A quanto pare l’anno appena trascorso ha dato realmente fiato all’antico detto, e non si è affatto smentito. Tuttavia è d’uopo osservare che i guai non sono nati in un solo anno, e non sono ancora finiti. Ma vediamo di capire cosa ci aspetta attraverso l’analisi della nostra attualità. Proprio il discorso di fine anno, per la verità poco convincente e innovativo, del Presidente della Repubblica, apre spunti di riflessione sulla triste realtà che dovremo affrontare nel nuovo anno che, pur non essendo bisesto, non promette ancora l’imminente ripresa economica della nostra amata Italia. Al centro del discorso, dunque, la nota crisi economica, una crisi, come già si è detto, senza precedenti, che nel corso del 2012 l'Italia ha dovuto energicamente combattere, e da cui ancora adesso non è completamente uscita. A questo grave problema occorre aggiungere che la fiducia persa, da parte dell’opinione pubblica, nei confronti delle leadership politiche non è stata ancora ritrovata, e si vive nell’instabilità e nella confusione più totale anche su questo fronte. Ma, secondo il presidente Giorgio Napolitano, nel corso del 2013 ci sarà la possibilità di creare, nel bilancio pubblico, dei margini di manovra per alleviare le difficili condizioni della parte più debole della società italiana. Questo, in buona sostanza, il messaggio più forte del discorso di Napolitano, che ha rivolto particolare attenzione, e sentimenti di pietas, alle fasce più deboli del Paese che ha avvertito, più di tutti, il peso e le gravissime, in alcuni casi, conseguenze della crisi. Ma è davvero finito l'anno peggiore della storia repubblicana da sessant'anni a questa parte?
Sul fronte della politica. É già tracciato lo scontro frontale tra una coalizione ancorata alla destra e una coalizione ancorata alla sinistra, anche se il cadavere della Seconda Repubblica non è stato ancora sotterrato. Appare, infatti, incredibile che Silvio Berlusconi che nel 1994 irruppe da outsider nella scena politica italiana e stravinse le elezioni, continui a imperversare girando per canali televisivi quasi pretendendo una commissione di inchiesta sul perché il suo governo fosse stato esautorato nell'autunno del 2011, come se non ricordassimo le opere di quel governo. E, cosa ancor più strana, a dir poco, è che riceva ancora, da parte dell’elettorato, margini di credibilità.
La coalizione ancorata alla sinistra, e data per sicura vincente, ma mai dire mai, delle prossime elezioni per lo meno alla Camera, è purtroppo quella di sempre. Brave persone, per carità, ma di cui non si capisce bene cosa possano fare, non avendo manifestato chiari programmi politici, oltre che promettere una seria patrimoniale. E ci si chiede quanto un leader riformista come Pierluigi Bersani, non sarà, infine, condizionato dalla pressione dei sindacati, di Fassina e da Nichi Vendola. Quest’ultimo pare ignorare, o non aver capito, che siamo in presenza della più devastante crisi economica nella recente storia dell'Occidente. E gli altri, come i Grillini, lasciano ancora poca credibilità e dubbi sul loro possibile operato.
La morsa fiscale sui contribuenti onesti ha infine impoverito il ceto medio per redditi e abitudini, il ceto che di fatto è stato e potenzialmente sarebbe il motore della nostra economia e del nostro costume anche culturale non ha più potere d’acquisto, ed ecco il crollo dell’economia in ogni settore. Sul piano del risparmio, invece, è noto che non si riesce più a risparmiare, come si faceva un tempo, magari in vista di anni peggiori. Comprare una casa da 100 metri quadrati, in un quartiere decoroso? Impossibile, perfino immaginarlo.
