Così scriveva Goethe, nel 1947, a conclusione del viaggio nell’isola mediterranea.
Sono siciliana, nata a Palermo. La Sicilia si trova al centro del mediterraneo ed è un vero paradiso in terra. Non c’è posto migliore in cui desideri vivere, gioire, soffrire... e perfino morire. Amo la Sicilia, tutta quanta, è la mia terra. La amo nella trama antica e nella nuova realtà. La mia Sicilia è ricca di colori, profumi, popoli e culture che ne hanno lasciato impronte indelebili e inconfondibili. Zagara, arance e mandarini lasciano scie profumate, e il fuoco dell'Etna è come il fuoco del sangue dei siciliani. La Sicilia della musica e dell'amore, di passioni e di odio. La Sicilia ardita e fiera dei suoi combattenti. Popoli e culture di genti diverse si sono avvicendati in quest’isola; civiltà e costumi si sono stratificati in modi di vivere dissimili che ne hanno creato questa magica identità. In Sicilia è dunque presente tutta l’avventura umana di popolazioni eterogenee: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni.
La sua posizione geografica è invidiabile, al centro del mediterraneo, e si presenta una e diversa, varia come la sua lunga storia. Abbagliata da questa meraviglia, nata innamorata del sole che la illumina, del mare che la circonda e affascinata dal pensiero che l’attraversa; potrei stare intere ore ad osservare il mare azzurro, turchese o verde; un mare incantatore che trasporta in infiniti orizzonti. E i suoi monti aspri e avvolgenti come l’abbraccio di un padre. Ho anche viaggiato e conosciuto altri luoghi bellissimi, con altra importante storia. Ma la Sicilia, la Sicilia … ha qualcosa in più. La sua antica storia, di tradizioni e cultura, la rende singolare. Come spiegare a chi non è siciliano la Sicilia? Non si può, completamente e totalmente, perché si può solo viverla, abbracciarla, respirarla… nascendoci. La Sicilia vuole e deve essere provata: viverla è come rigenerarsi nello spirito. Quando guardo la natura che la circonda e le bellezze che la contraddistinguono resto affascinata e commossa. Se dovessi citarle tutte ci vorrebbe più di un semplice articolo. Ci sono le bellezze lasciate dai Fenici e quelle lasciate dai Greci. E poi, quelle naturali, come i faraglioni di Scopello da una parte e quelli di Taormina dall’altra; le saline di Trapani, l’incantevole isoletta di Mozia, o la greca Selinunte. Per non parlare dell’incanto delle isole che la circondano: le Egadi e le Eolie. E tante volte mi chiedo perché così tanto bella e così oltraggiata e mortificata dalla grettezza di uomini che non hanno saputo valorizzarla e idolatrarla, già fonte naturale di spontanea ricchezza. E, nonostante questo acuto dolore, resto qui, come le antiche donne di un tempo, che rimanevano silenziose ed operose in attesa del loro perduto amore, partito per altri lidi e per i più svariati motivi, ma sempre fiduciose e fedeli del loro ritorno, nell’invincibile sentimento mai passato. Voglio vederla risorgere, la mia terra, voglio sorridere di lei, per lei, che è la Signora del mare, del sole, dei fiori, della più rigogliosa natura, ma anche terra piena di contraddizioni: la terra dei carretti e dei paladini. Ma, alcuni “notabili”, forti della loro prepotenza, non vogliono che ciò accada. Non vogliono che i nostri figli godano di questa magia e che la tramandino da padre in figlio. E, forse, se le volontà non muteranno, ci dovranno rinunciare, per trovare sistemazione, lavoro e possibilità di esprimere ed attuare il loro ingegno. Perché è attraverso il lavoro che si dà identità alla propria esistenza. Non si può vivere di soli sogni e di profumi; di monumenti e immaginazioni; di vedute paradisiache e di colori. La realtà è ben diversa, e necessita anche del pane quotidiano. Sicilia mia, madre terra abbandonata e di abbandono, infangata e umiliata da insana ingordigia, mortificata dalle speculazioni del potere di siciliani corrotti, senza identità né amore, fai in modo che i nostri figli e le nostre più belle menti restino qui, devono poter operare qui, non andare via, mai, mai più! Non perdiamo la speranza di restare nella nostra terra, lottiamo per restare, la nostra identità è importante. E a Voi, uomini di assurdo potere, chiedo di farci restare qui, tra le nostre radici, fino a che morte non ci separi.
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