“In hoc signo vinces”, con questo segno vincerai! Chi ha studiato la storia sa bene a cosa mi riferisco. In questo caso alla Crociata d’Amore di Rossella Accardo, l’amore di una madre che non si è mai arresa, neanche dinanzi alle più crude difficoltà che avrebbero terrorizzato qualsiasi essere umano. E stamattina il dolore più grande, seppur atteso, ha pervaso anche me, umile spettatrice di un teatro pieno di misteri. Gli attori: i soliti ignobili ignoti. Ma di questo ha parlato e parlerà ancora la storia che ascolteremo nei prossimi giorni. In questo momento voglio focalizzare la mia attenzione su Rossella Accardo.
Chi è veramente Rossella Accardo? Per me una cara amica, che vorrei presentare anche a chi non ha avuto il privilegio di conoscerla. Ho pensato di chiamarla nella tarda mattinata, mi sono detta che a questo punto il suo silenzio non avrebbe avuto più senso, che forse aveva voglia di piangere con una persona vera, o magari di urlare tutto il suo dolore e la sua devastazione. E così è stato. Non ci sentivamo da tempo - anche per il suo silenzio mediatico. Ma l’amicizia per me è un sentimento sacro ed inviolabile, che nessuna cosa al mondo, neanche la distanza affettiva o la peggiore gogna, potrà mai scalfire o tradire. Mi ha risposto con la voce distrutta che soltanto una madre può capire, stupita di avere appreso, prassi che sembra sempre più consolidarsi, soltanto dai giornali il triste epilogo. Nessuna sensibilità mostrata dalle istituzioni né dagli organi di stampa. Neanche il suo legale era stato avvisato, soltanto in tarda mattinata è arrivata la notizia della riapertura del caso. Che poi ci si chiede: ma come si poteva archiviare un caso simile?! Misteri del sistema giudiziario.
Rossella mi dice che adesso sa, ne ha la contezza, che la sua famiglia è stata distrutta, che i suoi figli non ci sono più. Adesso sa perché Marco si è suicidato, ed insiste dicendomi che era un ragazzo sano che non l’avrebbe mai fatto! E aggiunge, con voce laconica, che in fondo lo sapeva, ma la parte irrazionale, la porta del cuore, quella che sempre spera, per non impazzire, per non morire!, non voleva accettare la triste verità. Ad un certo punto dell’accorata conversazione ci tiene a sottolineare la sua origine, quasi mortificata di trovarsi in questi scenari da brivido. - Lo so, cara amica! – la rassicuro. - Io sono scienza e ragione! - incalza. - Mio padre, e tu lo sai bene… era un professore di matematica! E io un bravo architetto. Avevo uno studio prestigioso, ormai tutto è distrutto. Tutto! - Rivendica, piange, non si capacita di essere finita in questa bufera fatta di miserie umane, di giochi di interesse, di vile denaro. A questo punto incalzo io perché non riesco a sopportare la sua mortificazione. - Rossella, nessuno mai potrà perdere la propria identità soltanto perché è stato colpito da una disgrazia più grande. Tu sarai sempre quella che sei, la professionista che ho conosciuto tanti anni fa, proprio inviata dal tribunale per una perizia tecnica. - É così che io e Rossella ci siamo conosciute. (Lei era bellissima, elegantissima e profumatissima. Puntualizzazione per aggiungere un tocco di pura femminilità!). Eravamo entrambe giovani, i nostri bambini piccoli e quasi coetanei, soltanto un anno di differenza. La vita ci sorrideva ed era ricca di progetti. Siamo diventate amiche durante i lavori di ristrutturazione del mio immobile. Poi ci siamo perse di vista, ma il ricordo di quei giorni non ci ha mai lasciate, sono quei legami che sente il cuore e che restano sepolti nei ricordi dell'anima: un’alleanza emotiva e lavorativa, ma forse molto di più se oggi sono qui a scrivere di te e della nostra sacra amicizia. Oggi, Rossella cara, voglio dirti che hai una bellezza più grande, la bellezza del dolore, della lotta, della grinta, del non arrendersi mai. Insomma: la bellezza di una madre. La tua crociata, anche se l’epilogo non è quello che avremmo voluto, ci ha portati ad una soluzione che se forse non fossi stata così agguerrita non avremo saputo mai. Soltanto la tua forza