Sarà un’edizione memorabile, con Porta Nuova che apre per la prima volta e mostra l’alcova del viceré e la terrazza spettacolare; con luoghi come il carcere dell’Ucciardone, colmo di storie e di vite; e l’aula bunker dove i cronisti di mafia racconteranno gli anni del Maxiprocesso. E sarà l’anno dei giardini urbani, degli orti di specie tropicali; delle raccolte universitarie e dei musei gioiello, dei personaggi dimenticati che raccontano storie bellissime. Le Vie dei Tesori numero 16 a Palermo, dunque, dove tutto è cominciato: da domani (venerdì 30 settembre) al 30 ottobre, per cinque weekend, in contemporanea a Catania, dove il festival partirà sabato; e, fino al 16 ottobre, anche Ragusa e Scicli e per la prima volta anche ad Alcamo.
Palermo dunque. A partire dal “tesoro” in assoluto, quella Porta Nuova che segnava l’entrata nella città, che un vicerè trasformò in alcova e che ospitò Garibaldi: da sabato si potrà percorrere la terrazza scoperta che la collega a Palazzo Reale e salire alla prima balaustra da cui ammirare da un lato Monreale e dall’altro il mare, passando a volo d’uccello sulle cupole del centro storico. Sempre sabato ritornano le visite al carcere Ucciardone, emblema di anni bui ma oggi con una sua storia, si aggiunge l’aula bunker e, soltanto in questo primo weekend (10-13 e 15-18), anche la sede della Prefettura a Villa Whitaker. Le prenotazioni vanno fatte entro il giovedì precedente al weekend (questo primo fine settimana entro oggi – venerdì - alle 12)
Sabato le prime guide speciali saranno Franco Nuccio, responsabile della sede siciliana dell’Ansa e co-autore della mostra fotografica “L’ereditá di Falcone e Borsellino”, e Marcello Barbaro, a lungo cronista di giudiziaria e oggi vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori. Testimone di un evento successivo al maxiprocesso: la prima volta in aula di Totò Riina dopo l’arresto. Domenica sarà lo storico giornalista di cronaca nera Daniele Billitteri, oggi scrittore e padre di “Meteobilli”, a raccontare ai visitatori gli anni del maxiprocesso. Al suo fianco, Ester Aiello, vedova di Vincenzo Mineo, la memoria storica del maxiprocesso, il primo ad avere avuto le chiavi dell’aula bunker con cui riusciva ad aprire ogni punto della struttura, colui che con una squadra di colleghi si occupò del trasferimento degli atti fino a notte (oltre 600 mila fogli) prima che l’indomani si aprisse il dibattimento e le gabbie si riempissero di imputati …
Sabato (alle 10 e alle 16) anche la prima “lectio”: si potrà capire come si possa “rigenerare” la città con l’assessore e professore globetrotter Maurizio Carta all’Oratorio dei Crociferi.
Info pratiche: i coupon di Palermo sono validi anche per visitare Carini che apre cappelle gioiello e catacombe paleocristiane, cercando di creare attrattori; e Cefalù, che tenta nuovi itinerari, apre chiese di solito non fruibili, oltre a condurre visite privilegiate al Museo Mandralisca, a due studi d’artista. Si possono utilizzare anche i coupon già acquistati durante la prima tranche del festival, per Bagheria e Termini Imerese, che ha deciso di prolungare le visite a quattro siti – Grand hotel delle Terme e i cunicoli delle terme romane; poi il Castello e il palazzo Comunale con la straordinaria Cammara Picta - anche per questo weekend.
Scelto quest’anno dall’assessorato regionale al Turismo tra le manifestazioni che promuovono SeeSicily, Le Vie dei Tesori, con il supporto del main sponsor Unicredit ha saputo mettere in rete Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari, col sostegno di Poste Italiane e di Amg Gas, e in sinergia con Monopoly.
