Sono certa che Renzi e il suo Governo resteranno popolari per i bonus e gli una tantum che riescono ad elargire alla prima “utile” occasione o per tamponare danni, anche se non tutti a loro imputabili. Questa volta la categoria bonus prescelta sono gli anziani pensionati e l’oggetto in discussione, tanto attuale quanto impopolare, è il “bonus Poletti”. Ma attenzione, non è come sembra, questa volta la parolina è ingannevole; infatti, non si avrà un bonus in entrata, ma in uscita. Ma veniamo al dunque. Sembra che sarà pagato un bonus di 500 euro, da riscuotere nel mese di agosto del 2015, detto anche una tantum per giustificare che, almeno per ora, non ce ne saranno più. E questo premietto, non sarà neanche per tutti i pensionati, ma distribuito a scaglioni di reddito. Il Premier ha annunciato che darà una media di 500 euro una tantum ai 3,7 milioni di pensionati al di sotto dei 3.200 euro netti al mese, mentre gli altri ne resteranno esclusi. Mi pare un pareggiamento abbastanza scorretto, ma la sentenza della Corte costituzionale ha lasciato spazio di manovra al governo Renzi per sistemare la situazione, per il momento con questi rimborsi parziali. Ma come mai? A una prima analisi, mi pare di avere capito che le vittime designate sono sempre le stesse, in questo caso persone giudicate ormai inefficaci per portare voti alla politica attiva. A conferma del mio sospetto riporto un commento del professor Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie, a proposito del “bonus Poletti”. "Escludendo oltre 600mila aventi diritto dal bonus da 500 euro, Renzi compie un calcolo puramente elettorale. Poiché ritiene che i pensionati più ricchi siano di centrodestra, non dà loro il bonus perché votano per il partito sbagliato e quindi non se lo meritano”. Perdonate la schiettezza ma avevo già espresso in tempi insospettabili il mio pensiero riguardo alle azioni del Premier che, in tali circostanze, riesce a tirare il peggio delle mie opinioni. Il fatto è che non sopporto di essere presa in giro e, ancora di più, le bugie coperte da sorrisi canzonatori. Resto ogni volta sempre più sorpresa dalle magistrali capacità oratorie in grado di rigirare i discorsi a propria convenienza, magari col supporto di consensi popolari. Questo resterà, almeno per me, un altro mistero della vita. Occorre dire, però, che ce la siamo cercata. Siamo intrisi di torpore e immobilismo, rassegnati a questo stato di cose, una realtà abbastanza evidente per i nostri svegli governanti che ormai decidono sulla nostra pelle perfino dinanzi alle sentenze di esplicite condanne.
La crisi c’è, anche se si tenta di negarla con simpatici grafici che mostrano dati in crescita, anche per assunzioni lavorative. In realtà sono in buona parte posizioni lavorative regolarizzate per l’entrata in vigore di leggi che almeno per un periodo di tempo sgraverebbero le imprese da oneri aggiuntivi. Questo solo fatto potrebbe già essere un inizio per riflettere sulla realtà del Paese. E intanto le grandi aziende fuggono, come mai? Proprio l’Italia che è il Bel Paese, dove tutto è in crescita e dove si vive bene? Credo che il motivo della fuga più rilevante sia la paura del “Sistema Italia”, assolutamente inaffidabile. Ogni giorno opinioni e opinionisti delle varie correnti politiche si sprecano per elargire i loro malumori, gli uni contro gli altri, accrescendo la sfiducia popolare e aggredendo il paese in ogni sua parte. E dunque, come si fa a concertare piani d’azione efficaci senza sapere cosa potrebbe accadere domani? Che fine faranno gli investimenti delle grandi aziende? Ci saranno banche che, con improvvise quanto urgenti manovre fiscali, se ne impossesseranno? Quali strategie di nuove supertasse ancora si inventeranno? Così ridotti, anzi malridotti, mi spiego le fughe, gli abituali malumori, denominati populismo… e, soprattutto, perché nel nostro attuale Paese sta facendo tutto un unico leader con una maggioranza più che consenziente. Ritornando alle pensioni, ritengo che un’altra probabile denominazione possa essere “furto legalizzato”, anche se mimetizzato da "SIMPATICO BONUS!". Mi sembra un raffinato raggiro, presentato come un piatto succulento… E mi infastidisce non poco… né tantomeno mi interessano gli argomenti relativi alla contabilità passiva dello Stato, mi basta già la mia contabilità, dato che pago perennemente debiti che non mi appartengono, che non ho mai contratto, e che non mi consentono, come a tanti altri, di svolgere i miei personali e più redditizi interessi d’impresa. E sorge sempre la dannata domanda: perché guardare incessantemente nella stessa direzione? Perché colpire i soliti noti? Le piccole imprese, i pensionati, i servizi sociali? Perché concepire il “bonus Poletti”? Si doveva risarcire e basta, magari anche a rate, ma tutto il dovuto. Le soluzioni ci sarebbero state, ci sono! Ma non raccolgono i vostri consensi. É la sola e unica verità. É più facile lacerare i conti dei vecchi pensionati - poveracci!-, con l’invenzione del simpatico bonus, che togliere assurdi e spropositati vitalizi e tanti altri ignobili benefit ai vecchietti in super salute della vostra casta. Si potrebbe, ad esempio, tagliare le loro abbondanti pensioni e ridurre gli eccessivi costi della politica. Già, si potrebbe… Ma queste soluzioni non si discuteranno mai nel Palazzo del potere… Per carità, non se ne deve parlare, sono diritti acquisiti! E poi, sarebbe dannatamente ingiusto non farvi arrivare a fine mese… Esattamente come gli ancora più bisognosi pensionati del popolo sovrano, con uguali diritti acquisiti, che non arriveranno mai, nemmeno per caso, a fine mese, ai quali si toglie e poi si dona in forma di bonus e una tantum senza alcun rispetto. No, ma che sto dichiarando?! Si tratta di un simpatico bonus, è bene che lo tenga presente. Ma si, regalategli pure una pizza! É quando spendereste voi con questo bonus di agosto. E visto che sarà in agosto, speriamo che sia consumata, la pizza, in una bella sera d’estate, magari sotto il chiarore delle stelle, così i vecchietti saranno più contenti.
Continuerò a pagare il mio perenne mutuo (debito pubblico) con sdegno, insoddisfazione e desiderio di riscatto contro tutto il maledetto sistema, veramente ammalato di tutto. Non vi rendete conto che non si può ogni santo giorno scendere da casa per andare a lavorare anche dieci docici ore e non avere mai proporzionate soddisfazioni economiche, né un garantito soddisfacente futuro pensionistico, adeguato al lavoro e all’età: che sia prima di morire, insomma! Anche per oggi, la mia dose di demagogia e populismo è stata elargita. Un’altra tassa che mi tocca pagare, purtroppo! Adesso sto meglio.
Marina De Luca
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