É Pasqua! Cristo è risorto, mi sento felice! La giornata è meravigliosa, perfino la natura ha indossato l’abito più bello. Per strada incontriamo i vicini di casa, i saluti sono più calorosi, come se non ci vedessimo da tempo, ma oggi è festa, siamo tutti più belli, eleganti e abbiamo accantonato i nostri pensieri. Un invito a pranzo mi evita una Santa Pasqua di lavoro casalingo e culinario, non poteva cadere più a pennello. Felicità, dunque, anche su questo fronte. Gli ospiti sono eccezionali, hanno un senso di accoglienza che travalica di gran lunga la normalità e ogni più rosea aspettativa. Scendo da casa con questo sentimento di pura gioia, abbraccerò i miei cari, i miei affetti più intimi. Ci racconteremo un po’ di arretrato … penso tra me e me. Alla solita pasticceria una cassata siciliana d’eccezione e gigantesca, ma giusta per l’occasione, prenotata il giorno prima con le rituali raccomandazioni; l’uovo di pasqua per la più piccola del gruppo e del buon vino. Tutto è perfetto. Arrivati a destinazione siamo accolti da una nuvola d’affetto corale. Baci, abbracci e saluti festosi di ben ritrovati. Un brindisi prima di pranzare ed eccoci a tavola pronti per la grande abbuffata. A tavola una novità, ma non più di tanto. Il nostro ospite usa invitare sia a Natale che a Pasqua una persona sola, nel senso che non ha proprio nessun riferimento familiare o affettivo. Quest’esperienza, solitamente, si è sempre rivelata un arricchimento ed un esempio anche per i più giovani del gruppo. La Signora in questione è una dottoressa plurilaureata, vedova, senza figli né parenti prossimi vicini. Sappiamo, ma solo successivamente, che è una nuova conoscenza dei nostri ospiti, giusto di appena qualche mese. Saluti iniziali un po’ formali, prima di affrontare il lungo convivio. Arrivano le portate ed iniziano gli applausi, l'atmosfera è allegra. Apprendiamo che la signora e la padrona di casa hanno cucinato, collaborando, tutto l'intero giorno precedente. Ci raccontano il loro piacevole, a tratti divertente, tour de force. I piatti sono squisiti e perfino raffinati, giudizio di chi un po’ s’intende di cucina. Alcuni tipici della nostra regione si alternano ad altri più elaborati, ma sempre decisamente gustosi. Ci congratuliamo ad ogni portata. Il pranzo procede sereno e dopo una prima fase di dialogo formale e di presentazione sulle varie professionalità dei commensali presenti (il livello è alto), la signora elogiandosi a dismisura, porta a tavola i suoi titoli accademici, le sue proprietà, i suoi mobili di antiquariato, i suoi nobili natali e perfino la sua educatissima cagnetta, che sta in braccio alla padrona, con assoluta devozione. Non ci sarebbe nulla di straordinario, se non una caduta di stile, ma si palesa subito un carattere difficile, troppo forte, forse tendente al dittatoriale. Mi accorgo del tono autoritario che rivolge alla cagnetta e dell’assoluta mancanza di riguardo per gli altrui pensieri. Una visione caratteriale femminile assolutamente inconcepibile. Assisto ad uno stupefacente monologo senza eguali, che non ammette repliche, quasi esistesse solo lei in quella tavola. Una serie di io io e io, si susseguono a raffica. La mia testa analitica si spiega subito la motivazione: la signora vive da sola, mi dico, non è pertanto abituata al confronto, al dialogo di gruppo, al contraddittorio. Decide da sola, insomma fa tutto sempre da sola. Paradossalmente, nonostante qualche sentore di profusa arroganza, provo profonda pena. Decido di non rispondere ai suoi continui pungoli verbali. Ma la mia saggia scelta non è tuttavia completamente condivisa. Orbene, quale può essere l’argomento del momento? Ma la stramaledetta politica!! E, infatti, è quella che fa scaturire, dopo il caffè, per fortuna, l’acceso dibattito. Si parla di Grillo, e alcuni commensali dichiarano apertamente di averlo votato, adducendo valide motivazioni, addirittura uno di questi ci spiega il perché dell’attuale comportamento, dovuto, a suo dire, ad assoluta coerenza verso il progetto politico manifestato durante la campagna elettorale. Un ragionamento che mi ha perfino convinta. La signora è preda di isterismo, ancora controllato, ma che sta per esplodere. Lei è una fedelissima del Cavaliere, lo voterà sempre, perfino da defunto, mi sembra di capire. Decido di ignorarla, con certa gente è impossibile dialogare civilmente, e con certo fair play eludo le sue insistenti provocazioni: ho capito che è di estrema destra, e con me non potrà mai trovare un punto di incontro. Io sono sempre per la mediazione e odio qualsiasi forma di estremismo. Un altro commensale, che la pensa in modo assolutamente diverso, cerca di interrogarla, visto lo spessore - solo culturale – del perché di questa scelta, anche alla luce della sue ennesime assurde e inconsistenti esternazioni. Ci racconta, con certo orgoglio, di aver dato della stupida ad una sua amica (secondo me intelligentissima), anche lei con due lauree, ma colpevole di aver scelto Grillo, o più semplicemente un voto di sfiducia. Quindi, si deduce, che molti dei commensali presenti sarebbero cretini, sempre secondo lei. Ma la provocazione incalza. Inizia a raccontare di vari personaggi, sotto le luci della triste ribalta, pregiandosi di esserne buona amica e di essere stata a cena con loro, come se fosse una grazia divina! Una passione stratosferica l’avvolge, gli occhi iniettati di livore per noi popolo di poveri imbecilli. Uno di questi commensali non ci sta: il troppo è troppo! Purtroppo non ha valutato che la signora vive da sola, parla da sola, è la perfezione fatta donna e, soprattutto, non accetta alcun contraddittorio. E, nel caso della politica, è abituata a "dialogare" in un contesto di tifosi e non certo di sani idealisti. Inizia un acceso dialogo, da una parte sempre pacato, dall’altra impossibile da affrontare, tanto che ad un certo punto si alzano i toni, sempre da una parte, la destra per intenderci. La dottoressa conclude le sue odiose esternazioni alzandosi di botto e abbandonando la tavola con un deciso – lei è maleducato! – verso chi tentava di capire e intavolare un semplice e normale dibattito dai toni contenuti e nel reciproco rispetto. Apriti cielo!!
Cari lettori, solo il buon senso ha evitato che la situazione degenerasse, soprattutto per ragioni di ospitalità nei confronti di chi ci ha accolti con amore. Questo modo di agire non è espressione di un reale credo, ma solo di puro fanatismo, senza alcuna ratio. Si arriva ad offendere le persone senza giustificazione, soltanto per "partito preso". E meno male che eravano nei quartieri cosiddetti alti!! Ho imparato due cose: mai la politica a tavola e mai più ospiti sconosciuti fra i parenti. Ho capito, infine, che non sempre amare il prossimo tuo come te stesso si rivela un bene.
Certa politica acceca: che tristezza!
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