Gli scenari politici a cui abbiamo assistito passivamente in questi lunghi mesi altro non sono che la conferma della globale distorsione del sentimento politico. La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politicanti di oggi. Ma ce li vedete un Salvini e un Di Maio governare insieme? Mi sembra pura utopia. Ma pare, visti i risultati elettorali, che non esistano altri in grado di governare e riportarci a galla nei sentieri di una reale pulizia cosmica. L'inquinamento non è solo atmosferico, è soprattutto nelle nostre identità. Come scrisse George Orwell ‘I pensatori della politica si dividono generalmente in due categorie: gli utopisti con la testa fra le nuvole, e i realisti con i piedi nel fango', niente di più vero! E ritengo che la scelta di questo aforisma calzi a pennello. Siamo apparentemente nella commistione fra due fronti di pensiero e di azione. Nessun sentimento, come sempre, rivolto all’umanità che soffre, che patisce la fame, la disoccupazione etc. e che attende speranzosa un governo che identifichi l’Italia; solo gente sorda, assetata di potere, che gioca a Risiko per salvare interessi personali. E' per tale ragione che insiste il sentimento di ribellione popolare contro la classe politica dirigente attuale, il cosiddetto populismo, che di fatto non ha prodotto risultati degni di reale cambiamento. Ciò è confermato dal fatto che questi movimenti non intendono allearsi in Parlamento con nessuna forza politica esistente, neanche sui temi valoriali. Tuttavia nascendo dalla rabbia, spesso giustificata e comprovata, mancano di una base politica o, magari, di un reale pensiero politico organico basato sulla costruzione di un progetto consolidato.
I populisti non rispondono alla domanda di quale modello di società vogliono privilegiare e accentuano questo loro deficit ignorandolo. Occorre pertanto sensibilizzare la pubblica opinione sulla Questione Politica, specialmente se presto torneremo a votare. Non è più tempo di errori, ma di severe valutazioni. Ormai è manifesto che alla politica attuale non interessa il confronto politico basato su critiche argomentate e condivise in grado di produrre cambiamenti positivi. Sempre se questo governo nascerà si occuperà di qualche punto in comune, delle urgenze, e intanto affilerà le migliori armi per le prossime elezioni. Sarà una vera e propria gara di propaganda e marketing! Lo abbiamo già appurato nelle attuali tristissime legislature. Ed è per tale logica che il potere politico e quello legislativo hanno vistosamente fallito. E non ha più senso niente! E nessuna giustificazione formale può cambiare la coscienza della storia di un paese ormai fallito, deriso dall’Europa e non solo per motivi economici, un paese meschino che non dimostra di avere nessuna personalità politica che abbia etica, regole, ciò che vige alla base di ogni sistema governativo degno di considerazione.
La mia pesante riflessione è che siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi con sistemi politici diversi. Forse si potrebbe iniziare con lo scegliere un candidato con un progetto politico vero, un candidato che ha già dato dimostrazione di sapersi muovere sul territorio nazionale e non solo con le parole. Un candidato onesto, con la capacità di elaborare progetti ad azione politica. Allora forse anche gli italiani che vanno a votare, intesi lungo tutto lo stivale, dovranno rivedere la loro personale morale e riattivarla ognuno nel proprio ruolo e territorio di appartenenza. Esattamente come in Inghilterra, in Francia o la stessa America, dove i curriculum sono estremamente importanti per l’accesso alla politica attiva, laddove in Italia, invece, ci si è sempre affidati alla pratica, ai favori, alle amicizie... o magari al personale tecnico dei ministeri, spesso di gran qualità, ma altrettanto spesso di formazione giuridica più che economica. La politica, invece, dovrebbe essere una vera nobile professione, una tenace sfida a tutela del proprio stato. E a fronte di questo radicale cambiamento di scelte umane e di formazione, ci vorrebbe anche quello di natura economica, un esempio di lealtà nei confronti del popolo che si governa. Sarebbe ora di finirla di autovotarsi i privilegi, gli intoccabili vitalizi che fanno uscire di senno solo se per caso nominati. Basta con le retribuzioni d’oro! Una retribuzione, anche di alto livello, non dovrà mai essere esagerata e sproporzionata rispetto ad una media nazionale, e soprattutto scevra da qualsiasi privilegio se non strettamente reale ed esclusivamente legato all’attività svolta. Infine, si dovrà applicare un trattamento economico e fiscale uguale a quello di chi deve lavorare un’intera vita per sudarsi una misera pensione. E' un dovere nei confronti degli italiani. Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di gente onesta. Osservare, sentire, ascoltare… il nostro Bel Paese fallito che mette tasse su tasse perché non ha risorse né intelligenze per uscire fuori dal baratro, è un dolore che si rinnova quotidianamente. E adesso? Non ci resta altro che sperare, anche se non so dirvi in che cosa.
Marina De Luca
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