Gabriele Pignotta
Che Disastro di Commedia
di Henry Lewis, Jonathan Sayer, Henry Shields
con Luca Basile, Alessandro Marverti, Valerio Di Benedetto, Yaser Mohamed, Marco Zordan, Stefania Autuori, Viviana Colais.
Regia Mark Bell
Traduzione Enrico Luttmann
AB MANAGEMENT E OPERA PRIMA
Un disastro davvero, ma ovviamente solo per la distruzione totale della scena, perché in quanto a risate, direi un successo ! Non sono un tipo che a teatro ride facilmente e non mi sono sufficienti facili e scontate gags per divertirmi: il mio subconscio chiede sempre qualcosa in più, come ritmo, azione, dialoghi, trama, idee, brillantezza e vivacità!
Devo dire che in ‘Che disastro di commedia’ ho trovato tutto: nulla di scontato o di dejà vù. E’ un susseguirsi di battute, colpi di scena, apparizione e sparizione di oggetti e persone, crolli improvvisi di soppalco, quadri ed oggetti che si staccano dalla parete: insomma un vero disastro, risultato intelligente di una grande opera registica ed interpretativa che nulla lascia al caso, ma studia nel dettaglio ogni battuta, ogni atteggiamento, ogni crollo! Solo una grande abilità può presentare al pubblico dei personaggi strampalati, ma interpretati con maestria, tecnica e fisicità.
Si arriva in teatro e gli attori stanno ancora allestendo la scena e finalmente dopo anni, la compagnia ‘amatoriale’ ha ricevuto dei soldi in eredità e può realizzare una scenografia importante! Tavolo di regia a sottopalco, interpeti ringalluzziti dal lascito ereditario, ma, …. ma le abilità sono scarse, ecco perché poi crolleranno le scene man mano che la narrazione prosegue, fino al crollo totale al finale; ma non basta questo: si perdono copioni, oggetti di scena ed altre calamità in un’esilarante racconto di qualità! Il regista Mark Bell nelle note di regia conclude: Io ho solo aiutato! Ed da questa modesta affermazione trapela tutto il lavoro concettuale e di grande impegno svolto.
Gli attori, sono veramente ‘ognuno nel proprio ruolo’ ed in opposto a come avviene di solito, ovvero che sempre c’è ‘una nota stonata’, in questo caso è difficile riscontrare un interprete non a suo agio nella parte. Agili ed atletici saltano finestre, scivolano dal soppalco, si rotolano a terra nella ricerca del colpevole dell’assassinio compiuto ad inizio opera, ma che al fine non si capisce neppure più quanti sono i cadaveri, i morti o semplicemente feriti dall’apertura violenta di un porta, che poi ovviamente crolla. Tutti sembrano stupidi e questo è senza dubbio il risultato di una capacità eccezionale, comprovata dal successo delle lunghe tournèe nel Regno Unito, in buona parte dell’Europa ed ora anche in Italia !
Alla prossima occasione di qualità !
Renzo Bellardone
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