Stresa - Palazzo dei Congressi, 24 agosto
Fazil Say, pianoforte
Gstaad Festival Orchestra
Neeme Järvi, direttore
B. Smetana, La Moldava
F. Say, Water
B. Britten, da Peter Grimes: Four Sea Interludes
C. Debussy, La Mer
Uno dei festival italiani più importanti della cosiddetta ’musica colta’ è sicuramente lo Stresa Festival proposto dall’Associazione Settimane Musicali di Stresa e del lago Maggiore.
Come tutte le iniziative culturali anche questa soffre della carenza di sostegni finanziari, ma con l’attenta programmazione del direttore artistico Gianandrea Noseda , l’impegno di tutto il Consiglio presieduto da Giovanni Medeot e la dedizione dello staff anche il 2013 vede una programmazione ricca qualitativamente e qui racconto della serata inaugurale del 24 agosto.
LA SORPRESA…CHE SORPRENDE!!
Ebbene si, la maggior parte del pubblico è stata sorpresa dall’interpretazione del programma in cartellone per la serata inaugurale dello Stresa Festival 2013.
I giovani musicisti dell’orchestra diretti con garbo ed eleganza da Neeme Järvi hanno offerto una ottima prestazione, risultato dell’esperienza del direttore addizionata all’entusiasmo giovanile degli orchestrali.
Con i delicati flauti ed il pizzicato dei violini si apre con La Moldava di Smetana che senza trionfalità e ridondanza rimanda agli inni con grande liricità.
Il filo conduttore della serata è l’acqua che con Fazil Say si sente e percepisce ora saltellante, ora a cascata ed ora impetuosa attraverso sonorità particolari ottenute con le corde del pianoforte.
Sonorità trattenute tra voci ed echi lontani: la civetta, i gabbiani, lo sciabordio del mare in un clima di forte attesa; Fazil Say quale compositore, ha fatto ricordare i menestrelli di un tempo, con racconti scritti con la struttura musicale contemporanea ed interpretati poi con eclettiche improvvisazioni e bravure quali un bellissimo trillo al melodico.
Con Britten la tragedia aleggia nell’aria e l’orchestra ben sa creare l’atmosfera cupa e tragica della narrazione, tra flutti impetuosi e risacche impietose.
Con Debussy ancora una volta si assapora il moderno che incalza, tavolta tormentato senza la promessa dell’estasi.
La musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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