e il percorrere l’Italia in lungo e in largo, - ultima tappa Roma - conoscendo e abbracciando tutte le più svariate genti e gli umili del mondo nella lotta verso la verità, ha portato oggi questi risultati. Hai giustamente preso le distanze da ciò che stiamo conoscendo. La tua cultura è diversa, è sana, è per la meritocrazia, è per uno stato di diritto, è per la giustizia. Sei disperata perché forse i tuoi figli, quante volte ne abbiamo parlato, avrebbero potuto avere un’altra vita se solo ti fossi innamorata di un altro uomo. Ma l’amore non è un comando, non è razionale, non è cosciente! Nasce nel cuore, si alimenta di sogni e di illusioni, le stesse che provavi per tuo marito Antonio, nonostante il vostro non fosse stato il migliore dei matrimoni, e non certo per tua colpa. Ma tutto questo non fa di te una persona diversa. Tu sei tu, Rossella, splendida più di prima, più di quando cavalcavi la carriera come un leone, sempre con la giustizia nel cuore. Oggi hai ottenuto un altro risultato: la VERITÁ! L’hai cercata ovunque, umiliando la tua personalità che le persone intelligenti ti riconosceranno sempre. Per me non sei mai cambiata, semmai migliorata. Perché il dolore eleva i sentimenti. Ed è di questi che parlerò, così come mi hai gentilmente chiesto. Di poter utilizzare questo mezzo per porgere dei ringraziamenti ai tanti che ti hanno aiutata. Ed eccomi qui, cara amica, qui per esserti complice in quest’avventura di ringraziamenti. Sono tanti i nomi e tu vorresti farli tutti. Anche quelli di coloro che ti hanno soltanto stretto la mano, o porto un semplice sorriso, o magari un like su Facebook in segno di solidarietà. Alla fine della nostra conversazione mi hai raccontato le carezze degli amici, amici di strada, di quelli che sono venuti a trovarti mentre con il camper e il freddo di questo gelido inverno cercavi ad ogni costo la verità e non volevi che il caso fosse archiviato per riscattare Marco e Stefano, i tuoi splendidi ragazzi… e forse anche Antonio, il loro padre. Ti sei sempre commossa per ogni piccolo gesto di solidarietà umana, per le coperte improvvisate da sconosciuti quando c’era freddo, per i termos caldi di caffè o tè, o magari per un’arancina pagata. Sono quelle cose che non hai trascurato, che hai aggiunto con fierezza nel tuo nobile cuore. Che cosa meravigliosa è la vita! Anche quando si piange per un dolore lacerante, anche quando perdi l’amore più grande, anche quando pensi di non rialzarti mai più. Ma c’è sempre qualcosa o magari qualcuno che ti riporta a galla, che ti farà rinascere. Certo, le ferite non si rimarginano in un giorno, ma col tempo si trova un po’ di pace, un po’ di rassegnazione. Stiamo vivendo giorni bui, dannati dalla politicaglia e dalla corruzione dei palazzi. Ma noi non siamo di genesi corrotti, non siamo nati così! E non li dobbiamo guardare come esempi da emulare. Non sono e non saranno mai i nostri maestri né nostri mentori né i nostri dominus!
Concludo così, lasciando nel tuo cuore i nomi preziosi degli amici incontrati e le loro affettuosità, e a loro il tuo GRAZIE infinito. In questi giorni di odio razziale, perché fondamentalmente è di questo che si tratta, e di morti senza giusta causa, parlare d’amore e solidarietà umana sembra quasi un sogno. E, forse, amare è soltanto sognare mondi puliti e poetici, quelli che oggi sembriamo aver gettato nell’oblio. Ma tu Rossella non vuoi dimenticare chi ti ha sostenuto, soprattutto nei giorni più bui della tua esistenza. Ci saranno ancora giorni terribili, i giorni della coscienza! Saranno quelli in cui avrai ancora più bisogno di tutto il nostro sostegno e di carezze per l’anima. E come sempre io e i tanti amici che ti vogliamo bene, o magari semplici conoscenti dotati di sensibilità e coraggio, saremo, siamo con te.
Con affetto.
Marina
22/01/2015
Questo cuore è appena arrivato in redazione. Lo ha inviato Rossella, ed è da lei disegnato. All'interno ci sono i nomi delle persone che ha incontrato nel doloroso percorso di questi anni.
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