Sembrerà di percorrere in diversi momenti le fasi creative, le riflessioni, i temi che attraversarono uno degli artisti più rappresentativi dell’epoca in cui visse passando per il luogo per antonomasia in cui le opere vengono concepite: lo studio.
Sono circa 70 i pezzi che compongono la mostra Antonio Ugo scultore (Palermo 1870-1950). Opere dallo studio dell’artista - a cura di Gioacchino Barbera, con il coordinamento scientifico di Maria Concetta Di Natale e Paola Barbera - che si inaugurerà a Villa Zito sabato 15 aprile alle 18.
Un itinerario che, attraverso gessi preparatori, marmi e bronzi ritrovati negli studi di Antonio Ugo, ripercorre a partire da questa prospettiva tutto l’ arco cronologico della sua attività. Una raccolta di istantanee, insomma, attraverso cui seguire il passaggio che va dall’idea all’opera compiuta.
Un percorso, quello del palermitano Antonio Ugo, che da autodidatta lo porta, diciannovenne, a Roma. È il 1889, e, a bottega da Francesco Griffo, all’epoca direttore dello stabilimento Ceramica Florio, il giovane scultore vince una borsa di studio per l’Accademia di Belle arti nella capitale.
Già dai primi anni, Ugo mostra una notevole versatilità nei registri linguistici, incrociando soggetti e temi diversi, pubblico e privato, mito e storia.
È del 1895 la sua partecipazione alla prima Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia, un rapporto che rimarrà costante anche negli anni successivi. E ancora Roma, Torino, Firenze, Napoli. E l’estero: Monaco, Vienna, Londra, Buenos Aires.
Un’attività intensa che non gli fa dimenticare la sua città: a Palermo è presente con diverse opere alle iniziative del Circolo artistico e alle varie edizioni dell’Esposizione promotrice di Belle arti siciliane, con le mostre personali, con la decorazione scultorea del Monumento commemorativo del 27 maggio 1860, per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, progettato insieme a Ernesto Basile e collocato alla fine del viale della libertà.
Un percorso artistico articolato, che unisce storia e memoria, collettiva ma anche privata: Antonio Ugo lavorò spesso per committenti che lo incaricavano, attraverso la sua scultura, di celebrare e custodire volti, spesso femminili, della propria famiglia.
“Con le sue opere, Antonio Ugo – afferma il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – incarna un’eccellenza artistica che travalica i tempi. La mostra ospitata a Villa Zito mette in luce il percorso che, da autodidatta, lo condusse all’Accademia di Belle Arti di Roma e poi a essere conosciuto in tutto il mondo. Quella di Ugo è una perfezione raggiunta attraverso lo studio, il confronto, la sperimentazione, in cui di certo fu fondamentale anche quel legame mai interrotto con la Sicilia, luogo imprescindibile”.
La mostra Antonio Ugo scultore (Palermo 1870-1950). Opere dallo studio dell’artista rimarrà aperta al pubblico fino al 9 luglio.
Fonte: Fondazione Sicilia
Fonte Immagine: Fabio Savagnone
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