Voler essere quello che non si è!
Quanti personaggi, quante figure di tutti i tempi ed anche dei giorni nostri, vanno ad identificarsi in questo borghese che si atteggia a nobile parimenti a colui che ha in tasca quattro conoscenze abbozzate ed imita goffamente, magari cercando grossolanamente di prevaricare colui che invece ‘conosce’ per davvero! E talvolta nella presunzione stolta si invidia e si cerca di banalizzare l’oggetto dell’invidia.
Il Borghese gentiluomo -Teatro Coccia Novara 11 marzo 2017
Di Molière
Con Emilio Solfrizzi
E con Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini,
Simone Luglio, Elisabetta Mandalari
Costumi Sandra Cardini
Regia di Armando Pugliese
Produzione ErreTiTeatro30, Roberto Ton
Il signor Jourdain poveretto, vive una vita fasulla, ricca solo di illusioni e di invidie di chi è veramente, quello che lui vorrebbe essere e si potrebbe continuare all’infinito con osservazioni e paragoni fino all’esaurimento delle forze!
La regia di Armando Pugliese con l’aiuto di Norma Martelli è davvero curata in ogni particolare, con dettagli che rimandano all’epoca della scrittura ed altri assolutamente contemporanei; il tempo della vicenda si colloca in una sorta di ‘cicli e ricicli storici’ con un ripetersi fino ad oggi di certi stolti comportamenti. La scena fissa realizzata da Andrea Taddei ben si attaglia sia alla commedia dell’arte che a rappresentazioni moderne con un testo ed ambientazioni riadattate al gusto corrente con intrusioni positive di mimiche e balletti. Interessanti le musiche di Antonio Sinagra che con le luci disegnate da Gaetano La Mela e le coreografie di Aurelio Gatti rendono vivace e brillante la trasposizione coerente.,
Gli attori sono davvero bravi e coinvolgenti tutti quanti, ognuno davvero calato nel personaggio! Uno per tutti e tutti per uno, ma un accenno sentito va al mattatore Emilio Solfrizzi che fa dimenticare che la commedia sia stata scritta nel 1670, peraltro a soli tre anni dalla morte del grande Jean-Baptiste Poquelin (Parigi, 15 gennaio 1622 – Parigi, 17 febbraio 1673), in arte Molière.
Dal maestro d’armi fino al filosofo è un avvicendarsi di simpatiche invenzioni teatrali, quali l’imitazione del raglio d’asino all’emissione vocale per tentare un bel ben fraseggiare ed un corretto pronunciare le vocali, non meno divertente risulta il parodistico duello tra il Borghese e la comicissima cameriera. Caricaturalmente ci si imbatte in una scena a quattro voci che fa venire in mente un comico quartetto rossiniano.
Lavoro teatrale veramente gradito ed apprezzato dagli spettatori in sala.
Renzo Bellardone
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