Si trova nel Comune di Tienno, in provincia di Trento. Ubicato a 1178 m s.l.m. ricade all’interno del Parco Naturale Adamello-Brenta.
Ha una superficie di 370 000 m2 e dal settembre 1980 è tutelato come Zona umida in base alla Convenzione di Ramsar. È noto come il lago degli orsi, per la presenza dei simpatici plantigradi, ma soprattutto come lago rosso. Le sue acque sono popolate da alcune specie di pesci: sanguinerole (Ciprinidi), salmerini alpini (Salmonidae) e cobiti barbatelli (Balitoridae). Ma perché è famoso come lago rosso? Perché fino alla metà degli anni ’60 le sue acque assumevano tale colore, e in maniera intensa. Il fenomeno avveniva nel periodo estivo, soprattutto nelle giornate più calde, ed era causato dalla proliferazione di un’alga: Tovellia sanguinea o Glenodinium sanguineum. Appartiene al gruppo dei Dinoflagellati ed è ricca di un pigmento carotenoide. Questa sua caratteristica rendeva possibile il bellissimo effetto cromatico. L’ultima volta è stato visto nel 1965, anche se precedentemente non si era, a volte, verificato. L’alga vive tuttora nel lago.
Dunque, perché le sue acque non si colorano più? Nel tentativo di dare una risposta, la Provincia Autonoma di Trento ha finanziato un progetto di ricerca denominato SALTO. Alcune risposte scientifiche sono state fornite. Anzitutto, il mancato arrossamento non è dovuto a un unico fattore, anche se un’estate particolarmente siccitosa, 1964, ha indotto alcuni coltivatori a prelevare acque per irrigare i frutteti a fondovalle, abbassando di alcuni decimetri la soglia dell’emissario del lago. Il prelievo è stato stimato in circa 500 metri cubi al minuto e probabilmente ha causato anomalie della temperatura.
Restiamo sempre nel campo delle ipotesi, giacché abbassamenti della soglia ci furono anche nel 1949 e nel 1951 senza alcun effetto negativo sull’arrossamento. Forti sospetti anche sulla diminuita attività di alpeggio (pascolo estivo di bestiame). Le deiezioni, ricche di azoto e fosforo, concimavano le popolazioni di alghe favorendo la proliferazione. Altri possibili elementi nocivi: piogge acide, eccessivo taglio di alberi, presenza di detersivi, costruzione del collettore fognario, fitofarmaci trasportati dal vento, immissione di trote. Insomma, le cause sono o sarebbero numerose.
Un dato è certo: uno tra gli spettacoli più struggenti della Natura, non si verifica più. Nella speranza che possa presto ripresentarsi, allietando ancora i visitatori e gli amanti dell’ambiente, consoliamoci con due splendide foto.
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