Ci sarebbe la terapia e funziona, anche in breve tempo. Ce ne ha parlato il professor napoletano Giulio Tarro, allievo del grande Albert Sabin, l’inventore del vaccino contro la poliomielite. Tarro, più volte candidato al Nobel per la Medicina e insignito a dicembre 2018 del premio virologo dell’anno dall’Associazione internazionale dei migliori professionisti del mondo, è presidente della Commissione sulle biotecnologie della virosfera all’Unesco e autore di numerose ricerche presso le università statunitensi.
Nel giorno della premio una sua gigantografia capeggiò in Time Square a New York, ma sui giornali italiani non se ne trovò traccia. Il professore ha più volte criticato media e presunti esperti per la gestione della pandemia da Coronavirus. Sarà per questo che non fa parte di nessuna delle decine di task force italiane? Prima c’è stato Paolo Ascierto, dell’Istituto Pascale di Napoli che ai suoi pazienti ammalati di Covid ha somministrato un potente antinfiammatorio usato proprio per l’artrite reumatoide (Tocilizumab) ottenendo risultati strabilianti anche su soggetti già intubati, ora Tarro.
Professore, quando ne usciamo?
“Dovremmo dire all’americana: ieri!”
Perché ieri?
“Perché dovremmo già esserne fuori. E tornati ad una vita abbastanza normale. Siamo nel cuore del problema. C’è la terapia e non è l’uovo di Colombo”
Ah si!? Ma come?
“Mi sto battendo per la sieroterapia che è la cosa più naturale di questo mondo. E funziona! Ci sono studi e interventi che lo dimostrano ampiamente”.
Cioè?
“Cioè curarsi con gli anticorpi dei guariti. Si iniettano nei pazienti, anche quelli attaccati al respiratore o in situazioni gravi, 200 ml di plasma, e non ci sono problemi di incompatibilità, e le persone si salvano. In 48 ore non c’è più il virus”.
Ma chi lo dice ha pubblicato in merito degli studi scientifici?
“Io lo dico sulla base delle argomentazioni che lo possono dimostrare. C’è uno studio proprio dei cinesi che lo dimostra. Poi ho pubblicato a fine gennaio, anche io, su una rivista scientifica Usa uno studio simile e proponevo come esempio l’utilizzo di questo tipo di terapia per il virus del Medio Oriente, dove purtroppo c’era una mortalità molto più alta di questo Coronavirus”.
Ci spieghi meglio il principio di funzionamento della terapia…
“Le faccio un esempio: il discorso del vaccino qual è? Di poter poi far produrre al vaccinato gli anticorpi che lo debbono proteggere dall’eventuale virus. Con la sieroterapia gli anticorpi delle persone guarite vengono usati e introdotti nel paziente tramite il plasma”.
E cosa pensa di quello che ha fatto il professor Paolo Ascierto del Pascale di Napoli, che ai suoi pazienti ammalati di Covid, fin da subito ha somministrato un potente antinfiammatorio usato proprio per l’artrite reumatoide (il Tazimuldin) ottenendo risultati incredibili anche su soggetti già intubati?
“Si ottimo, infatti è uno dei pochi che ha fatto l’analisi giusta, ma qui con gli anticorpi siamo molto più avanti nella possibilità di cura”.
Se avessimo fatto le scelte giuste saremmo già fuori. Questo intende?
“Appunto!”
In Italia è usata?
“La sieroterapia viene attualmente usata con successo negli ospedali di Mantova, Pavia e Salerno. Ci siamo chiesti perché in Germania ci sono così pochi morti? Si sta usando sempre di più”.
Ma di recente ha parlato con il Corriere della Sera e non ha detto…
“Come no. Ho detto tutto nel dettaglio, anche spiegando la mia carriera, anche facendo capire che a Napoli c’erano gli unici che sul Coronavirus facevano la diagnosi giusta. Ma da quello che è uscito sul giornale, francamente, mi sono sentito preso in giro.”
“Addirittura ho raccontato uno dei miei grandi successi personali, documentato, di quando con la sieroterapia ho consigliato come curare Papa Giovanni Paolo II, Papa Wojtyła, con l’interferone per bloccare il cytomegalovirus, nell’81 dopo un’infezione post attentato. Non hanno fatto menzione di nulla. Ma montano davvero delle polemichette da niente”.
Ha visto lo studio di Montagnier e Perez sul Coronavirus che sarebbe da laboratorio?
“Lui ha fatto un’analisi statistico matematica del virus. Non è un’analisi che riguarda esclusivamente la genetica del virus. Ma devo dire questo, avendo visto sia il suo studio che altri. I cinesi hanno mandato subito uno studio negli Stati Uniti ma anche altri hanno studiato il virus dal punto di vista genetico. Ci sono ad esempio studi dei tedeschi a metà gennaio e degli australiani che hanno addirittura ‘coltivato’ il virus’ nelle cellule o l’Istituto Pasteur che a fine mese è ‘uscito’ sul tema.
Non c’è nulla che faccia pensare a qualcosa di fantascientifico, costruito in laboratorio. Non c’è nessuna prova sperimentale neanche di Montagnier. Niente! Il virus è un derivato dal pipistrello, presumibilmente attraverso un altro animale. Questo Coronavirus è addirittura un virus più semplice della prima Sars e ancora molto più lontano dalla seconda Sars, quella del Medio Oriente. E’ molto più vicino al pipistrello. E’ naturale. Ma ora con la sieroterapia possiamo debellarlo”.
Fonte: Affari Italiani
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