Era primavera
La gente vestiva a festa anche la città
Io l’ho incontrata per caso
Negli occhi lungo la strada
Lei mi guardò e ci specchiammo nel sorriso
Era dolcemente aprile maggio radioso
Poi giugno luglio meraviglioso
Tutti i giorni dicevo
“Mi ami?”
Lei “No, ti adoro”
Ogni notte ripetevo
“Sei mia?”
“Oh si Papo d’oro”
E io che avevo l’inverno nel cuore
Mi ritrovai un’estate di sole e d’amore
Ma un giorno di settembre finite le vacanze
Abbronzato di carezze e di mare
“Pronto?”
“Pronto tesoro”
“Chi è”
Dico “sono io, il tuo Papo d’oro”
“Come? Ah si, ciao amore dimmi”
“Ci vediamo stasera?”
“Veramente dovrei … e non ti arrabbiare, dai.”
“Amore tu mi ami sempre, è vero?”
“Oh si, ti adoro, lo sai”
“E questa sera che cosa fai?”
“Sai mamma e papà vogliono andare a trovare quei parenti là”
“E domani?” Ci vediamo domani? Ricorda che dobbiamo andare a cena dai…”
"Certo, forse, ma non so, telefonami però eh”
Così una sera d’ottobre non la trovai
E pensare che il giorno prima mi diceva
“Lo sai amore, amore mio senza di te la vita sarebbe un inferno.”
Meglio non pensarci. Oh Dio,
E io che continuavo a ripeterle
“Ci vediamo domani?”
“Oh si, telefonami però”
“Ma tu mi ami vero tesoro?”
“Certo sei il mio Papo d’oro, ti amo vedi sono qua, mi senti, sono tua”
Una volta faccio il numero senza sapere il perché
“Pronto scusi chi?”
“No, no, la signorina non c’è”
“Va bene mi lasci il numero… certo glielo dirò”
Dopo qualche giorno nella solita piazza degli amici
Non so se dalla gioia o dal dolore
Mi è uscito un nome dal cuore.
E lei come niente fosse ma con dolcezza
“Ciao Papo!”
Ormai non ero più quello d’oro
“Sai devi scusarmi mamma e papà sono partiti
Non stanno bene…oh è nata una bambina a quella mia sorella di…”
“Mi dispiace… sono contento”
Non sapevo più che cosa fare
Che cosa dire.
“Quello che conta è che siamo qua; che gioia”
“Amore, vuoi venire a casa mia?”
“Veramente ho fretta. – che ore sono?”
“Le sette e un quarto”
“Oh è tardi, ti ringrazio sarà per un’altra volta;
a casa mi aspettano in tanti, sai
Comunque ci vediamo eh, ciao Papo, telefonami però”
Non era più aprile, giugno, agosto meraviglioso
novembre
e lascia perdere, tanto ormai che importanza ha.
Bruno Vilar
da "Il ricordo è futuro" Bruno Vilar il Poeta di Maria Lacchio
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