"Abasciù", una divertente commedia presentata al teatro Crystal di Palermo, con gli eccezionali Agostina Somma, Gaspare Sanzo, Rosalba Bologna e Giovanna Carrozza con il testo e la regia di Anna Mauro e la scenografia di Domenico Scarano, affronta in modo leggero e molto terreno il tema della dipartita, e più precisamente quella fase tanto descritta della premorte nel Tunnel, dove si rivivono le esperienze e le emozioni provate durante tutta la vita. In questa fase, due coniugi di mezza età, Agostina Somma e Gaspare Sanzo, si ritrovano a transitare nel sottile filo tra la vita e la morte a seguito di un incidente stradale. É qui che incontrano parenti defunti e persone sconosciute, anch’esse defunte, oltre il contatto con entità superiori come il “caronte” della situazione, uno spirito guida bizzarro e un po’ sulle sue, che dovrà aiutarli nel trapasso, e nel contempo riuscire a diventare un angelo con tanto di ali. Il climax è assolutamente ironico e divertente rispetto alla tematica trattata, tuttavia per lo spettatore, esperienza diretta, nasce a livello inconscio una riflessione sulla propria esperienza terrena e su una possibile prematura eventualità di morte.
É presente dunque una revisione olografica, sollecitata in chiave divertente, di tutta la propria esistenza, quasi se ne dovesse fare un bilancio, interrotta dai vari richiami alla vita terrena provocati dai medici rianimatori che tentano in tutti i modi di riportare gli sfortunati coniugi in vita. La traghettatrice appare inesperta e incapace nel suo delicato compito. É, infatti, un’Entità superiore che spesso la richiama al fine di trovare la giusta strada da seguire, rimproverandola bonariamente di non saper affrontare la situazione fra i due adirati coniugi, e dunque mitigare i ricordi di una quotidianità litigiosa ed irascibile e far sì che marito e moglie ritrovino infine i sentimenti che in passato li avevano uniti. Ma il compito è molto complesso per questa traghettatrice troppo edotta ed evidentemente imbranata per la “genuina” coppia ostentatamente ignorante. Fra dialoghi coloriti, nella fase di premorte, dove i due si rinfacciano il fallimento della loro vita coniugale, si arriva alla conclusione: i due muoiono e dovranno offrire, adesso da defunti, il rendiconto della loro esistenza. Ecco che si rivedono nella nuova dimensione, ma non si riconoscono più, sono due anime perfettamente estranee l’una all’altra. Ma fra queste due anime inizia un dialogo che li porta ad attrarsi di nuovo fino a riconoscersi e a rivolersi ancora insieme e innamorati. Questo finale, non tanto a sorpresa per la verità, è la morale di ogni opera teatrale, anche in chiave comica, dell’autrice Anna Mauro. Il messaggio è: il vero amore non muore mai, e ciò che è stato veramente importante ritorna sempre.
Chissà se il passato ritorna anche nell’aldilà, quando è stato vero Amore.
Marina De Luca
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