Costituiscono uno tra gli spettacoli più belli, suggestivi e struggenti della Natura. Purtroppo, non sono mai riuscito a vederne una e quasi sicuramente non la vedrò. Le aurore avvengono, infatti, alle alte latitudini, tra 65°-75° di quella geomagnetica. Si verificano sia nelle zone artiche (aurore boreali) sia in quelle antartiche (aurore australi). Possono giungere a un’estensione verticale anche di 1000 km. Sono fantastici fenomeni luminosi (per l’esattezza bande, chiamate archi aurorali) particolarmente vistosi prima della mezzanotte e dell’alba. I colori variano dal verde (causato dall’ossigeno atomico), al rosso (dall’ossigeno molecolare) all’azzurro-blu (dall’azoto).Tuttavia, prevale il verde solo perché l’occhio umano è più sensibile a questa tonalità. La loro genesi è da ricercare nell’attività del Sole, in particolare alla comparsa periodica delle macchie, preludio di particolare attività espulsiva. Si forma il vento solare, flusso di particelle che si sposta con velocità compresa tra 400 e 800 km/s e che entra in contatto con la magnetosfera terrestre. Quest’ultima ha il compito di proteggerci proprio dalle particelle altamente cariche di energia. In realtà, il vento solare può penetrare all’interno di essa, interagire con la ionosfera e depositare nell’alta atmosfera elettroni e protoni che si scontrano con le molecole di gas. Le collisioni prima le eccitano poi le diseccitano, dando luogo ai fenomeni luminosi. Le zone artiche sono quelle più esposte alle aurore perché hanno una minore protezione magnetica. Questo spettacolare fenomeno naturale si verifica con maggiore intensità durante le tempeste magnetiche solari. Può capitare anche di sentire rumori, sorta di sibili chiamati suoni elettrofonici. Occasionalmente sono avvenute anche a latitudini piuttosto basse, circa 40° di latitudine, in concomitanza a eccezionale attività solare. Il 28 agosto 1859 si manifestò la Grande Aurora e fu visibile anche a Roma, oltreché in territorio americano, Cuba, Giamaica, Bahamas, El Salvador. Provocò in tutto il mondo disturbi agli strumenti scientifici e alle linee telegrafiche. Fu oggetto di attento studio da parte del grande scienziato Richard Carrington, tanto che in suo onore si parla anche di evento Carrington. Un’altra anomalia di tale natura si verificò nel 1960, causando interruzioni radio a livello planetario. Una tempesta magnetica solare di eccezionale intensità potrebbe indurre enormi danni nell’era di internet e dei cellulari. Quindi è auspicabile vedere le aurore boreali solo in Svezia, Norvegia, Danimarca e altre zone nordiche.
Giuseppe Pitrone
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