Grande novità dell’anno, una App agile e funzionale, scaricabile gratis, dove avere tutte le informazioni per vivere il festival, acquistare i coupon, avere in tempo reale le notifiche sull’ultimora. La prima App che rende fruibile in modo innovativo il patrimonio di Palermo.
I LUOGHI. Si parte già domani (venerdì) con alcuni dei siti, come le cave sotterranee della città, le antiche Fornaci di nuovo visitabili; la biblioteca di Casa Professa, Porta Felice e la Palazzina Cinese (chiusa questa domenica). E ancora, la chiesa degli “aromatari”, i farmacisti di un tempo; la piccola Sant’Agnese, cuore pulsante del rinnovamento del quartiere Danisinni e con una cripta da scoprire; e la Cripta delle Repentite, con le tombe segrete delle prostitute diventate monache (Stefania Blandeburgo interpreterà una di queste cortigiane, sabato dalle 11 alle 17); aperte anche lo Spasimo e Santa Caterina. Sabato tocca a Santa Maria di Portosalvo, “mutilata” dal prolungamento del Cassaro a fine ‘500; e San Gregorio Papa che sembra sbucare fuori dalle bancarelle del Capo.
Sempre domani, ecco l’Ecomuseo del mare, e poco lontano, la casa-museo dedicata a Don Pino Puglisi; le raccolte universitarie (Anatomia, Zoologia, il Gemmellaro, la Gipsoteca e le collezioni MuniPa allo Steri. Porte spalancate soltanto domani (e solo ogni venerdì) per tutti gli oratori serpottiani (tranne l’Immacolatella che apre invece da sabato). Si potranno visitare gli appartamenti del primo piano di Palazzo Mirto e le due sale dell’ala nuova del Museo Abatellis con la collezione tardo manieristica; il Teatro Biondo e il Politeama, mentre il Teatro Massimo da sabato programma le visite dietro le quinte e sul palcoscenico. Aprono le residenze nobiliari: il trecentesco Palazzo Galletti di Santamarina che sorse su un tratto delle mura del Cassaro, possiede ancora un ricco impianto di bifore, archi e mensole intagliate: oggi è un luxury hotel e nel rifugio antiaereo è stata realizzata una Spa (che è una delle esperienze del festival); Villa Lituania, affacciata sull’Addaura; ci si potrà affacciare dai balconi di Palazzo Valguarnera dove l’artista Marco Papa continua il suo lavoro legato alla ricomposizione di miti e storie contemporanee. Alla chiesa Anglicana si cercheranno le tracce dei Whitaker e degli Ingham, ritorna domenica la Casa Massonica con le sue stanze segrete.
LE ESPERIENZE. Quasi cinquanta le esperienze davvero speciali, e le prime sono questo weekend. Si potrà andare in barca tra grotte e ninfei sconosciuti, o cercare i contorni della famosa “Sicilia” nell’isola che un tempo era al centro del lago di Maredolce; dagli ormai abituali (e sempre sold out in poche ore) voli in Piper alle visite in notturna all’Orto Botanico; si potrà seguire il lavoro delle restauratrici a Palazzo Montalbo (soltanto domani e sabato, poi se ne parla all’ultimo fine settimana del festival) imparare a dipingere il vetro con gli artigiani; salire dai frati di Santa Maria del Gesù o cercare i nomi celebri sulle tombe del cimitero monumentale; scoprire costumi d’epoca nelle collezioni private – l’abitazione della giornalista e scrittrice Marcella Croce è un viaggio in Paesi lontani restando a casa -, le raccolte di maioliche dal tratto squisito, un focus sulle prime edizioni dei “Beati Paoli” allo Spazio Flaccovio. Raggiungere il luogo preferito dai vedutisti di metà Ottocento con Mario Pintagro (domenica due turni, alle 9,30 e alle 11,30, fino a Villa Albanese), e capire come si possa “rigenerare” la città con l’assessore e professore globetrotter Maurizio Carta (sabato alle 10 e alle 16). si entrerà da Terra Franca, simbolo del Sacco di Palermo, oggi sede del primo apiario olistico siciliano.
