Letteralmente "l'uomo è un lupo per l'uomo”, locuzione latina che riassume efficacemente un’antica concezione della condizione umana che si è tramandata e diffusa nei secoli. Tale concetto dell'uomo è stato ripreso e discusso dal filosofo inglese Thomas Hobbes, secondo cui la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell'uomo sono soltanto l'istinto di sopravvivenza e quello di sopraffazione. Egli nega che l'uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco. Fuori dall'ambito strettamente filosofico, l'espressione è ancora utilizzata per sottolineare, in tono ora ironico ora sconsolato, la malvagità e la malizia dell'uomo. Ha lo stesso valore di mors tua vita mea, “la tua morte è la mia vita".
Questa, come non mai, retorica verità nasce dopo la visione della cerimonia del passaggio di campana Letta-Renzi, all’insegna della più sincera ipocrisia. Ho osservato, restandone turbata nei sentimenti, la stretta di mano glaciale, frettolosa ma dignitosa, e senza mai guardarsi negli occhi. Nulla di più brutto da vedere! Ma Letta ha umanamente ragione, è stato tradito dal suo Bruto. E così, dopo la discussione intercorsa tra i due attori, Letta, colpito nell'amor proprio, ha abbandonato senza recriminazioni; una ritirata triste e silenziosa così come la morte dignitosa di Giulio Cesare. Troppo grave il colpo inferto dal compagno di partito che, peraltro, si era presentato come amico, consigliere e collaboratore. E così Letta avrà considerato il lato positivo della triste vicenda, cioè quello di lasciare, in modo composto ed elegante, la patata bollente al suo ormai avversario politico Renzi, rivelatosi uomo presuntuoso, egocentrico, falso e manipolatore. La politica, si sa, ha le sue strane leggi che trovano giustificazioni a tali infime condotte. Un altro eclatante caso, sull’altro fronte, conferma e difende tali modi di agire che, tuttavia, rimarranno sempre fuori dai canoni comuni dei buoni sentimenti e dell’amicizia, così come del garbo e dell’onore. Non mi resta altro da aggiungere: l’uomo, di certo quello politico, è egoista e basta, così come affermò il filosofo Hobbes, riferendosi però all'uomo a più ampio raggio. Il politico, nella fattispecie, pensa solo al suo benessere e si unisce o disgrega dai suoi simili per inseguire precisi scopi. Renzi ha lasciato l’incarico di sindaco per diventare - a forza - presidente del consiglio, senza consenso popolare. Una carriera rapida che, di fatto, non ha ancora lasciato tracce del suo operato: né buono né cattivo, se non del suo protagonismo ad ogni costo. Speriamo, almeno, che sia capace di affrontare gli altri lupi. Ecco la nuova politica: una politica esplicita di parolai e faccendieri sottobanco, senza amore, ideali e programmi, così come usa oggigiorno. Fra sei mesi la sentenza di quest' Esecutivo!
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