Il tema della paura e dell’alterazione del network sociale, nei giorni di quarantena, è stato molto sentito.
Quello che stiamo vivendo nel multistrato della realtà sociale, sta generando un vero trauma diffuso preceduto da una isteria di massa. I bambini hanno alterato il loro necessario scambio sociale, i ragazzi il naturale atto formativo del carattere attraverso la ribellione adolescenziale. E’ di gran lunga aumentato il consumo di psicofarmaci e di suicidi.
Si osservano fenomeni sempre più frequenti di Bias Cognitivo: Ogni volta che succede qualcosa che abbia rilevanza individuale e contemporaneamente sociale, tendiamo inconsapevolmente ad adattare la percezione reale a quelle che sono le nostre convinzioni radicate, la nostra etica e le fondamenta del nostro campo della morale e del giudizio, arrivando ad interpretare una calamità naturale come un segno divino spesso correttivo nei confronti dei comportamenti dell’Umanità, un evento tragico punitivo da cui apprendere una “lezione”.
La paura poi, elemento chiave del disagio, ci porta ad accettare passivamente e anche con rispetto situazioni che a mente serena sarebbero drasticamente rifiutate o combattute. L’evidenza di un pericolo incombente, reale o virtuale, conduce un’ampia distorsione del campo di percezione cognitiva della realtà e conduce anche ad una grave distorsione morale del giudizio.
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