Sono solo un’italiana media, lavoratrice e con mille pensieri, come tanti. La mia analisi pertanto vi potrebbe stupire perché esce fuori dai soliti canoni di preparazione politica. Essa vuole esprimere il sentimento popolare di chi si reca alle urne e vota nel segreto di quel separé; e dell’idea che si fa durante i dibattiti politici – per lo più incomprensibili. Premetto, con la massima sincerità, che non ho votato perché non mi sono riconosciuta in nessuno schieramento politico, tanto da donare il mio voto. Faccio parte, dunque, della percentuale degli assenteisti che farebbero bene a riconsiderare con più attenzione. Questa la dice lunga sul personaggio che incarno: non sono una facile preda. Mi reputo, però, una persona corretta e rispettosa dei miei e degli altrui ideali, senza mai scadere nella volgarità. In parte credo che il mio malumore sia più popolare di quanto ritenessi; e lo si è evinto dallo stesso risultato elettorale che, come non mai, è assolutamente contro ogni logica di oggettiva governabilità. Ma l’aspetto che vorrei evidenziare di più, e che mi ha lasciata completamente basita, è stato il comportamento dei leader perdenti dopo i risultati. Una cosa che detesto è l’ostentazione perfino quando questa è a pieno titolo, figuriamoci quando è praticamente ingiustificata. A tal proposito mi vengono in mente certi vissuti che mi suscitano abbondante ilarità, ma non è il momento, purtroppo, delle risate. Ed ecco giungere, contro ogni dato di fatto, le “illuminate” dichiarazioni dei leader degli storici partiti che, naturalmente, continuano sempre a vincere e minimizzare sui propri insuccessi. Una forza soprannaturale li spinge a capovolgere la realtà, mentono perfino a se stessi pur di mantenere l’ancestrale popolarità. Ma come fanno a non avere capito il disagio di un intero popolo? Forse, mi dico, perché avvolti da troppi esclusivi e inopportuni privilegi, così tanti da rendere arido il loro cammino di vita. Chi ha troppo non capisce più le sofferenze e le esigenze di chi, invece, non ha quasi più niente. Antepongo che reputo utilissime le classi sociali, perfino nell’ottica di una crescita e un miglioramento personale. Odio qualsiasi forma di appiattimento e considero la – sana – competizione uno stimolo al progresso. Ma questo punto di vista, assolutamente condivisibile, è lontano dalla realtà di questi nostri giorni, dove da una parte c’è assoluta ricchezza e sperpero sconsiderato; e, dall’altra, si stenta a vivere il quotidiano arrivando perfino a gesti estremi, così come la cronaca ci ha tristemente informati. Io dico solo: VERGOGNA! VERGOGNATEVI! Avete anche questo peso sulle vostre coscienze! Uno Stato democratico, degno di tale definizione, deve provvedere ai propri sudditi o cittadini, che dir si voglia, con responsabilità e oculatezza; preoccuparsi attivamente dei bisogni primari e del loro benessere psicofisico; della loro formazione etc. Questo disagio è stato così profondo che eccolo emergere attraverso le parole di chi ha utilizzato l’unico linguaggio comprensibile, il famoso populismo, da chi non ne può più di paroloni e false promesse.
E, dunque, ecco il nostro comico, poeta, narratore, e tutto ciò che si vuole, entrare a testa alta nelle fila della politica attiva. Insomma è lapalissiano ed innegabile che l'unico che ha realmente vinto è stato Beppe Grillo: dato oggettivo, numerico e politico. Ha incarnato, ripeto, la voglia di cambiamento della gente e la viva protesta, espressa nel voto segreto, dentro l’urna, magari accompagnato ad un gesto di pura soddisfazione. Ecco perché oggi Grillo dice NO a qualsiasi “avance” o connubio politico. Sarebbe come rinnegare se stessi e l’operato per cui è giunto ai vertici della politica attiva senza iter tradizionale e perfino col disprezzo dei titolati leader che oggi si ritrovano in cerca di nuove occupazioni, non certo per povertà, ma per mantenere il loro stra-potere e il loro stra-prestigio. Hanno pensioni d’oro che possono sfamare intere e future generazioni di figli e pronipoti. A tal proposito, ecco l’altra vergogna italiana: il cumulo delle – loro - esclusive pensioni. Durante l’urgente governo tecnocratico salva Stato (?) Monti, hanno avuto solo il tempo di lavorare e studiare per i tagli ai poveri. Per modificare il loro status di assurdi privilegi, hanno, invece, proclamato serie difficoltà di revisione perfino della nostra Costituzione, per cui sarebbe occorso molto più tempo. Menzogna! Le leggi contro i poveri le hanno fatte in due sedute: la sola e unica verità è che non hanno voluto rinunciare ai loro esagerati emolumenti, fuori da ogni logica sociale.