La pensione è diventata una divertente e tragica utopia. Vignette e locandine, con scheletri alle scrivanie degli uffici, impazzano sui social network, a significare che di lavoro si muore. E questo è, e rappresenta, un oltraggio a fronte degli immeritati privilegi come le baby pensioni dei parlamentari,per brevi, se non addirittura brevissimi, periodi lavorativi. Questo dovrebbe essere, anche per dare un forte esempio a tutti gli Italiani lavoratori e onesti, uno fra i primi provvedimenti del nuovo governo. Intanto, per tutti gli altri, si andrà in pensione con due o tre anni di lavoro in più rispetto al passato.
Sul piano del lavoro. Posto fisso? Già la ex ministra Fornero ci ha abbondantemente delucidati e anche offesi nel merito, ricordando a noi, e ai nostri figli choosy, che il posto fisso non esiste più, poiché divenuto inconciliabile con le realtà delle economie moderne, dove i lavori oggi ci sono e domani no. Da questo scaturisce anche una certa sfiducia nei confronti della stessa istruzione, e non a torto, ben riflettendo. Non si capisce più, infatti, se valga la pena mantenere i figli a studi universitari che poi non hanno sbocchi nel mondo del lavoro, specialmente le lauree triennali, con le quali si rimane fuori da qualsiasi mercato.
E per finire la Sanità pubblica, tasto dolentissimo e i cui costi sono divenuti impossibili in un paese che sta invecchiando, e non ce la fa più a sostenerli.
A questo quadro, già di per sé poco incoraggiante, c’è da aggiungere la crisi dei valori in ogni campo. In quest’ultimo anno si è avuta l’impressione di un mondo totalmente schizzato, perfino laddove non ce lo saremmo mai aspettato. Stalking, femminicidi, pedofilia, delitti eccellenti e irrisolti, politici corrotti, soubrettine al potere, scandali in ogni dove, hanno prodotto ancor più sconcerto e sbando totale. I moderni mezzi di comunicazione ne hanno accentuato la divulgazione di massa, spesso non completamente verificata da autorevoli e ponderate analisi, lasciando perfino libero arbitrio interpretativo, arricchendo ancora di più il sentimento di abbandono per la mancanza di protezione da parte di uno Stato assente anche in quest’ambito.
Anche sul piano della Giustizia, abbiamo assistito a sentenze davvero destabilizzanti e inquietanti.
Alla luce di queste tristissime e allarmanti analisi, non mi sembra, e di certo non è, la soluzione definitiva essere usciti dal 2012. Ci saranno, purtroppo, ancora tanti sacrifici da affrontare; già si parla di nuove tasse con nuove sigle e di vari rincari, in ogni dove, proprio in questo inizio del nuovo anno: c’è davvero poco da stare allegri! Speriamo soltanto di poterli sostenere, magari con l’aiuto di nuovi volti della politica assolutamente credibili, e di cui ci fidiamo totalmente. Già, perchè la fiducia potrebbe essere il nodo centrale e più forte di qualsiasi politica, di programmi o discorsi più o meno convincenti. Gli Italiani non ne hanno più. Dobbiamo ritornare ad avere un certo timore reverenziale per chi ci rappresenta e governa. Insomma serve una prepotente azione di pulizia, un esempio chiaro di autorevolezza. A ben rifletterci è stato questo, il seppur circoscritto, successo di Mario Monti. Un uomo che, nonostante le deleterie e pressanti azioni fiscali, ha trovato e trova consensi perché risulta il più credibile, il più perbene, addirittura come il salvatore della Patria: insomma la facciata onesta, autorevole e severa da presentare ai paesi europei. Tutti i nostri politici sono dunque così corrotti e incapaci di governare questa nostra, sofferente, Patria? Sembra impossibile e perfino incredibile! Ma di fatto così è stato ed ancora è! Forse l’unica verità è che sono solo stati assorbiti e fagocitati dal vortice dei vari faccendieri. In conclusione, alla luce di quest’analisi, con saggezza e ponderata riflessione, vi auguro un sereno 2013, anno non bisestile, è già qualcosa! Speriamo di cavarcela e ricominciare il cammino della rinascita. Per i tempi felici dobbiamo aspettare ancora un bel po’.
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