Il primo maggio, giorno di inaugurazione dell'EXPO 2015 a Milano, resterà un giorno da ricordare che non ci fa onore, dinanzi un mondo critico in attesa dell’annunciatissimo evento. Tutto doveva essere perfetto: ordine pubblico, intelligence… e quant’altro. Naturalmente mi riferisco alla manifestazione di violenza dei black bloc per le strade della città di Milano; devastata da delinquenti senza idee, soddisfatti di aver cagionato un danno nonsicapiscebeneperchè. L’impressione è stata quella di assistere a manifestazioni di pura violenza, senza ratio alcuna. Una valutazione che ha trovato immediato riscontro nell'accozzaglia di farneticanti parole e nelle pesanti dichiarazioni, ormai note a tutti, del giovane ragazzo intervistato da TgCom. Alcune delle quali gravissime! “Bordello; una bella esperienza:ci stava!; casino; abbiamo spaccato un po' di robe cioè(?); una protesta, una bellissima esperienza". Conclude filosoficamente: "Io quando sto in mezzo ai disastri sono contento comunque". Dichiarazioni terribili che hanno lasciato - quasi tutti - completamente basiti.
Ma si può essere peggiori di così? Questo è il novello "prodotto" generazionale? Se così è siamo ridotti veramente molto male... E il Ministro degli Interni Angelino Alfano, in accordo con tutti coloro che, giustamente, si preoccupavano di evitare la violenza delle forze dell'ordine, che ha fatto? In una "furbata" clamorosa avrebbe scelto, per la prima volta nella storia dell’Italia, una nuova strategia per contrastare lo squadrismo dei black bloc, cioè quella di non caricare i devastatori perché, a suo dire, avrebbe in questo modo risparmiato le violenze. Dunque, con un colpo di genio magistrale avrebbe letteralmente fregato i black bloc che si aspettavano, di contro, combattimenti corpo a corpo e manganellate. Non trovo termini adeguati per esprimere il mio stupore. Di certo, è stata una valutazione alquanto soft che, di fatto, ha proibito ai poliziotti e ai carabinieri di reagire contro questa masnada di delinquenti. Una preferenza discutibile, signor ministro Alfano!, una tattica che non è alla portata di tutti i normali mortali. Preoccupato infatti di non ripetere un altro G8 di Genova, ha preso le distanze dalla vecchia politica delle manganellate e, sempre secondo la sua personalissima valutazione, avrebbe così fatto fessi i black bloc. Questi ultimi, per ringraziare di - cotanta grazia - invece di riparare in ritirata, hanno - istintivamente - lasciato un forte segno alla città, producendo delle gravissime ferite, e mettendola infine in ginocchio. Hanno fracassato le vetrine dei negozi di umile gente lavoratrice (i sacrifici di una vita!), hanno incendiato i cassonetti e le auto in sosta nelle vie, perfino le banche, facendo danni di milioni di euro. Insomma uno scenario da guerra civile di cui non avevamo affatto bisogno. L’Italia che fa enormi sacrifici per andare avanti ogni santo giorno, e che non ne può più di pagare i danni di gente socialmente inutile, e che alla fine deve subire pure la beffa di sentirsi dire (con onestà intelletuale, s'intende...) che sono stati bravi, anzi di più, geniali!, non sente affatto di ringraziare per le presunte strategie utilizzate, chiaramente non populiste, che avrebbero evitato il peggio. E cosa avrebbero dovuto fare di più?! Erano soltanto un centinaio di balordi, senza ragione, senza alcun disegno di protesta democratica. Come si può pensare di restare indifferenti a tutto questo? E di approvare la scelta eroica e intelligente del Ministro degli Interni? Ecco, sinceramente penso, populisticamente s’intende!, che siamo senza alcuna tutela, insomma come si dice quaggiù: nelle mani di nessuno. Ciò che è accaduto a Milano doveva essere previsto, si doveva sapere! E avrebbero dovuto essere impartiti ordini più che audaci. Questi delinquenti andavano fermati, schedati, arrestati, denunciati e puniti da una legge certa e con risarcimenti dissanguatori.
Ma la considerazione più grave, quasi verità, è quella che ho l’impressione che qualsiasi cosa si faccia - oggi e in futuro - produrrà solo fischi e tumulti, come quelli manifestati a Bologna al premier Renzi, e alle riforme sulla scuola che non trovano nessun consenso. E a ragione, secondo me. Si sta distruggendo la democrazia, quel poco di buono che ne rimaneva, e i risultati sono anche questi fenomeni di intelligenza chiamati black bloc. Ormai, prendiamone atto, la sfiducia nelle istituzioni è così grande che non si valuta nemmeno nelle possibilità: insomma qualunque cosa appare solo un altro probabile danno. Siamo di fronte ad un severo risvolto sociale, in un mondo che sta producendo una gioventù di vuoti a perdere, dove nulla più è certezza di valori e continuità. Ci rimane l’immagine di una città sgomenta, umiliata, che fa da sé. E che operosa si rimbocca le maniche per ricominciare… anche se non sa dove effettivamente andare.
Marina De Luca
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