Oggi 3 maggio è la Giornata mondiale della libertà di stampa e dell’informazione, dedicata ai giornalisti sempre più spesso minacciati e limitati nel svolgere liberamente il proprio lavoro. La Giornata mondiale è stata istituita nel 1993 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dalla Conferenza generale dell’ UNESCO.
Secondo le intenzioni dei fondatori, la Giornata è un'opportunità per celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa; valutare lo stato della libertà di stampa in tutto il mondo; difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza; e rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita svolgendo il proprio dovere. Stando ai dati diffusi dal rapporto annuale di "Reporter Sans Frontieres", nel 2017 sono stati 65 i giornalisti deceduti nell'esercizio delle loro funzioni. Il barometro dell'organizzazione non governativa, relativo all'anno 2018, segna al 2 maggio quota 29 vittime, di cui 23 giornalisti, 4 citizen journalist e 2 collaboratori.
Quest’anno verrà assegnato un premio speciale al giornalista egiziano Mahmoud Abu Zeid, arrestato ad agosto 2013 mentre raccontava gli scontri avvenuti al Cairo fra le forze di polizia e i sostenitori dell’ex Presidente Mohamed Morsi. Maria Ressa, presidente della giuria che ha selezionato i candidati al premio, ha dichiarato che questa onorificenza è un tributo al suo “coraggio, resistenza e impegno per la libertà di espressione” .
Il 3 maggio di ogni anno, in concomitanza con la Giornata della libertà dell’informazione, l’Unci (Unione nazionale cronisti italiani) ha deciso di celebrare a partire dal 2008 la Giornata della memoria dei giornalisti italiani uccisi nel dopoguerra dalla criminalità mafiosa e dal terrorismo. La Giornata si svolge sotto l’Alto patronato del presidente della Repubblica. Una corona in memoria dei giornalisti ammazzati e delle vittime innocenti delle mafie verrà deposta davanti al Muro della Legalità, che contiene il Pannello della Memoria di Ossigeno (raffigurante i ventotto giornalisti italiani uccisi a causa del loro lavoro) e la grande lapide su cui sono scolpiti i nomi di 900 vittime innocenti delle mafie.
Proprio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto mandare un messaggio ai giornalisti italiani: “Desidero esprimere anzitutto i miei sentimenti di vicinanza e di solidarietà ai familiari, agli amici, ai compagni di vita e di lavoro, che hanno visto spezzare l’esistenza di un loro caro. La ricerca della verità, con tenacia, coraggio, intuizione, intelligenza, rigore, ha accompagnato l’impegno di persone consapevoli, che hanno messo la loro professionalità al servizio della crescita della società. Ed è proprio grazie a questi uomini e a queste donne, al loro lavoro, che, dove prima vi era diffusa omertà, ora spesso sono presenti simboli delle associazioni impegnate contro la mafia. Dove vi era silenzio dettato dal timore, o dalla connivenza, ora vi sono le parole, forti e coraggiose, dei nostri ragazzi. Dove c’era indifferenza o rassegnazione, ora si insegna la legalità. Una nuova stagione di violenze contro la stampa, in Italia, in Europa, nel mondo, sembra riaffacciarsi: ancora oggi aggressioni e intimidazioni minacciano il lavoro di quei cronisti che non si piegano alla logica di interessi e poteri illegali e della criminalità, recando così un contributo rilevante alla causa della democrazia”.
“Occorre sostenere il loro lavoro -avverte Mattarella- perché difendono dall’aggressione la nostra vita sociale e la nostra libertà personale e familiare, attraverso l’informazione libera e corretta. Occorre proteggere le loro voci che rifiutano ogni sopraffazione. La libertà di informazione, come attesta la nostra Costituzione, è fondamento di democrazia”.
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