Musica di PIETRO MASCAGNI/RUGGERO LEONCAVALLO
Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci/Ruggero Leoncavallo
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Regia Matteo Mazzoni
Scene Matteo Capobianco
Costumi Roberta Fratini
Visual Designer Luca Attili
Luci Ivan Pastrovicchio
Santuzza - Cristina Melis
Turiddu - Zizhai Guo
Lucia - Giorgia Gazzola
Alfio - Marcello Rosiello
Lola - Mariangela Marini
Nedda - Alessandra Adorno
Canio - Gustavo Porta
Tonio - Marcello Rosiello
Peppe - Enrico Maria Piazza
Silvio - Andrea Piazza
Orchestra Filarmonica Italiana
Schola Cantorum San Gregorio Magno
Maestro del Coro - Alberto Sala
Coro voci bianche di Novara
Maestro del Coro - Paolo Beretta
Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara
Il classico binomio di Cavalleria Rusticana e Pagliacci , nella messa in scena al Coccia di Novara è realizzato con un solo impianto scenico, tratteggiato da caratterizzazioni sceniche per ognuna delle due storie a forte valenza sociale e ben inserite nel momento storico in cui avvengono, ispirate a fatti di cronaca realmente accaduti. La scelta delle proiezioni in 3d è sempre vincente: aumentano gli spazi e restando dentro alla narrazione qui rappresentata in modo classico, che ben fotografa la dura realtà delle campagne, della terra e l’immersione totale nell’acqua! Risulta anche interessante la proiezione del siparietto con Arlecchino e Colombina ai lati: la classicità incontra il contemporaneo senza invadenze, ma con rispetto della storia e della partitura. Apprezzabili il Visual designer Luca Attilii, e lo scenografo Matteo Capobianco, con una doverosa evidenza per il regista Matteo Mazzoni che ha curato dettagli quali il pulirsi la bocca di Santuzza dopo aver urlato ‘A te la mala Pasqua’ o Mamma Lucia che presagisce la morte di Turiddo e lo segue verso l’orto del duello per arrestarsi conscia dell’inevitabile. Quale cronaca contemporanea non mancano scene di violenza all’interno della coppia.
Il ‘Verismo’ in scena nell’abbinamento delle due opere, risale al 22 dicembre 1893 al Metropolitan di NewYork dove per la prima volta le commoventi arie di Mascagni e Leoncavallo si alternarono in un susseguirsi di emozioni.
E’ realmente difficile non commuoversi all’Intermezzo di Cavalleria o ‘Mamma quel vino è generoso’ preludio alla tragedia, così come in ‘Pagliaccio non son’ in Pagliacci con l’atteso ‘Prologo’ per poi ultimare con la beffarda battuta ‘La Commedia è finita’.
Venendo alle voci interpretative di questa edizione novarese si può globalmente apprezzare il cast, il Coro della Schola Cantorum Gregorio Magno sempre eccellente sotto alla direzione di Alberto Sala quanto le voci bianche dirette da Paolo Beretta.
Santuzza incontra Cristina Melis che interpreta con passione e bei colori; Zizhai Guo sale sul palco nel ruolo di Turiddo e si fa apprezzare per l’indubbia duttilità. Lucia Gazzola, contralto ben timbrato e molto accorata. Marcello Rosiello lo troviamo convincente prima in Alfio e poi in Tonio sia musicalmente che attorialmente. Mariangela Marini è accattivante e ‘fedelmente’ sprezzante in Lola e Alessandra Adorno ben si trova in Nedda che interpreta con agilità. Gustavo Porta sa travalicare abilmente la realtà che prevarica la finzione e vocalmente è assolutamente credibile con bei toni. Andrea Piazza è appassionatamente un brillante Silvio.
I costumi di Roberta Fratini caratterizzano bene i vari personaggi e sempre interessanti le luci di Ivan Pastrovicchio.
Fabrizio Maria Carminati, ben conosciuto direttore, tiene l’Orchestra Filarmonica Italiana con un bel gesto chiaramente leggibile.
Insomma ancora una volta il Coccia di Novara ha saputo realizzare una messa in scena di valore e carismatica.
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone
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