Sergio Mattarella, primo giorno da Presidente della Repubblica. Una domenica sobria, come tutte le altre, in Chiesa nella preghiera e nella riflessione. Sente il peso della responsabilità, il Presidente, perché è un uomo sincero sia nei confronti del personale credo che nelle Istituzioni che rappresenta. Ieri, alle Fosse Ardeatine il primo messaggio. Per chi avesse ancora dubbi interpretativi o volesse fuorviarne le intenzioni, sappia che è stato un messaggio di forza, la conferma di una personalità che non cede ai principi. E, nonostante tutte le migliori prospettive e intenzioni, i media ci hanno restituito solo pochi momenti di istintiva gioia, oscurati dalle solite bagarre e perfino da spiccia volgarità, rispetto a quella che avrebbe dovuto essere una vera grande festa nazionale. Evidentemente, non ci siamo stancati di farci arridere da tutta l’Europa, non sentiamo più l’orgoglio nazionale - sano sciovinismo - di presentare un Presidente di tutto rispetto e perfino invidiabile per l’elevato profilo morale.
La politica di palazzo ha generato i soliti veleni: chi si è sentito spiazzato e perdente non ha risparmiato dichiarazioni offensive, che non riporterò per non oscurare il momento di gloria e, soprattutto, ponderazione per un futuro già di per sé incerto e preoccupante. Auspico, da ora in poi, la fine di questo circo mediatico per convergere ad atti di osservazione positiva nei confronti di una Nazione al collasso e che dimostra disunità.
Sergio Mattarella è il dodicesimo Capo dello Stato, eletto con 665 voti al quarto scrutinio, e una convergenza più ampia (superando i due terzi invocati), di quella che i partiti si aspettavano, premier Matteo Renzi in testa.
Una considerazione incontestabile è quella che ha vinto la politica della Prima Repubblica. É abbastanza evidente che l’ultimo ventennio non sia stato in grado di produrre personalità che potessero avere - insite e insieme - tutte queste doti umane e professionali. Abbiamo già sentito e letto sulle qualità umane e professionali del neo Presidente, un curriculum di tutto rispetto, perfino una fede religiosa di ferro che, a mio avviso, genera ancora più profondità di riflessione nel rispetto degli altri. Credo che l’esordio timido, composto e serio siano la mera espressione dell’Uomo e, nel contempo, del politico Mattarella. Le sue prime parole: “Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E' sufficiente questo.” hanno immediatamente spiegato la missione e ciò che si appresta a fare. Per me, e tutti Siciliani, un’immensa gioia, un vivo orgoglio e un onore, poter annoverare fra le personalità di cultura dell’Isola anche un prestigioso Presidente della Repubblica. E mi piacerebbe, anche se sono consapevole che non è così, la stessa condivisione da parte di tutto lo Stivale.
Mattarella non deluderà le aspettative degli Italiani! E lo farà sempre nel rispetto delle Sue competenze e del Suo ruolo.
Gli amici, la vita sobria dedita agli affetti familiari, la consacrazione alla cultura, perfino le stanze della sua abitazione, arredate soprattutto dai libri e dalle scartoffie delle scrivanie, ne sono la testimonianza. Uomo schivo, di poche parole e dai toni sempre moderati, lo descrivono così gli amici di Palermo e i colleghi Giuristi, un Professore di Diritto Pubblico mite ma fermo nel sostenere le sue idee.
Una carriera politica che inizia dopo la morte del fratello Piersanti: forse non una scelta dettata dalla passione, ma che mantiene e modula alle Sue peculiarità con l’ausilio degli studi volti ad atti, proposte legislative e cariche istituzionali.
Mattarella, dunque, una bella figura, un grande Costituzionalista, un Uomo rigoroso, riflessivo e cauto. Un esempio per tutti gli Italiani, anche per quelle frange razziste che devono sempre e comunque dissacrare, per partito preso, senza neanche documentarsi e interessarsi della realtà. E forse, per la prima volta, l’Italia politica ha dato prova di maturità e perfino della tanta invocata stabilità. Forse, si potranno fare veramente le riforme volute dal Governo. Con il neo Presidente, è stato riesumato il cattolicesimo democratico, e magari anche la famiglia, in una società sempre più egocentrista e lontana dai valori che l’hanno contraddistinta dalle altre culture mondiali. Culture dove si uccide davanti alle telecamere. E, soprattutto, il valore del Sapere, della conoscenza, la sola arma, la più potente e l'unica che potrà salvarci. Ed è per queste ragioni che ho assaporato con molta emozione il Suo primo saluto da Presidente, nelle parole che hanno sintetizzato tutto il malessere diffuso, ma nel contempo intrise di speranza e di recupero delle nostre esistenze all’insegna di nuove strade da seguire. Sono conscia del ruolo, so che non potrà risolvere tutti i problemi dell’Italia, e le difficoltà che alimentano i nostri giorni malati. Ma credo nelle imponenti figure, nei leader moderati e buoni, nelle persone giuste. Credo negli esempi, nei punti cardine, ai quali ho ispirato tutta la mia vita. Credo nei valori antichi, nell’amore sincero, nell’amicizia disinteressata e nella sapienza. La Sua personalità mi ha commossa, riportandomi ai tempi in cui una stretta di mano costituiva un contratto, un patto d’onore. Speriamo, Signor Presidente! Speriamo di cancellare a poco a poco un passato che ci procura dolore e disonore, speriamo di fare rinascere la cultura dell'amore, dei valori e della serietà; di ricreare l’uomo e la saggia cooperazione fra i popoli… E tutti insieme la nostra – disunita - Italia.
Auguri, Presidente!
Marina De Luca
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