La musica è veramente di difficile definizione; si dice infatti anche “musicalità della parola”, dove la voce diventa lo strumento “umano” che emette i suoni. Per un Festival come quello di Stresa le sperimentazioni e le commissioni rappresentano il fiore all’occhiello. La sera del 27 agosto, nientemeno che la bravissima Sonia Bergamasco a dar vita ad uno spettacolo sospeso tra Shakespeare ed una qualunque stazione del metrò londinese.
STRESA FESTIVAL 2014 – 27 agosto Palazzo dei Congressi
MIND THE GAP
Sonia Bergamasco, attrice
Accademia Strumentale Italiana
Alberto rasi, Claudia Pasetto, Paolo Biordi, Leonardo Bortolotto, viole da gamba
Testo ITALIANO di Monica Luccisano (ispirato a William, Shakespeare)
Testo italiano originale e drammaturgia di Monica Luccisano (ispirato a William Shakespeare)
Musiche di J. Dowland, G. Cascioli, T. Hume, W. Byrd, A. Holborne, M. Locke, O. Gibbons, A. Ferrabosco
Scenografia: Luca Tombolato
Suono e luci: Alberto Irrera
Progetto commissionato da Stresa Festival
Entrando in sala ci si è ritrovati immersi nelle voci e rumori della Subway londinese. Sul palco due piani di scena a rappresentare la banchina, le scritte “Mind the Gap” ed il vuoto, ovvero dove scorrono i binari. Lo sfondo è rappresentato come un salvaschermo del Computer, coloratissimo e cangiante grazie ai led sovrastanti, ma in effetti è la piantina della metropolitana, efficacemente realizzata da Luca Tombolato (qualche anno fa già apprezzato a Stresa per la realizzazione delle scene “capovolte” della Lucia di Lammermoor, a sottolineare la pazzia della protagonista.. )
Sonia Bergamasco è entrata ed uscita, con dolcezza o prepotenza, nelle/dalle diverse donne shakespeariane: Lady Macbeth, Beatrice, Ofelia, Desdemona: tutte donne di grande carattere, di forza. L’attrice si è sdoppiata, triplicata con voce roca, suadente e decisionista, con movenze di danza, con il canto. Vera “belva da palcoscenico” ha aggredito i personaggi ed il pubblico, si è mossa con estrema sicurezza. Gli indumenti prima abbandonati per uscire da un ruolo, li ha raccolti poi verso il finale come in un ritrovarsi pirandelliano “uno, nessuno, centomila”.
E durante l’interpretazione dei testi incisivi di Monica Luccisano, tre interventi a colmare e sottolineare: i rumori del metro e le efficaci luci (led, par, neon gialli su molte barre al soffitto), ideati da Alberto Irrera e il doppio volto della musica : antica e contemporanea.
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