“Ci sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti, ed altri che la considerano e tale è per loro, come un accessorio di secondarissima importanza. Ma per me, fin da ragazzo, era la mia carriera, la mia missione”.
Alcide De Gasperi
In occasione dei sessant’anni della morte del primo Presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana, Alcide De Gasperi, mi sorge spontanea un’analitica seppur breve riflessione sull’atteggiamento populista e sull’Antipolitica che ci attanaglia, pervade e insiste. Chi era Alcide De Gasperi? Certamente è stato l’unico vero Uomo di Stato del cinquantennio democristiano di cui ha rappresentato il periodo migliore e più efficiente. Anzitutto è bene sottolineare le caratteristiche umane che ricalcano quelle di un gentiluomo ottocentesco, un uomo che oggi definiremmo con rimpianto d’altri tempi, esempio insuperabile di leader democratico, avversario dell’assolutismo totalitario e rispettoso delle minoranze etniche e politiche. Ancora oggi rimane vivo e luminoso il ricordo di un uomo sensibile, equilibrato, educato, misurato nell’eloquio, attento nei comportamenti; insomma una figura che un tempo poteva indubbiamente nobilitare con la sua autorevolezza il concetto di Politica. Nessuno si sarebbe sognato di provare sentimenti populisti o antipolitici nei Suoi riguardi, tutt'al più di rivalità politica che è ben altra cosa. E, nonostante le difficoltà che ogni epoca incontra, lo stile del vero politico non si poteva né doveva confondere con le masse di pseudo-politici isterici e litigiosi che oggi sono proprio la causa dell’Antipolitica, e che, con i loro comportamenti umani e antisociali, non fanno altro che mortificare e snaturare la politica a servizio della società, accrescendo così il numero degli oppositori della stessa, giudicandola pratica di potere dedita esclusivamente ad uso e per interessi personali, e non certamente votata al bene comune.
De Gasperi fu al timone del passaggio dal regime fascista alla democrazia repubblicana, e come tutti ben sappiamo, aprendo un qualunque libro di storia, non fu affatto una serafica passeggiata. Tuttavia lo stile e l’agire ispirati all’etica, oggigiorno palesemente scomparsi, seppero interpretare la politica come una delle più alte forme di carità cristiana. Ho voluto ricordare e citare proprio Alcide De Gasperi, perché tutto oggi congiura verso la non carità cristiana. La politica narcisista, prepotente e indifferente, cieca e sorda dei bisogni dell’umanità, è affidata a chi sa scalare la montagna del successo con qualsiasi mezzo (homo homini lupus), magari con sola furbizia e non particolare preparazione o capacità. Il resto si inventerà strada facendo, e soprattutto a carica usurpata. E i risultati sono abbastanza evidenti e permeati da una serie di numeri nefasti in ogni dove. Come ben sappiamo, l'Italia è stata colpita da una crisi economica drammatica e sconvolgente che ha profondamente mutato la fisionomia dello stesso Paese e del sistema politico divenuto decadente, e soprattutto caratterizzato dall'eccesso di clientelismo e assistenzialismo. La vera ragione della crisi è da cercare nelle ciance di una folla di attori, politici e non, che hanno costruito su di essa una messa in scena con la scusa di denunciare il degrado; in realtà si sono sempre (ri)legittimati o per meglio dire riciclati. A provocare e a fomentare la crisi è stata proprio l'inefficace elaborazione, da parte della stessa classe politica, di ragionamenti che da populisti sono via via divenuti antipolitici. Come populista e antipolitica mi accorgo di seguire ormai con certa riluttanza le bagarre consumate alla Tv e fra le costruite illustrazioni satiriche dei Social Network, atte esclusivamente a trovare nuovi clienti o voto per i partiti (?), o ciò che ne rimane. Ed è proprio in queste virtuali piazze, da alcuni chiamate piazze da inquisizione, che si fa più politica attiva che negli stessi Palazzi del potere, dove invece di provvedere alle urgenze sociali si studiano e poi realizzano leggi esclusive che vertono a garantire il loro buon proseguo di carriere e la ottima remunerazione. A tal proposito, parlando di vile denaro, vorrei capire, ad esempio, che significa che ciò che è acquisito non si può eliminare. Non sono