Il Palazzo dei Valguarnera Marchesi di Santa Lucia tra i dieci siti che hanno registrato il pieno di presenze in occasione de "Le Vie dei Tesori", per tutto il corso del mese di ottobre, nei giorni di sabato e domenica.
Un alto indice di gradimento che ha indotto gli organizzatori del Festival a concedere un supplemento di visite nei luoghi più gettonati, che non tutti sono riusciti però a vedere durante la manifestazione.
Anche sabato 6 e domenica 7 novembre, dunque, dalle 10:00 alle 17:20, orario dell'ultimo ingresso, sarà possibile ammirare il Palazzo, che sorge al civico 5 di piazza Vincenzo Bellini.
Il pieno di presenze rappresenta un bellissimo segnale di ripartenza per la struttura, che ha riaperto i battenti lo scorso 30 settembre, dopo lunghi interventi di restauro e riqualificazione che hanno visto l'impegno di diverse professionalità, a partire dall'ingegnere Giorgio Cerniglia e dall'architetto Marina Pantò, ai quali è stata affidata la direzione dei lavori.
Alla restauratrice Vittoria Maniscalco, il merito di avere realizzato un lavoro certosino di recupero di porte e soffitti, deteriorati dopo sessanta anni di chiusura.
I lavori, sorprendentemente, hanno portato alla luce tracce di mura puniche: una scoperta archeologica tra le più interessanti degli ultimi anni tra quelle eseguite dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo.
Gli scavi, iniziati nel 2015, sono ancora in corso e rappresentano un'eccezionale opportunità per rileggere la storia della città: questo, probabilmente, è uno degli elementi più attrattivi per i visitatori, ammaliati soprattutto dal piano nobile, dove gli interventi di restauro non sono ancora stati completati.
Un gioiello architettonico ricchissimo di suggestioni storiche, come spiega Rosalia Ferdico, geometra, che ha coordinato i lavori delle maestranze per conto della Pietraia Srl, la società immobiliare che detiene la proprietà del Palazzo settecentesco.
"In questo luogo - spiega la professionista palermitana - ha abitato Carolina d'Austria: è stata lei, sorella di Maria Antonietta, a volere l'ampliamento del teatro interno all'edificio".
Nel 1930, non a caso, l'immobile prese il nome di Regio Teatro "Vincenzo Bellini" : era l'antica sede dell'Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, dove si registravano le musiche delle opere rappresentate al Teatro Massimo.
Sempre all'interno, è custodita un'altra preziosa testimonianza del passato, ovvero la stele funeraria di Irene, la moglie di Giorgio d'Antiochia, colui che fece costruire la Martorana che si affaccia, con le Chiese di San Cataldo e di Santa Caterina, proprio su piazza Vincenzo Bellini.
L'immobile è incastonato in questo scenario, in uno degli angoli più belli e interessanti del centro storico di Palermo, a pochi passi da Palazzo delle Aquile.
Una posizione "strategica" che lo candida a diventare un nuovo polo culturale adatto a ospitare eventi quali presentazioni di libri, rassegne, mostre e concerti.
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