Matteo Renzi ha deciso di rispondere con la stessa moneta - un po’ piccato - alla copertina del settimanale inglese The Economist, che lo ritrae su una barchetta fatta con una banconota da venti euro, che sta affondando, insieme a Francois Hollande, Angela Merkel e Mario Draghi, mentre mangia un gelato. Per tale ragione, dopo il consiglio dei Ministri nel quale dovevano essere discussi la riforma della giustizia e il pacchetto Sblocca Italia, va in scena lo show, in risposta alla provocazione, a base di gelatini. Una parata mediatica, un po’ infantile in verità, con il carretto del gelataio nel cortile della sede di Palazzo Chigi. A portarlo è Domenico Greco, dipendente della gelateria Grom di via della Maddalena, proprio a due passi da Piazza Colonna. E, come se tutto ciò non bastasse, Il Corriere riporta che la gag del gelato voluta dal Premier costerà, tra gelato e affitto del carretto, mille euro, e che il conto lo salderà, appunto, Palazzo Chigi.
Ancora una volta si assiste ad una goliardata, che altro non è che l’imperversare del malgoverno e delle stupidate mediatiche, progresso del degrado civile e della politica delle piazze di cui al detto clan della politica, dei proclami e delle sovvenzioni, non è mai interessato nulla. La politica è ormai alla mercé di una tipologia di individui che una risposta, ma non quella che vorremmo, la devono sempre dare, che si possono inventare qualsiasi iniziativa vada loro a genio e magari farla passare come una cosa apprezzabile addirittura a lustro culturale gastronomico della nazione (minuscolo!). Invece, la triste realtà è che non abbiamo politici né presidenti capaci di rigore critico (le cose non vanno di certo bene) e di interessi che provochino seri confronti. Una risposta a colpi di gelato aumenta le metastasi di uno stato in deflazione. E a proposito di deflazione: perché pagare i gelatini con i soldi dei contribuenti? Non è certo cosa buona e giusta, signor Presidente! Per i suoi teatrini, non a tutti graditi, farebbe meglio, oltre che a riflettere, a mettere mano al suo personale portafoglio o tutt’al più avvalersi delle casse del PD. Speriamo infine che sia così, e che i mille euro li abbia pagati lei. Oltretutto solo i conti personali dei politici non hanno visto la crisi né tantomeno tagli agli stipendi né licenziamenti o altro che possa mettere in default l’economia di una famiglia; perfino con un banalissimo cono gelato.
A quanto pare la tronfia politica non riesce proprio a guarire da questa demenziale moda delle parate mediatiche regalate al mondo intero. Certo è che i Tedeschi e i Francesi non hanno risposto né con gelati artigianali né con gelati confezionati. E a prescindere dagli entusiasti estimatori, o per meglio dire fedelissimi, agli altri non fa più quasi impressione che si proceda con tale impudenza, escludendo naturalmente i soliti depressi sfigati e indignati di cui mi pregio di fare parte.
Ma forse oggi chiedere ad una certa politica di usare la classe, la logica e l’educazione è un po’ troppo, no?
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