LA GIARA
Creazione in atto unico liberamente ispirata all’omonima novella di Luigi Pirandello
Musica di Alfredo Casella
Nuova commissione del Teatro Regio - Prima assoluta
Compagnia Zappalà Danza Danzatori
Danzatori: Adriano Coletta, Filippo Domini, Rubén García Arabit, Alberto Gnola,
Marco Mantovani, Gaetano Montecasino, David Pallant, Junghwi Park,
Adriano Popolo Rubbio, Dario Rigaglia, Erik Zarcone
Regia, Coreografia, luci: Roberto Zappalà
Drammaturgia: Nello Calabrò
Costumi: Veronica Cornacchini e Robereto Zappalà
Assistenti alla coreografia: Ilenia Romano e Fernando Roldàn Ferrer
Direttore tecnico: Sammy Torrisi
Direttore d’Orchestra: Andrea Battistoni
Orchestra Teatro Regio
Nuovo allestimento
Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza
Centro Nazionale di Produzione della Danza
E' come trovarsi in un film muto dove bastano le immagini coloratissime dei costumi ideati da Veronica Cornacchini e dallo stesso Roberto Zappalà ideatore, regista coreografo della danza contemporanea ispirata alla Giara di Pirandello; dicevamo di un film muto in quanto le parole non servono per visualizzare l’idea della giara quale grande contenitore dai colori argillosi dai riflessi ramati che nel suo ventre contiene una società maschilista che non considera l’altra faccia del mondo ovvero il femminile: in scena undici danzatori uomini senza una donna. Eppure raccontano delle turbe intime fino ad una spettacolare pioggia finale di olive a rappresentare l’arrivo della vita, la nascita ! Rappresentazione sicuramente non facile dove è difficile reperire gli elementi ed i simbolismi che l’ideatore ha voluto inserire, ciò nonostante è uno spettacolo coinvolgente che sa attrarre ed emozionare.
La musica di Alfredo Casella è a tratti dolce e poi quasi irruente come è tonale ed a tratti atonale con impervie altezze e nascoste profondità. La direzione è affidata ad Andrea Battistoni (conosciuto anni fa quando vinse l’ultima Masterclass del Maestro Gianandrea Noseda allo Stresa Festival e ritrovato poi sul podio di altri festivals e Teatri). All’improvviso da retro palco una canzone dialettale cantata da Marco Berti che dona un tocco ulteriore di sicilianità poetica.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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