Per i melomani, ovvero per i “malati d’opera” è un delitto perdersi un ‘Don Carlos’ oltre tutto vicino a casa; così è stato anche per me, ancor più che la locandina riporta nomi tra i più brillanti del firmamento operistico mondiale. E’ stata una esperienza di vita ed una lezione di teatro musicale, a partire dalla direzione dell’ottimo M°Noseda, passando dalle voci (appunto tra le più belle) per giungere all’essenza emozionale che la musica trasmette sempre a chi ha mente e cuore aperti alle sensazioni più intime.
TEATRO REGIO – TORINO 7 APRILE 2013
DON CARLOS
Libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle
dal poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien
di Friedrich Schiller
Musica di Giuseppe Verdi
Personaggi |
Interpreti |
Don Carlo, infante di Spagna tenore |
Ramón Vargas |
Elisabetta di Valois soprano |
Barbara Frittoli |
Filippo II, re di Spagna basso |
Ildar Abdrazakov |
Rodrigo, marchese di Posa baritono |
Ludovic Tézier |
La principessa Eboli mezzosoprano |
Daniela Barcellona |
Il grande Inquisitore, cieco |
Marco Spotti |
Un frate basso |
Roberto Tagliavini |
|
|
Tebaldo soprano |
Sonia Ciani |
Voce dal cielo soprano |
Erika Grimaldi |
Il Conte di Lerma tenore |
Dario Prola / Alejandro Escobar |
Un araldo del re tenore |
Luca Casalin |
Deputati fiamminghi bassi |
Fabrizio Beggi, Scott Johnson, Federico Sacchi, Riccardo Mattiotto, Franco Rizzo, Marco Sportelli |
|
|
Direttore d'orchestra |
Gianandrea Noseda |
Regia, scene e costumi |
Hugo de Ana |
Coreografia |
Leda Lojodice |
Luci |
Sergio Rossi |
Assistente alla regia |
Filippo Tonon |
Assistente alle scene |
Juan Guillermo Nova |
Assistente ai costumi |
Cristina Aceti |
CONTRASTI E CONFLITTI, OVVERO Il “Don Carlos”
Forse proprio i vari rimaneggiamenti e interventi sulla stesura iniziale, hanno portato al meritevole risultato finale che si è ‘vissuto’ al Regio di Torino che riconferma il ‘Don Carlos’ una delle più belle partiture dell’ottecento italiano e nel dettaglio anche del panorama verdiano.
Partendo dalla scena, Hugo De Hana ha mantenuto il tratto classico con sapiente introduzione di elementi di assoluta modernità che si sono amalgamate con le luci (splendide le colonne illuminate ed in movimento, immerse in un intenso buio avvolgente) disegnate da Sergio Rossi; dal punto di vista registico e dei costumi, inevitabile cogliere il contrasto tra l’opulenza fastosa della imperversante chiesa che decreta e domina anche i re, con le turbolente e nere passioni che albergano negli animi dei personaggi.
L’esperienza intensamente vissuta, inizia dall’ouverture che senza esitazioni catapulta nel vivo della partecipazione, così come partecipata è la direzione del M°Gianadrea Noseda, che raggiunti gli apici della bravura e della conoscenza, con il consueto gesto ampio e molto descrittivo vive l’opera in simbiosi evidente con i meritevoli professori d’orchestra ed i cantanti da gran firmamento compiendo un’opera di vibrante maieutica che porta all’espressione di una cifra interpretativa di rilucente prestigio . il Coro diretto da Claudio Fenoglio ha abituato a delle performance di tutto rilievo ed oramai a Torino si da per scontato l’ascoltare brani di assoluta coinvolgente piacevolezza.
I contrasti fra padre e figlio, le diverse concezioni politiche e gestionali, i conflitti tra Stato e chiesa, trovano habitat naturale sul palcoscenico del Regio grazie all’ottima globale resa vocale ed attoriale degli interpreti.
Don Carlos trova la voce ed i panni in Ramon Vargas che non lesina nel ruolo del titolo e si offre generoso nelle arie e nei vari duetti e terzetti.
Barbara Frittoli è eccellente Elisabetta di Valois, che impersona con il tratto della sicura professionista, con voce mirabilmente fresca ed omogenea, con accenti di rara bellezza.
Filippo II trova il suo interprete in Ildar Abdrazakov : voce profonda con un colore amabilmente scuro giunge all’attesa ‘Ella giammai m’amò’ con certezza interpretativa ed offre la famosa aria con poetica sofferenza soffusa di carezzevole colore.
Ludovic Tezier è il baritono dalla possente voce che realizza un magnifico Rodrigo, marchese di Posa: presenza scenica, voce timbricamente rilevante, linea di canto accattivante e credibile possenza.
Il mezzosoprano Daniela Barcellona è la Principessa Eboli e con la ben conosciuta duttilità e coloristica riesce a portare alla commozione, spaziando sul rigo con naturale semplicità.
Il Grande Inquisitore è il basso Marco Spotti che abilmente è terrificante fin dal duetto con Filippo II. La profondissima voce, con tratto deciso, delinea non solo il personaggio, ma un ampio spazio storico.
Un apprezzamento anche agli altri ruoli/interpreti: Roberto Tagliavini, Sonia Ciani, Erika Grimaldi, Dario Prola, Luca Casalin i bassi deputati fiamminghi.
L’insieme di molte bravure e di grandi professionalità hanno permesso la realizzazione di una Grand’Operà che ha soddisfatto i palati della tradizione come quelli dell’innovazione e sopra tutto e tutti,
la Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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