E che dire del tuo peso
trasparente,
della tua voce che raggiunge
il mio sostare.
Osservo, il lento movimento
sempre uguale,
lo stesso che mi passa a fianco
e mi commuove.
Che dire del tuo lontano
ritornare,
carico di gioia, pesantezza e,
dolore.
Hai con te di tutto
guizzi di luce, baci salati e,
sangue umano e,
non ti scomponi dal tuo peso trasparente,
hai qualcosa di umano
trattenendo il dolore quasi
in una mano,
nello sguardo di un bambino a te vicino
che tocchi dolcemente, piano piano.
Caterina Ignoto
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