L’ARTE CONTEMPORANEA. Palazzo Isnello, affacciato sul Cassaro, nasconde due segreti: l’unico Genio di Palermo in una dimora privata; e lo studio dell’artista Fabrice de Nola che al Genio ha dedicato la sua più recente ricerca. Sabato e domenica mattina Fabrice presenta per la prima volta À faire de nouveau, mostra a cura di Desirée Maida che racconta il suo lavoro sul barbuto nume tutelare della città. Opere note e inedite che cuciono un percorso, uno vero studio-visit che diventa anche scoperta dell’antico palazzo nobiliare che i de Nola hanno conservato nel tempo come un tesoro. La mostra presenta opere pittoriche che sono implementate da codici QR che approfondiscono il racconto sul Genio, e stereografie fruibili dal pubblico attraverso uno speciale visore stereoscopico.
Molto interessante anche il sito dell’ex Gasometro – vero reticolo industriale dimenticato, visibile da gran parte della città – che la AMG Energia ha riqualificato destinandolo alla sua collezione di artisti contemporanei.
LE ESPERIENZE FUORI PORTA. Palermo val bene una visita, ma i dintorni manco scherzano: Snorkeling a Capo Zafferano e giri in barca a vela dal borgo di Porticello dove si potrà anche scendere in immersione accompagnati dai sub. A San Mauro Castelverde bisognerà armarsi di coraggio per il percorso mozzafiato della zipline, ma anche la discesa nelle gole è da non dimenticare.
LE TEATRALIZZAZIONI. Stefania Blandeburgo si farà in tre, raccontando i luoghi attraverso le voci di chi li ha abitati, nella buona e nella cattiva sorte. Alla Cripta delle Repentite in via Divisi, il convento delle prostitute diventate monache, sabato dalle 11 alle 17 sarà una cortigiana di alto bordo del Settecento su un testo tratto dagli Annali dell’epoca. Sempre sabato ma dalle 19.30, sarà Dulciora Agnello alle carceri dell’Inquisizione dello Steri, nobildonna sfuggita alle maglie del Sant’Uffizio in un monologo scritto da Laura Anello sulla base degli atti del processo. Domenica, la terza: zia Mimmi a Villa Pottino, la proprietaria della dimora liberty, in un dialogo esilarante con la nipote Geraldina Piazza, autrice del testo. A Palazzo Alliata di Villafranca, sabato (alle 19 e alle 21) riapparirà - interpretata da Francesca Picciurro - la principessa Agata Valguarnera, che visse a palazzo con il marito Giuseppe Alliata di Villafranca, nella prima metà del XIX secolo. Al Museo Pasqualino ci si immergerà nell’Opra, tra cristiani, saraceni, paladini e figure fantastiche.
LE VIE DEI SAPORI. Le Vie dei Tesori ha cucito esperienze particolari e storytelling: con le Cuoche combattenti nella chiesa di san Gregorio Papa (sabato alle 12 e domenica alle 16) scoprendo che un barattolo può essere simbolo di rinascita. Se amate la frutta tropicale ma quella al supermercato non vi soddisfa, andate (domenica alle 16) da Donna Alba, dove un’intera famiglia coltiva avocado, mango e papaya; a San Martino delle Scale si produce (e si degusta) ancora la birra dei monaci (sabato alle 11 e alle 17); mentre al Museo del caffè come quello creato da Morettino, la visita può essere gustosa, profumata, immersiva: sabato e domenica dalle 10 alle 16. Gli aperitivi (sabato alle 18) o il brunch (domenica dalle 13 alle 14) sono ancora più belli se ospitati sotto affreschi e tappezzerie preziose, come capita a palazzo Asmundo . Tutti da prenotare su www.leviedeitesori.com.