forse acquisite le pensioni dei poveracci che sono sempre ritoccate al ribasso? Sono Populista? Sto facendo un discordo tanto per fare Antipolitica? Forse sarò antipatica, giusto per l’occorrenza però, ma amo la verità. Questi signori gentiluomini con gli abiti firmati ma senza alcuno stile ottocentesco, non hanno ancora capito, o fanno finta di non avere capito, che chi ci ha governati da oltre trent'anni ha letteralmente prosciugato i nostri mezzi di sussistenza minimizzando, ironizzando e perfino negando il problema crisi economica. La crisi invece c’era da tempo e c’è ancora e ogni giorno sempre di più! Ma l’egoismo è potente, più forte della stessa carità cristiana e chi ha figli ben sistemati - a tutto tondo - cosa può capire di sofferenza umana? E dunque? Nell'indifferenza più totale si demanda ad altri ciò che si dovrebbe fare subito. Magari si penserà che se la sbrigherà chi subentrerà, il succcessore insomma. E la colpa ricadrà sempre sugli altri, in una storia infinita, una catena di montaggio. Tanto in mezzo a questi abnormi numeri chi ci capisce? Ma attenzione: siamo giunti al disastro, e pare senza soluzione. Ovvero con l’unica soluzione di portare un popolo, un tempo orgoglioso e ricco, al default, al suicidio, al collasso, alla gogna mediatica e, per conseguenza, agli atteggiamenti di nome e di fatto populisti e antipolitici. Lasciatemi dire che forse si potrebbe rimediare, che forse non tutto è perduto e che non è vero! Una prima soluzione ci sarebbe, si dovrebbero invertire i tagli e i magnati della politica diventare poveri come noi, cambiando i superbi timonieri con altri più umili rematori. E basta recuperare denaro dai soliti noti: i poveri pensionati, i piccoli imprenditori e tutte le fasce più deboli! E basta con le soluzioni sbrigative e le operazioni elementari, con gli aumenti di fine anno e i ritocchini alle tasse una tantum! E basta soprattutto con la presa per i fondelli, con le elemosine di 80 euro, ma solo per una categoria sociale, per risollevare l’economia. Con 80 euro, e non per tutti? Non so se ridere o piangere. Signori politici, siamo populisti e antipolitici sfiniti e pertanto vi chiediamo di volgere il vostro intenso e avido sguardo, foss’anche per una sola volta, con umanità ed altruismo, come il nobile De Gasperi per intenderci, a tutto il luridume che gira intorno alla vostra casta e alla malapolitica più in generale: evasione fiscale ad alti livelli; costi vivi della dilagante e vergognosa corruzione detta anche magna magna; costi esorbitanti della casta politica: inutili portaborse, viaggi, pranzi, abiti, libri, lingerie, computer, smartphone et similia; eccessive e ver-go-gno-se, a fronte di chi ha fame di cibo come pasta e pane, non certo di cene ad ostriche e champagne, e per chi non ha un tetto, pensioni d'oro; finanziamenti delle missioni militari all'estero, per favorire i commercianti di armi … E si potrebbe ancora continuare, continuare e continuare, all’infinito continuare. Se ci fosse una reale inversione di tendenza, se la politica fosse sentita veramente come una missione, e non come uno strumento di personale arricchimento, se fosse scevra di dilettanti in cerca di facile denaro e ricca invece di passionari missionari preparati ecco che davvero, con fatti concreti e non solo parole, si potrebbe finalmente passare dall’atteggiamento populista e antipolitico a quello di vivo e reale interesse politico e ricominciare a sperare, e anche a credere, in una reale e non fittizia rinascita della Nazione. Si riaccenderebbero gli animi di entusiasmo, di rinnovati progetti di ideali - ormai affondati nei sepolcri – di vero e sentito ardore per un nuovo Leader che crede nel lavoro e nello Stato, e agisce concretamente seguendo gli insegnamenti lasciati in eredità da De Gasperi, amante dell’umanità e di quella che un tempo definivamo, con profonda deferenza, carriera Politica. Potrebbero nascere nuove ideologie e, soprattutto, nuovi uomini portatori di onestà intellettiva e individuale. Nuove colonne portanti nei Palazzi di potere che oggi sono invero barche alla deriva, trainate da miserie personali e da bandiere che seguono le fetide correnti dei compromessi e dello sterile potere.
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