Incontrare un poeta, uno vero, di questi tempi è un assoluto privilegio. Ma io ancora non lo sapevo. É il 25 luglio, una sera calda, e ci stiamo preparando con la redazione di Palermomania.it alla manifestazione in piazza San Lorenzo. Un regista palermitano, mio conoscente, accompagna Marcello Serretta, il poeta. Me lo presenta, e mi dice di inserirlo nel palinsesto della serata. Assisteremo ad un recital di poesie del tutto inusuale, attraverso la rappresentazione di cortometraggi realizzati dallo stesso regista, Alberto Russo, che me lo ha presentato. Detto fatto, il palinsesto è aggiornato, non ci resta che aspettare che si faccia ancora più buio per dare inizio alla nostra serata di “Cinema sotto le stelle”.
Mentre pompiamo i condizionatori, osservo quest’uomo distinto, sembra un po’ riservato, in realtà analizza e ascolta. Lo invito ad essere meno formale, a togliersi la giacca se lo desidera. Declina l’invito, mi dice che sta bene così com’è. Non insisto mai con i miei ospiti, mi sembrerebbe di essere invadente. Ritorno alla mia scrivania, e, dopo aver impartito ultimi ragguagli organizzativi, nell’attesa che si faccia buio, inizio ad intrattenere i gentili visitatori. Fra me e Marcello Serretta è immediata sintonia e simpatia. Gli incontri più belli accadono proprio per caso e solitamente in circostanze apparentemente ordinarie. E anche se non ci conosciamo, si sono riconosciute le nostre affinità elettive: insomma parliamo la stessa lingua. E tutto diventa presto più intimo e semplice. Lui è un poeta, semplicemente perché è nato poeta. Mi racconta con naturalità qualche spaccato della sua vita, per la verità degli ultimi tempi, che mi pare siano quelli che hanno segnato maggiormente i suoi giorni, non sempre felici. Alla fine mi dona, con tanto di dedica, il libro autobiografico che raccoglie anche le sue poesie in un cd, un’assoluta novità. La dedica è intima e affettuosa, perché in realtà è come se ci conoscessimo da sempre. Ho posto il libro sul comodino, in attesa delle vacanze, per ben assaporarlo. É un testo autobiografico che racconta la sua vita, vissuta anche all’estero e anche attraverso le sue ambasce familiari. Traboccante di nostalgici ricordi e sentimenti, situazioni umane condivisibili e valori positivi. Sembra un testo d’altri tempi, uscito dagli scaffali di austere librerie, come quelle in stile ‘400, quando c’era ben altra letteratura. E poi ci sono le poesie, semplici senza linguaggi aulici, ma ricche di considerevoli emozioni. E alcune sono state recitate attraverso la realizzazione di cortometraggi, una rappresentazione assolutamente innovativa del regista Alberto Russo.
Concludo con un momento di pura commozione provata insieme al Poeta, proprio alla fine del nostro incontro, prima che iniziasse lo spettacolo. Abbiamo letto insieme, tenendoci per mano e guardandoci negli occhi, la pagina 101 del libro; un pensiero rivolto alla fine della vita terrena e all’incontro con Dio. Un omaggio delicato e immenso, perché chi lo ha scritto è intriso di fede e accetta tutto quello che da Lui arriva, in quanto frutto della Sua volontà. Ed è così che la poesia diviene preghiera, incontro con la fede, con Cristo e apertura agli altri. Il Poeta leggeva e recitava, solo dopo una mezz’ora dall’esserci conosciuti, nell’atmosfera di chi sente e riconosce il dialogo dell’anima. Forse è per questo che Marcello è un vero Poeta, forse è questo essere puri Artisti. In Mi racconto… Vi racconto… ci sono messaggi semplici, nel diario di una vita complessa… Ma, nel contempo, comunicazioni immediate, frasi delicate e sentimenti coinvolgenti. Pur non essendo siciliano, Serretta ha scritto in siciliano: un omaggio alla terra che lo ha accolto, dopo i suoi natali tunisini.
Marina De Luca
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