Non pensavo di scrivere contro il Festival di Sanremo, anche se non rinuncerei mai a vederlo, nonostante tutto e tutti, perché amo visceralmente la musica. Certo, fa male assistere a tanto spreco di denaro, anche a fronte della tremenda crisi economica che ci attanaglia; ai più sensibili fa male e innesca pensieri di condivisibile rinuncia. Ma tutto ha concertato affinché ne parlassi, o meglio scrivessi. Per la verità, stavo preparando un articolo sul romanzo della giovane scrittrice Silvia Avallone dal titolo “Marina Bellezza” quando, improvvisamente, tutto torna. E mi rendo conto che devo assolutamente scrivere di un gravissimo disappunto sul Festival di Sanremo di quest’anno. Sarebbe davvero complicato da spiegare, ma vi prego di credermi. Sappiate comunque che mai nulla accade per caso! Proprio da “Marina Bellezza”, infatti, bel romanzo di cui magari redigerò in altra occasione, parte lo slogan di Sanremo 2014 che vorrebbe, a suo dire, celebrare la bellezza come filo conduttore di questa 64esima edizione, oltre che il compleanno speciale della Rai nata il 3 gennaio del 1954. (Anche se della Rai ormai c’è rimasta solo l’ombra di quello che fu!). Tuttavia, quest'anno, pare che ci sia da ben sperare. É emersa la visione di un Festival di qualità, di un ritorno alla buona musica, e sono già trapelati i nomi degli ospiti che contemplano grandiose riapparizioni come Claudio Baglioni, Raffaella Carrà, Renzo Arbore, Gino Paoli, Franca Valeri, Enrico Brignano… E si apprende che è in preparazione un graditissimo omaggio al grande Maestro Abbado, recentemente scomparso. Mentre, tra gli ospiti musicali: Paolo Nutini, Damien Rice e Cat Stevens, oltre a Rufus Wainwright e Stromae. Ed ecco la causa del mio articolo al veleno: Rufus Wainwright! Per chi non lo sapesse la sua canzone “Gay Messiah” è considerata blasfema perché annuncia l’arrivo di un messia omosessuale. Alcuni hanno lanciato addirittura accuse di satanismo. Ci eravamo accorti di essere in una fase terribile e di non ritorno; ci eravamo accorti di un’umanità senza valori, di continui attentati alla famiglia e alla sua naturale consistenza, ma che si potesse arrivare alla blasfemia, in una Tv pubblica e di Stato, è davvero inaudito! E di un cattivo gusto senza eguali. Se la vamp Litizzetto e il povero Fazio sono incapaci di capirne la gravità, divorati dai fiumi di denaro e fumi di successo; che ci pensino il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, e il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. E per solleticare la loro sensibilità mi appellerò soltanto a questioni di marketing, senza toccare le corde del cuore, giacché pare essere fuori moda e fuori dalla logica umana, il cuore! Immagini, signor Presidente, quanti fedelissimi anziani cominceranno a pensare di aver pagato, proprio di recente e in questi tristissimi tempi, una cifra per il canone Rai sproporzionata per vedere questo scempio di spettacolo volgare e blasfemo.
Egregio Direttore Gubitosi, a Lei invece vorrei ricordare che, pur essendosi adeguato ai tempi moderni, il Festival di Sanremo ossia della Canzone italiana, simboleggia l’ascolto della Musica con la visione della Famiglia seduta attorno ad un tavolo, davanti alla Tv, mentre cena con i bambini ascoltando le canzonette! Canzoni allegre, melodiche e anche un po’ rock! Che dovrebbero unire, e non disgregare, le famiglie e tutti gli Italiani di orgoglio nazionale, al fine di diffondere l’Arte che solo la nostra Musica può offrire al mondo intero, come ai tempi di Modugno con "Nel blu dipinto di blu", e di tanti altri indimenticabili artisti. E poi, la musica italiana é un bene di consumo popolare che, come pochi altri, riflette l'immagine che la società vuol dare di sé. I beniamini della canzone condizionano atteggiamenti, modi di vestire, di pettinarsi, riproducendo figure imitative di se stessi. Il cantante diventa il simbolo di un momento della storia e del costume della nazione.
Un ospite come Rufus Wainwright, egregio Direttore, gentile Presidente, è di una gravità inaudita e non si può assolutamente tollerare in un Paese perlopiù cattolico e sede del Vaticano. Sarebbe un infausto, gravissimo errore! Foss’anche soltanto un'operazione di marketing.
Marina De Luca
Ecco il testo della "canzone" Messia gay.
“Lui allora rinascerà dal porno degli anni 70 indossando calzini a tubo con stile e un sorriso davvero innocente meglio pregare per i vostri peccati meglio pregare per i vostri peccati perchè il Messia Gay sta per venire* simboleggia
Lui cadrà da una stella Studio 54 e apparirà sulla sabbia della costa dell’Isola di Fuoco meglio pregare per i vostri peccati meglio pregare per i vostri peccati perchè il Messia Gay sta per venire*.
No non sarò io essendo io Rufus il Battista No io non sarò colui che viene battezzato nello sperma. Cosa succederà invece qualcuno chiederà la mia testa e allora io mi inginocchierò e glielo darò** guardando in basso meglio pregare per i vostri peccati, meglio pregare per i vostri peccati perchè il Messia Gay sta per venire*”.
Non c’è altro da aggiungere.
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