Quando si dice: ‘stasera vado ad un concerto’ abitualmente si pensa di andare in una sala da concerti, in una chiesa, a teatro, in uno spazio dove si fa cultura, ma non sempre è così.
Era infatti l’ultimo giorno di giugno del 2011 e mi trovavo, come di frequente, a soggiornare sulle alture che circondano il Lago Maggiore e tanto per non perdere le buone abitudini di ascolto avevo scovato tra i depliant dell’Ufficio Turistico una strana proposta: ‘ WILD PIANO’ Un pianoforte selvaggio che suona la natura, ove la musica non è mai stata.
Come non farsi rapire da una proposta del genere? Un pianoforte all’interno della montagna...
Antica Cava di Ornavasso (Verbania) - Giovedì 30 giugno 2011
Wild Piano -Compositore Pianista Filippo Binaghi
All’ingresso della galleria artificiale di 200 metri che porta nel cuore della montagna, da dove sono stati estratti i primi marmi per la costruzione del Duomo di Milano, di Pavia e di moltissimi altri celebri monumenti italiani, gli spettatori vengono dotati di casco protettivo di colore giallo.
Raggiunta la Cava, ci si ritrova all’interno di una naturale scenografia che fa pensare ad una cattedrale, involontariamente realizzata dall’uomo mentre, profanandola, progettava la costruzione di altre cattedrali.
Il palcoscenico si presenta come un amplissimo e sontuoso altare dove si celebra il rito del ringraziamento all’ingegno umano e si chiede perdono alla natura per le pesanti ferite inflittele.
Filippo BINAGHI, compositore e pianista, porta il ‘pianoforte’ ove la musica non è mai stata: ai bordi di una palude, su di una spiaggia, in vetta ad un montagna o nel cuore di marmo della stessa….rivisitando e reinterpretando grandi compositori quali Beethoven, Mozart, De Falla, Strauss, oltre ad autori contemporanei di brani celebri, che con le loro colonne sonore hanno sottolineato e fissato lo scorrere di immagini che, anche grazie alla loro musica, sono rimaste nelle menti e nei cuori.
Le luci si abbassano o mutano di colore per un concerto in mezzo a rivoli d’acqua che creano naturale scenografia a 9° di temperatura.
L’acustica è particolare ed il suono prodotto dalle abili mani di Binaghi diventa metallico con la sensazione dell’amplificazione, peraltro inesistente. Forse proprio questa particolare atmosfera ed acustica, rimandano al mare quale indissolubile terminale della montagna; spumeggiante o profondo, il concertista corre veloce sulla tastiera quasi non soffermandosi neppure per gli applausi spontanei.
A pianoforte aperto, e sullo stesso, scorrono proiezioni di paesaggi selvaggi evocati dalle virtuosistiche esecuzioni dal sapore aspro e forte dell’ improvvisazione.
Con tecnica innovativa offre una musica mai sentita, come recita il titolo della serata, senza allontanarsi però dalla ricerca della sensazione e dell’armonia che va a colpire i più intimi sentimenti d’amore, di supplica, e d’attesa.
Dall’alto soffitto scendono gocciole a ritmare la ‘Barcarola ‘ da Les Contes d’Hofmann’ di Hoffenbach, piuttosto che l’’Adagetto’ dalla V° di Mahler, o il ‘Bolero’ di Ravel decisamente rivisitati e contaminati non solo dall’impervia natura che ospita il suono….
La musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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