Mercoledì 14 luglio, alla vigilia del “Festino di Santa Rosalia” il Museo archeologico regionale “A. Salinas” fa un dono alla città di Palermo, ai palermitani e ai turisti: in occasione di VaccinArte sarà inaugurata, infatti, un'esposizione dedicata a Santa Rosalia, protettrice della Città.
La mostra esporrà stampe del seicento e del settecento, doni votivi anatomici di cui alcuni in terracotta provenienti dall’antica città campana di Cales del IV- II secolo a.C. raffiguranti mani, piedi e uteri, raffigurazioni riferibili ad edizioni del Festino della fine dell’ottocento.
La Santa ebbe il primo luogo di culto proprio nell’area dell’Olivella dove, alla fine del XVI secolo, sorsero la chiesa di San’Ignazio e il Convento dei Padri Filippini che è sede, dal 1866, del Museo Archeologico.
Secondo la tradizione popolare, in età normanna, in questa zona sorgevano i possedimenti dei Sinibaldi, la famiglia di appartenenza di Santa Rosalia e in età medievale, nell’area denominata Olivella, venne edificata una piccola Chiesa dedicata alla Santa. Di questo antico e venerato luogo di culto rimane ancora oggi memoria nella Cappella della Chiesa di Sant’Ignazio dedicata a Santa Rosalia. Anche all’interno del Museo, una bella immagine attribuita a Guglielmo Borremans, che decora la Cappelletta di Casa, testimonia la persistenza del culto in quest’area della città.
“Ripetiamo ancora una volta – sottolinea l'assessore dei Beni culturali e dell'identità siciliana, Alberto Samonà – la positiva esperienza condivisa con il Commissaro all’Emergenza Covid di Palermo, Renato Costa, di coniugare arte e salute. La sera del 14 luglio, in occasione del Festino dedicato a Santa Rosalia, il Museo Salinas diventerà Hub vaccinale nell'ambito dell'iniziativa VaccinArte e offrirà – dalle 18 alle 24, con ingresso gratuito per coloro che faranno la vaccinazione anti-Covid – la possibilità di visitare gratuitamente il Museo e ammirare l'esposizione dedicata a Santa Rosalia”.
“Il nesso tra Rosalia e il Museo, evidenziato dal dato topografico, viene – dice la direttrice del Museo Salinas, Caterina Greco - raccontato attraverso una selezione di stampe del Sei e Settecento, conservate nella Biblioteca del Museo, e da alcuni doni votivi anatomici, databili dal IV al II secolo a.C., provenienti da un santuario dell’antica città campana di Cales esposti con un orecchio in argento dal Santuario della Malophoros a Selinunte che, nella loro somiglianza con gli ex voto offerti oggi dai fedeli, attestano la continuità di una pratica religiosa legata alla salute, alla speranza di vita e al fiducioso ricorso al divino”.
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