La “Giornata internazionale della Donna” è una di quelle ricorrenze più svilite e fraintese che si possano conoscere. Nata come giornata di memoria e di ricordo negli anni si è trasformata in una mera occasione di mortificazione della figura femminile e nell'ennesima manifestazione di consumismo.
Tra mimose e streaptease si è, infatti, perso il valore profondo di questa importantissima ricorrenza ricordata oggi non più come giornata di memoria ma come "festa", in altre parole come occasione in cui fare baldoria e nulla più.
La “Giornata internazionale della Donna”, invece, nasce dalla voglia di far memoria delle discriminazioni e delle violenze subite dalle donne di tutto il mondo e dalle lotte portate aventi per il riconoscimento di quelle conquiste sociali, politiche ed economiche che oggi ci permettono di essere libere di vivere la vita che vogliamo senza dover sottostare a quelle maschilistiche convenzioni culturali che per troppo tempo hanno afflitto il mondo femminile.
Tutto ebbe inizio nel 1908 quando in America le donne iniziarono a rendersi conto del loro potenziale e a pretendere uguaglianza tra i sessi partendo dalla richiesta di poter accedere al diritto di voto. Proprio in tal senso alcune donne iniziarono a riunirsi dando vita alla prima "Women's Day" della storia celebrata il 28 febbraio 1909 per manifestare proprio in favore del diritto di voto. Ben presto questa voglia di avanzare i propri diritti arrivò anche in Europa portando, due anni dopo, alla realizzazione delle prime "Giornate della Donna" organizzate negli stati del vecchio continente.
La prima guerra mondiale portò ad un'interruzione delle manifestazioni ma le rivolte russe del 1917 contribuirono a dare nuova linfa alle proteste femminili inserite in un contesto di rivolta generale che avrebbe cambiato la storia di quel paese portando al crollo del dominio zarista. Da lì l'eco delle proteste femminili si allargo velocemente fino a portare alla necessità di stabilire un'unica giornata che identificasse la voglia di ribellione delle donne a livello internazionale ed in tal senso si fissò per l'8 Marzo la data della "Giornata internazionale dell'Operaia", divenuta poi nel tempo "Giornata internazionale della Donna" eliminandone la connotazione fortemente politica e focalizzando l'attenzione prevalentemente sulla discriminazione sociale subita dalle donne di tutto il mondo.
Da quel momento non mancarono di certo le repressioni effettuate, soprattutto, verso i cortei femministi nell'intento di mettere a tacere una forza dirompente che si stava andando a formare unendo le donne di tutto il mondo. Da qui risulta facile intuire come l’interesse dei poteri politici ed economici sia stato sempre più quello di spostare gradualmente l'attenzione da un evento di memoria e riflessione ad un’occasione di baldoria in cui le prime fondatrici del movimento di protesta non si sarebbero mai riconosciute.
Benché oggi la posizione della donna nei paesi più evoluti sia quasi totalmente equiparabile a quella maschile, dovrebbe restare ancora la voglia di ricordare chi ci ha permesso di avere tutto ciò onorandone la memoria con la riflessione e la difesa, giorno per giorno, dei diritti di noi donne.
Io ho sempre vissuto in tal senso la "Giornata della Donna" come un momento in cui sentirmi fiera della mia femminilità grazie alle conquiste di chi mi ha preceduto. Vedere donne "in libera uscita" per un giorno che per questo si concedono ogni libertà, personalmente, mi ha sempre creato un certo fastidio mostrandosi ai miei occhi come lo specchio di una strumentalizzazione che vuole portare le donne ad uno svilimento della loro immagine e ad uno svuotamento dei contenuti che stanno alla base di questa ricorrenza.
In quanto donna se voglio delle libertà me le prendo ogni giorno con fatica e sacrificio, come qualunque altro essere vivente, maschio o femmina che sia, senza dover attendere un giorno in cui tutto è giustificato ed in cui troppo spesso la volgarità diviene unico emblema della giornata.
Nell'ambito di questo importante appuntamento per fortuna, però, non ci sono solo aspetti negativi ma c'è anche la voglia di un gruppo di amiche di dedicarsi un momento tutto per loro tra chiacchiere e complicità o ancora la voglia di prendere parte ad appuntamenti culturali e concerti organizzati in tutte le città. In tal senso va ricordata l'interessante iniziativa portata avanti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che anche quest'anno offre a tutte le donne l'opportunità di entrare gratis all'interno dei musei e degli enti culturali che dipendono da questo. Davvero un bel modo per trascorrere la giornata dedicandosi, magari insieme ad un gruppo di amiche, alla scoperta dello straordinario patrimonio artistico e culturale che possiede il nostro paese e che, in tal senso, è parte della nostra identità.
Fonte: redazione palermomania.it
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