Che peccato! Della nostra povera Italia ci stanno privando della più immensa totalità. Ci erano rimaste solo le “canzonette”, ora nemmeno queste perché qualcuno si è sentito disturbato e strumento di critiche. Orbene, non si può di certo negare che il palco dell’Ariston sia da sempre scenario di disquisizioni e giudizi su cantanti e canzoni, ma ora lo si snobba troppo ed io non ci sto! Perché non disprezziamo il calcio o il cinema? Lì davvero ci sono cifre da svenimento per i comuni mortali che lavorano per un pezzo di pane. Dunque il festival della canzone italiana, dei fiori, dei miti della musica, è e deve restare – soprattutto - l’arena dei cantanti, degli emergenti e dei big che si propongono e ci presentano i loro lavori che spesso sono divenuti successi della musica italiana nel mondo. Fazio e la Litizzetto sono stati perfetti, a mio modesto avviso, ed il loro cachet è stato forse anche minore rispetto ai precedenti conduttori, come ad esempio Paolo Bonolis, l’intoccabile, tanto per citarne uno. Capisco che in tempi di crisi il canone RAI pesi a tutti, ma di certo non si deve attribuire tutta la colpa ai conduttori del Festival di Sanremo. E non è vero che sono soltanto cinque giorni di lavoro, sono mesi di preparazione, di ascolto, di scelte musicali, di incontri e di organizzazione. E vi posso assicurare che dietro una performance, anche di mezz’ora, ci sono settimane di preparazione. Perché la Litizzetto fa più impressione o è più volgare di tante altre che si denudano e che la "danno a tutti" pur di fare carriera, e che sotto l’effige di "travestite signore” sono perfino osannate? Lei, almeno, volgare o no, dice la verità. E gliele canta per benino, a tutti! Una donna che ha “festeggiato” televisivamente San Valentino non con un discorso melenso ma con un efficace intervento sul femminicidio e la violenza sulle donne. E anche quello sulla bellezza – con una certa crudezza - e di quanto oggettivamente incida sulla vita o sulla carriera di un bruttarello/a. E Luciana, a modo suo, ma con espressioni assolutamente genuine, è comunque sempre obiettiva. Io la reputo un personaggio con un suo stile, un turpiloquio ironico che però è speso sempre per uno scopo e mai fine a se stesso. E non facciamo gli ipocriti! Tutti conosciamo le parolacce e le utilizziamo nel nostro privato, magari non di certo in pubblico, perché appunto non è elegante, soprattutto in quello definito gentil sesso, ma certe volte fa anche bene alla salute sfogarsi e mandare qualcuno a quel paese! Mi chiedo: gli ascolti li hanno fatto i fantasmi che vedevano di nascosto il Festival di "San Remo"?
La Litizzetto è una professionista che ha una sua effige, che si ispira alla satira e una linea di conduzione che può piacere o meno, ma che non è meno intelligente o più disgustosa di tante finte o reali "cretinette" o "cretinetti" sulla scena della ribalta, osannatissimi, intervistatissimi e sempre in belle vetrine e super pagati. Lei, inoltre, si accetta così com’è, senza rifacimenti di alta chirurgia estetica, con tutti i “difetti” dell’età, e non solo. E non ha avuto alcun problema ad affiancarsi a donne bellissime, altissime e rifattissime con i suoi abitini da prima comunione, di scelte stilistiche davvero discutibili per il suo corpo e la sua statura, almeno secondo me. Qualche volta sembrava indossasse eleganti camicie da notte. Ma sono ben cinque gli stilisti che hanno curato il suo look, ed è anche possibile che non abbia capito io. E nonostante l’abbia trovato parecchio pacchiana, probabilmente facevano parte del personaggio Luciana che nulla ha da invidiare ad altre più titolate e bellissime conduttrici. Luciana Littizzetto è stata la vera forza di questo Festival. A lei i miei più sinceri complimenti!
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