Anche quest'anno Terrasini (Palermo) celebra la tradizione del primo settembre, "la notte delle luci", ma con un omaggio particolare. Oltre a rinnovare l'antichissima usanza di accendere - la notte del 1 settembre - un lume davanti alle abitazioni mentre ci si raccoglie in preghiera, e con le campane della Chiesa Madre che suonano a stormo, quest'anno un pensiero sarà rivolto ai marinai della "Nuova Iside", il peschereccio scomparso la notte del 13 maggio scorso con a bordo Matteo, Vito e Giuseppe Lo Iacono. La tradizione fa riferimento a un editto del 1726 con il quale si stabiliva, per Palermo e i comuni vicini, di fare delle luminarie per la città e suonare le campane delle chiese al fine di rinnovare la gratitudine per lo scampato pericolo durante il terremoto che il 1 settembre di quell'anno sconvolse Palermo con 250 morti e 150 feriti.
Una tradizione, tramandata di generazione in generazione, che a distanza di quasi 300 anni continua ad essere conservata e rinnovata solo a Terrasini. "Quest'anno abbiamo deciso - dice il sindaco Giosuè Maniaci - di rendere viva la tradizione del 1 settembre garantendone e facendone esprimere la sua essenza, ma nello stesso tempo abbiamo voluto rendere omaggio ai nostri pescatori scomparsi nel naufragio della Nuova Iside". "Le luci - aggiunge l'assessore al Turismo Vincenzo Cusumano - come segno di gratitudine per lo scampato pericolo, ma le luci anche come speranza, riscatto e ricerca della verità su un episodio che ha sconvolto delle famiglie e l'intera comunità". "Quella del 1 settembre - spiega l'assessore alla Cultura Arianna Fiorenza - è una tradizione che fa parte del nostro patrimonio culturale, suggestiva nel modo in cui viene celebrata ma anche molto carica di fede".
Il programma prevede alle ore 23.30, presso la villa San Giuseppe, la recitazione di "Luci di gratitudine, luci di Verità", un testo scritto da Franco Cascio, presidente della Biblioteca Comunale "C.Catalfio", che narra con la doppia voce degli attori Lorenzo Randazzo e Mimmo Scalia i fatti del 1 settembre 1726 e del 13 maggio 2020, alternando le vicende del passato con quelle del presente, attraverso l'unico filo conduttore del tema della luce, ieri espressione di gratitudine, oggi richiesta di verità. A seguire, alle 23.45 lo scampanio, a mezzanotte la funzione liturgica presso la chiesa Madre e conclusione con canto del Te Deum.
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