IL FESTIVAL KIDS. Ritorna dopo tre anni una sezione del festival dedicata a bambini e ragazzi, da 3 a 12 anni. Da domani (venerdì 30 settembre) a venerdì 28 ottobre, ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, saranno ospitati in tre gazebo per conoscere e immaginare la città, tra esperienze e laboratori creativi. Al Politeama scopriranno i Florio, Basile e la Belle Époque; in piazza Verdi potranno sciorinare vicoli e piazze di un meraviglioso Monopoly, anticipando l’edizione del gioco tutta dedicata a Palermo; e nel gazebo Bellini recupereranno la memoria del Genio di Palermo in un laboratorio ideato dall’artista Domenico Pellegrino.
LE PASSEGGIATE. Potrete andare sulle tracce dei Florio o scoprire dove scorrevano i fiumi della città, indagare sul mistero dei pugnalatori di Palermo di un secolo e mezzo fa o sul delitto di Joe Petrosino ucciso dalla Mano Nera, comprendere il genio di Carlo Scarpa, respirare la storia a Castello a mare, scoprire le strade di Palermo con i nomi più strani, guardare la Vucciria con nuovi occhi o percorrere l’antico itinerario dei cavalieri e dei pellegrini, con tanto di passaporto da timbrare. Oppure potrete andare tra le ville Liberty di Mondello o, ancora, passeggiare nella natura: alla Favorita, alla scoperta della sorgente dell’Oreto o tra i boschi della Conca d’Oro. Oppure ancora andare a conoscere Borgo Borzellino, una ghost town che non nacque mai...
Il festival a CARINI e a CEFALÙ
Abbracciano Palermo con la loro bellezza: da un lato Carini dall’altro Cefalù, due cittadine molto diverse per storia e tradizioni. Qui il festival ritorna da sabato, e per tre weekend. A Carini non si possono perdere chiese e oratori, che sono tutti un merletto di stucco come quelli del Santissimo Sacramento, oppure i preziosismi rococò e i festoni dorati della chiesa degli Agonizzanti, vero colpo d’occhio; la chiesa delle Anime Sante, la prima Matrice, colma di stucchi; o Maria Santissima del Rosario dove sono stati recuperati e gli affreschi settecenteschi. Nel segno dei La Grua si visiterà il Castello della famosa baronessa, ma anche l’ex convento dei Carmelitani dove sono sia la Biblioteca che il museo civico con l’Archivio dello spettacolo mediterraneo. Poco lontano ecco la catacomba paleocristiana di Villagrazia, il cimitero sotterraneo più esteso della Sicilia occidentale. Una sola esperienza, ma straordinaria: nella chiesa di San Vincenzo si potrà ascoltare (e capire il funzionamento nei dettagli) uno dei pochissimi organi “bandistici” di Francesco La Grassa, ovvero con i registri tipici delle bande musicali.
A Cefalù si parte dalla semplice facciata di Santa Maria al Borgo che nasconde inattesi interni sontuosi e un bellissimo ciclo di affreschi del ‘600; e dalla chiesa del convento di San Francesco, del XIII secolo, che ospita una Madonna con Bambino, attribuita a Domenico Gagini. Sarà un’occasione visitare la chiesa della SS. Trinità del XV secolo, alle pendici della Rocca: ha un pavimento in “lumachella” e l’altare in pietra di Trani donato da Renzo Piano: la lastra è un lapislazzulo afghano, tagliato in modo che le venature formano una Croce. Il Museo Mandralisca mostrerà il laboratorio dell’Officina artistica Roncisvalle di pupi siciliani. Sotto il parco urbano della Rocca, si trovano le testimonianze della Cefalù antica e medievale; e, nella Corte delle Stelle, i resti di una strada di epoca ellenistico-romana. Due artisti aprono i loro studi: Roberto Giacchino accoglierà nella sua bottega tra sculture in legno d’ulivo e in pietra. E il pittore Giuseppe Forte inviterà il pubblico a colorare scorci di Cefalù.
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