Ma chi ha vinto ancora e ancora?
Il rispolverato Berlusconi, che nessuno mai vota ma è sempre onnipresente. Vi sorprendete? No, è solo merito del suo acume, della sua innata leadership e del suo fortissimo marketing. I condoni e le promesse di rimborso funzionano sempre, e sapete perché? Perché c'é un'altra parte di Italia che, suo malgrado, non ha avuto altre alternative. Ha sperato, sul punto di fallire per le maledette cartelle esattoriali che non ha magari potuto e non voluto pagare, o per quella casa costruita abusivamente sul terreno del nonno, di rientrare o riproporsi sul mercato del lavoro. E ancora: via le – vergognose - ganasce fiscali! Sei già a terra e ti levano pure la possibilità di guadagnarti – automunito - un pezzetto di pane? E per concludere, via la supertassa, oggi IMU, dalla prima casa già strapagata alle banche usuraie e sempre pronte con la mano tesa a saccheggiare. Mi dispiace dissentire dai più, ma penso che la colpa non sia di Berlusconi, ma dei partiti che non si sono fatti votare, rigidi nei loro impopolari – perché esagerati - schemi fiscali. Ma lo capite che gli italiani non possono più pagare tutte queste tasse? L’Italia è l’unico Stato dell’unione europea dove si strapaga!! Il buon politico attento e vigile ai bisogni dei cittadini si pone serie domande sul successo e sulla potenza mediatica di un leader, per giunta discutibile, invece di chiamare tutti quelli che lo votano fessi o fascisti.
Bersani perdente, ma dov'è la novità? Vediamo di capire perché la sinistra, sia pure moderata, spaventa. Forse è la paura di vedere i propri sacrifici sparire dissanguati da chicchessia e senza reale ragione di Stato. Nel pensiero di un Italiano medio, che ha votato la vita al lavoro e al sacrificio e spera di lasciare quello che ha ai propri figli, una piccola casetta al mare, costruita in un momento favorevole o un conto in banca o un piccolo gruzzolo frutto di sacrifici e reali rinunce, rappresenta la meta di un’intera vita dedita al lavoro e anche ad un credo. Ma loro che ne sanno? Aprono le loro fameliche bocche e come predatori chi si è visto si è visto. E concludo l' analisi di una che, per fortuna, capisce davvero poco di politica attiva, valutando la solita scarsa credibilità nei riguardi di un progetto politico e tattico che quasi non si è avvertito. Non si capisce, e sembra perfino andare contro uno Stato dinamico ed intelligente, l’utilizzo del redditometro, sempre e solo per il popolo assoggettato privato perfino della sua privacy. Ma fra le loro fila ci sono capitani di imbarcazioni intestate a società estere, come tutti ben sappiamo. Ed infine, a mio modesto avviso, è stato punito l'aspetto di presunzione e di ostentata superiorità del PD. Riescono sempre a farsi del male, e quando qualcuno sottolinea la loro poca apertura verso l'esterno viene tacciato di poca intelligenza: passare il tempo a farsi belli e applaudirsi tra di loro non serve. L'Italia imparziale licenzia la presunzione.
Caso Monti. Si perché sempre per l’italiano medio è il caso. Gli ho creduto, ho pensato che gli avevano lasciato la patata bollente ed ecco che il povero – si fa per dire – governo tecnocratico si dà da fare e taglia dove capita per la ragion di Stato. Pazienza, mi ripeto che sarà un anno duro, ma non saremo mai come la Grecia! Ancora sacrifici, ma salveremo i nostri figli. Non mi sta bene pagare le colpe degli altri, ma per amor di Patria ingoio l’amara realtà. E poi? Eccolo rinnegare tutto e vederlo candidato premier con una coalizione ritenuta traditrice per il passato politico. Insomma, sapete cos’è parso sempre a noi mediocri? Una coalizione di fasulli. E quindi la sonora bocciatura. Avrei voluto stabilità, credibilità e verità, ma mi rendo sempre più conto che si va verso l'ingovernabilità, con il rischio di ritornare alle urne a breve. Ma attenzione: la gente è stanca e i mercati ci stanno dichiarando guerra, e le sorprese potrebbero essere ancora più eclatanti. Per non parlare delle tristissime critiche estere. Per una volta dovreste pensare al bene comune, evitando la potenziale catastrofe già annunciata. Concludo con un'amara considerazione: il mio partito non esiste, non c'è più il noto in medio stat virtus, ormai da tanto tempo. Forse il bipolarismo non può essere un modello italiano e si è già concluso, ma gli analisti politici non l'hanno ancora capito. E già che ci penso, siamo pure senza Papa …
Peccato che a votare saremo sempre noi, il popolo sovrano, e che non vi potete accordare e votare fra di voi. Sarebbe utile che lo teneste sempre vivo nella mente.
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