 agosto scorso, aveva subito un blocco. Fumo densissimo dalla torcia e grande preoccupazione. A decine le segnalazioni dei cittadini. Il tutto in piena stagione estiva, quando la cittadina di Milazzo trabocca di gente a dismisura.
Già all'epoca della presentazione del ddl l'Avv. Calderone - tra i promotori - scagliando parole dure ma, al contempo, propositive e forti, spiegava il motivo dell'opportunità di una approvazione imminente: «La Valle del Mela deve tornare a essere la valle del sole, la valle del mandarino, piuttosto che essere chiamata in modo macabro la valle delle parrucche, per l’elevata percentuale di malati di cancro. Questa definizione inaccettabile dobbiamo respingerla con i fatti, non con le chiacchiere degli ultimi quarant’anni, in cui, chi aveva la responsabilità di scrivere una legge che prevenisse tale piaga, si è sottratto».
Nonostante la necessarietà di una disciplina "salvavita", dunque, la proposta di legge venne da subito osteggiata. Non mancarono politici, i quali, - invece di appoggiare una legge che ambisce a tutelare la salute, il territorio e i cittadini, - vi si scagliarono contro. Politici il cui mandato deve essere, per sua stessa natura, sempre e comunque, svolto in favore dei cittadini - e mai contro! - senza predilezioni o esclusioni di sorta. Tuttavia, si arrivò a definire la proposta "incostituzionale, che ammazza l'impresa".
Il tempo passa ma la battaglia ad armi impari prosegue, non si arresta. Ad unirsi a quella che finora è apparsa, agli occhi dei parenti delle vittime, come una guerra donchisciottiana contro i mulini a vento, è Franco Arcoraci. Il regista e editore di Telespazio - canale 611 del Digitale Terrestre - è sceso in campo al fianco, e in sostegno, degli invisibili abitanti. Disposto a combattere per i cittadini, ingiustamente defraudati del diritto alla salute - costituzionalmente protetto e diritto inviolabile - l'ex poliziotto, è pronto a far scendere dalla poltrona dorata chiunque stia ignorando il problema o, peggio, stia impedendone la risoluzione con indifferenza o per incompetenza.
Chiede le dimissioni di chi di dovere, Franco Arcoraci, sparando a zero su chiunque dimostri incapacità e menefreghismo. «Il carissimo assessore Corsaro - racconta nel corso di una sua diretta social - dovrebbe sedersi in ufficio e firmare il decreto per l'attuazione della legge, che non danneggia i lavoratori. - rassicura - La legge - spiega - dice semplicemente che la raffineria deve mettere i filtri, deve mettere i soldi che guadagna sul nostro sangue. Noi paghiamo la benzina più cara d'Italia, noi ci paghiamo le cure per il tumore e non possiamo avere una persona, che non ci sostiene, che si chiama sindaco».
Sono alcune delle parole di Franco Arcoraci, il quale aggiunge: "Adesso, non rimane che attendere il dovuto riscontro da parte di chi detiene il potere di azione e di risoluzione del problema. Lo si deve alle vittime di una troppo lunga mala gestione e lo merita, a pieno titolo, chi non merita di respirare ancora, come se non fosse già abbastanza, l'aria malsana e irrespirabile che invade le case e che penetra nelle narici dei cittadini incolpevoli. Glielo si deve non foss'altro che per il fatto di detenere la qualità di esseri umani, e non di meri contribuenti. Basta nubi bianche nel cielo di Milazzo!"
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