Il debutto palermitano del giovane pianista coreano Jae Hong Park segna il prossimo appuntamento della Stagione concertistica dell’Associazione Siciliana Amici della Musica che si terrà, come di consueto, al Teatro Politeama Garibaldi, lunedì 13 marzo alle 20.45. Park si è affermato sulla scena internazionale dopo il suo trionfo al Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni nel 2021, dove ha vinto non solo il primo premio ma anche quattro premi speciali. Per il pubblico degli Amici della Musica eseguirà i 24 Preludi op. 11 di Skrjabin e la Sonata n. 1 di Rachmaninov.
Nato a Suwon, in Corea del Sud, nel 1999, Jae Hong Park ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di 7 anni e si è esibito per la prima volta all’età di 9 anni. Oltre al Premio Busoni, Park è vincitore del Premio Arthur Rubinstein International Piano Masters Competition. Ha debuttato a livello internazionale all’età di 15 anni a Buenos Aires e nel 2022 ha pubblicato con la Universal Music il suo primo CD che include la Sonata Hammerklavier di Beethoven e le 10 Variationen über ein Präludium von Chopin di Ferruccio Busoni.
Quando Skrjabin ebbe l’idea di proporre una raccolta di brevi brani per pianoforte che ricoprissero tutte le tonalità possibili della musica occidentale, dovette confrontarsi con una tradizione di un secolo e mezzo: il primo compositore a proporre una raccolta del genere fu Johann Sebastian Bach nel 1722 con il primo libro del Clavicembalo ben temperato. Se nel caso del genio di Lipsia si trattò di una raccolta dedicata agli allievi e agli appassionati – cui seguirà quella prettamente didattica di Muzio Clementi all'inizio del XIX secolo - con i Preludi op. 28 di Chopin pubblicati nel 1839, alla forma dei 24 brani scritti in 24 tonalità si unì anche la sostanza. Skrjabin dovette quindi considerare anche l’importanza dell’unità poetica: al compositore moscovita - che diventerà celebre per il suo simbolismo nel processo creativo che tiene conto delle teorie sinestetiche - saranno infatti necessari otto anni, dal 1888 al 1896, per concludere l'opera n.11 nella quale si trovano brani che tentano di presentare ogni sfumatura possibile della composizione breve per pianoforte.
La seconda parte del programma propone invece la Sonata n. 1 in Re minore di Rachmaninov, fra le più complesse che siano mai state composte, tanto da essere poco eseguita proprio per le sue difficoltà tecniche. Venne creata nel 1906, durante un soggiorno del compositore a Dresda e quindi eseguita a Mosca due anni più tardi. Della Sonata è lo stesso Rachmaninov che ne scrive: «Questo lavoro è naturalmente selvaggio e come infinito. L'idea base è costituita da due caratteri contrapposti che si richiamano ad un soggetto letterario, il Faust. Naturalmente non ho scritto una musica a programma nel vero senso della parola anche se si comprenderà meglio il senso della Sonata se si terrà presente tale soggetto. Nessuno si azzarderà mai ad eseguire tale lavoro perché è troppo difficile, lungo e discontinuo sul piano musicale. Sono stato tentato di trarne una sinfonia ma questo proposito si è rivelato impossibile poiché il motivo è tipicamente pianistico».
Fonte: Amici della Musica
Fonte Immagine: Amici della Musica
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