Se il Covid-19 ha lasciato qualche “strascico”, attenzione al cuore: chi soffre o ha sofferto di Long Covid ha una probabilità più che doppia di andare incontro a problemi cardiovascolari nei mesi successivi all'infezione rispetto a chi non ha mai avuto il Covid-19. Lo dimostra un'ampia meta analisi degli studi condotti sull'argomento, presentata oggi durante il convegno annuale dell'American College of Cardiology a New Orleans. È quanto si legge in una nota a firma della della Società Italiana di Cardiologia.
Gli specialisti della Sic invitano i pazienti con Long Covid a effettuare controlli regolari in presenza di nuovi sintomi respiratori o cardiaci. "Il Covid-19- raccomanda il presidente Sic, Pasquale Perrone Filardi- non è soltanto una malattia respiratoria, chi ha sintomi sospetti dopo aver avuto l'infezione deve approfondire per evitare conseguenze cardiovascolari serie".
I dati del nuovo studio, raccolti da 11 ricerche su oltre 5.8 milioni di persone in tutto il mondo, indicano chiaramente che il Long Covid mette in pericolo il cuore, aumentando il rischio cardiovascolare e quello di sviluppare sintomi come affanno, palpitazioni o dolore toracico rispetto a chi non ha mai avuto l'infezione. Studi precedenti hanno già dimostrato che il contagio da Sars-CoV-2 è associato a un maggior rischio per cuore e vasi: il danno cardiaco acuto è una delle complicazioni più frequenti di Covid-19, arrivando a riguardare dal 20 al 45% dei pazienti. Il nuovo studio invece mostra che sono ad alto rischio anche i pazienti con Long Covid, ovvero coloro che per 6 mesi dopo l'infezione acuta riportano sintomi come stanchezza cronica, dolori muscolari e articolari, difficoltà di concentrazione. "Le stime- prosegue- indicano che il Long Covid può colpire fino a una persona contagiata su 7 e i dati di questa meta analisi mostrano chiaramente che in questi soggetti è molto importante fare attenzione a eventuali segni di disturbi cardiovascolari. Secondo i dati il Long Covid aumenta da 2.3 a 2.5 volte le probabilità di sviluppare sintomi correlati a malattie cardiovascolari come dolore toracico, stanchezza, affanno, palpitazioni rispetto a chi non è stato contagiato".
"Tra le persone con Long Covid - sottolinea Perrone Filardi - è anche più probabile presentare alterazioni negli esami diagnostici, come i test sul sangue, l'elettrocardiogramma o gli esami di imaging come l'ecografia cardiaca o l'ecocardiografia con anomalie indicative di un aumentato rischio cardiovascolare o della presenza di disturbi". Lo studio, che include i dati di 450.000 persone con complicazioni cardiovascolari, ha analizzato anche pazienti che avevano già malattie cardiovascolari e per esempio erano state già vittime di un attacco cardiaco. Anche in questi soggetti, il Long Covid ha aumentato le probabilità di ulteriori complicanze, come ad esempio la fibrillazione atriale.
Infine, concludono gli esperti: "Questi dati sono un monito per tutti: dopo l'infezione Covid è essenziale approfondire qualsiasi eventuale sintomo insolito e monitorare con maggiore attenzione il rischio cardiovascolare dei pazienti, eventualmente prevedendo controlli cardiologici regolari in chi è più a rischio".
Fonte: Rai News
Fonte Immagine: Freepik
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