Mercoledì 20 Giugno si apriranno, con il tema d’italiano, gli esami di Stato 2012 per tutte le scuole di ogni ordine e grado; faranno eccezione gli alunni dell’Emilia Romagna che, duramente colpiti dal terremoto, sosterranno soltanto gli esami orali. Un anno contrassegnato da molteplici difficoltà quest’indimenticabile 2012, e su molti fronti. Ma questi esami ribattezzati da Maturità a Stato hanno ancora un senso? Forse no, credo proprio di no. Sono tempi nuovi, i tempi della rete, delle e-mail, e perfino le tracce saranno inviate con i nuovi mezzi di diffusione e informazione, nel rispetto della legalità s’intende, a tutela della buona reputazione della scuola italiana. Buona reputazione? Ci pare quasi un’eresia, una provocazione! Eppure, dovrebbe essere normale. E invece anche l’argomento scuola, insieme ai tanti che il nostro Paese sta vivendo e affrontando in questi tristi giorni, è dolente. E proprio dalla scuola, secondo me, si dovrebbe partire per ricostruire. La scuola come base di formazione degli uomini di domani, dei cittadini del prossimo futuro, dei nuovi professionisti, dei futuri governatori. E potrebbe essere un reale segnale davvero positivo per iniziare a recuperare quella dimensione etica che la società sembra aver smarrito in quest’infelice stagione di tristezza globale. Ma gli esami di Stato, com’è noto, da anni suscitano discussioni e pongono in modo insistente alcuni interrogativi. Perché, diciamoci la verità, questi esami di Stato così come sono stati strutturati e istituzionalizzati non servono quasi a nulla. Ho sempre ritenuto gli esami (di qualsiasi tipo) un momento importante nella vita di un uomo, anche da adulti, e in particolare da giovani. Sono riti di passaggio, di crescita individuale e collettiva. Servono a temprare il carattere che etichetta la varie fasi della vita: dalla fanciullezza alla maturità, favorendo, in un certo senso, a preparare i giovani alle sfide più impegnative che la dura vita riserverà. La scuola intesa dunque come prima società, dove raffrontarsi e lottare: un vero e proprio banco di prova del carattere di un individuo, di ciò che potenzialmente “potrà essere” e poi sarà. Alla luce di questa riflessione, ancor prima di riformare l’esame di Stato, occorre riformare la scuola restituendole l’antico prestigio formativo che oggi sembra aver perso nella sua totalità. La scuola, così com’è, risulta inadeguata e non anticipa l’inserimento nel mondo lavorativo, né porta in salvo la socialità. Anzi, sta perfino creando nuove figure di individui vuoti e insensibili: i bulletti. E la cultura? Una somma tragedia. Ci basterà seguire un talk show televisivo dei nostri giorni per averne assoluta conferma. I giovani non sanno collocare la storia nel tempo. L’ottocento, il novecento o la storia contemporanea sono la stessa cosa. E le scienze matematiche? Neanche a discuterne. Le calcolatrici prima, e i computer dopo, hanno totalmente inibito qualsiasi sforzo all’utilizzo della logica. Occorre, dunque, una vera e propria riforma strutturale all’intero del sistema scolastico, della formazione nella sua totalità: dall’asilo all’università, e in tutte le aree dello scibile umano. Un compito arduo, non c'è dubbio, ma non impossibile e comunque dovuto e urgente. E alla luce di quanto espresso è d’obbligo rivolgere un pressante invito alle forze politiche affinché restituiscano rinascita, serietà e dignità alla scuola italiana, così come lo è stata nel passato, prima che muoia definititvamente. Ciò potrà avvenire ponendo fine alla distruzione del nostro sistema educativo, investendo nella scuola, nella ricerca e nella cultura. Occorrerà a tal fine migliorare il personale docente di ogni ordine e grado per fornire nuove competenze e mezzi necessari ad assicurare una maturità civica e consapevole ai giovani del Terzo Millennio.
Un tuffo nel mio passato.
Ieri mentre passeggiavo a Mondello sulla nostra stupenda spiaggia palermitana, in una bella giornata di sole tutta da godere, ho incontrato lo sguardo di una giovane ragazza che tratteneva un libro sulle gambe esposte al sole, e lo sguardo perso nel blu del mare o forse del cielo … chissà. Ho capito che cercava di coniugare studio e svago. Non mi è mai piaciuto osservare le persone, però questa volta è successo, perchè attratta dal libro. Ad un certo punto i nostri sguardi si sono incrociati e le ho sorriso. Lei ha ricambiato e poi è ritornata nei suoi pensieri, o forse affanni, e io nei miei ricordi di tanto tempo fa, di quando avevo anch’io lunghi capelli biondi sulle spalle e occhi pieni di fragilità, speranza ed entusiasmo. Mi sono diplomata a soli 17 anni, perchè avevo fatto la primina. A quattro anni leggevo, a modo mio, ma leggevo. Mi ricordo la prima cosa che lessi. Ero con mio padre ad un distributore di benzina Esso. Lui mi coccolava, ma gli piaceva, nel contempo, stuzzicare e mettere alla prova le mie capacità intellettive. Le passeggiate in automobile resteranno per sempre, al di là della stessa vita, i nostri momenti più belli, ricchi di magia. Quelli in cui cantavamo a squarciagola e tante altre cose che non oso raccontare. Dunque, vi dicevo, che in questa occasione mi chiese di leggere l’insegna del distributore. E io lessi, per la prima volta in assoluta autonomia, letteralmente così: “tres-so!”. Mio padre scese dall’automobile, aprì la portiera posteriore, mi prese fra le braccia e iniziò a farmi volare in alto mentre mi baciava teneramente. A mia madre diceva: questa bambina è un genio, un capolavoro! Era felice, orgoglioso... Ė chiaro che unii quello che mi era sembrato il numero 3 (la E capovolta) alle letterine, e di lì la magica parolina che lo fece impazzire di felicità e che ancora oggi mi suscita, seppur nel ricordo, indelebile emozione … Perdonate questa personalissima divagazione, questo tuffo nel mio passato, ma non ho potuto farne a meno.
Ricordo ancora gli anni del liceo - liceo scientifico per me - anni belli. I miei compagni erano soggetti interessanti e ottima l'interazione con gli insegnanti. Li ricordo ancora con moltissimo affetto e stima imperitura. Ecco, ritengo che per un genitore che accompagna i figli nel lungo percorso della formazione, gli anni della scuola sono o dovrebbero essere fondamentali e formativi, dove poter incontrare docenti preparati sia culturalmente che psicologicamente, per un adeguato e costruttivo raffronto, al fine di seguire al meglio il percorso degli studi dei figli e la loro futura formazione, unendoli alle personali e soggettive inclinazioni. Gli insegnanti di oggi devono essere rimessi in cattedra, riacquistare il loro prestigio e ritornare a ricoprire i loro effettivi ruoli di formatori. Sono i punti cardine della scuola, coloro che insegnano le materie e che dovrebbero anche riuscire ad innescare e a tirare fuori le migliori capacità individuali e perfino i sogni! E riuscire così ad accrescere l’autostima dei giovani alunni per poi lasciarli nel cammino della loro vita autonomi e sicuri . A voi, cari ragazzi, voglio ricordare che state vivendo gli anni più belli, anche se non ne avete piena consapevolezza. Siate più obbedienti, senza trascurare lo spirito avventuroso che giustamente caratterizza i vostri anni. Non lasciatevi incantare da inutili miti né vincere da questo malessere profondo che attanaglia l’umanità, anche la più giovane e spensierata. Anche se molte volte avete ragione. Oggi non c’è nulla: solo esodati, disoccupati e miliardi di naufraghi alla ricerca di zattere a cui aggrapparsi per sopravvivere. E mille irrisolti perchè. E sono innumerevoli e destinati ad aumentare - se le cose non cambieranno - quegli sguardi spenti, persi nel vuoto di un futuro senza luminosi orizzonti ... né sogni. Ma i sogni no, quelli non dobbiamo farceli togliere da nessuno, non dobbiamo mai permetterlo. Nessuno osi! Ed è per questo - nonostante lo sfascio più totale - che vi invito a studiare. Dovete farlo, non per diventare medici, avvocati o ingegneri, in prima istanza solo per voi, per non farvi mettere a tacere da nessuno, per avere armi pari nella lotta, per poter gridare le proprie ragioni a testa alta, per accrescere il senso civico e i sentimenti di legalità. Per comprendere meglio i vostri diritti, ma soprattutto per esercitare consapevolmente i vostri doveri. E potrei continuare all’infinito. E non importa chi sarete, ma solo come sarete. Questo si, è davvero fondamentale! Il mio più affettuoso in bocca al lupo! E non solo per gli esami di Stato, per me sempre di Maturità, ma per quelli della VITA, decisamente più importanti!
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