In anteprima assoluta venerdì 10 marzo alle ore 18, allo spazio Tre Navate dei Cantieri Culturali alla Zisa (Via Paolo Gili, 4, Palermo) debutta “Itaca, Dark Ride”, un progetto dell’Accadema di Belle Arti di Palermo, in collaborazione con Museo Sociale Danisinni, per la regia e drammaturgia di Gigi Borruso che dirige le attrici e gli attori di DanisinniLab. Il titolo è un riferimento ai famosi “tunnel degli orrori” dei vecchi Luna Park in un registro più contemporaneo e oscuro.
Lo spettacolo nasce all’interno del progetto ‘Verso Itaca’ dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, ideato da Valentina Console, docente del corso di Scenografia insieme ai docenti Bruna Gambarelli, Liliana Iadeluca e Salvatore Lo Iacono, che ha coinvolto le allieve e gli allievi scenografi nella progettazione e realizzazione di scene, costumi e proiezioni.
“Verso Itaca. Dark Ride” è anche il terzo capitolo di un progetto di teatro sociale sull’Odissea avviato nel quartiere Brancaccio nel settembre scorso con il Teatro Biondo e DanisinniLab, che ha dato vita allo spettacolo “Itaca - Dove tutti i sentieri s'incontrano" in scena nell’ottobre 2022 nelle stanze di Palazzo Chiazzese e a novembre, in una seconda riscrittura, alla sala Strehler del Teatro Biondo. Un viaggio in continua evoluzione in cui, come dice Gigi Borruso, «forse non arriveremo mai, perché la dimensione del racconto è una dimensione verso qualcosa, un movimento dentro di noi che ricomincia sempre alla ricerca di un senso».
La dimensione del teatro da camera del primo spettacolo a Brancaccio, in ‘Dark Ride’ evolve nella matrice contemporanea del teatro immersivo in cui lo spettatore non attraverserà più delle stanze, ma come un turista che viaggia in una città sconosciuta si muoverà all’interno di un tunnel dell’orrore o dell’amore dei vecchi Luna Park, faccia a faccia con personaggi nuovi e amplificati in tutta la loro potenza narrativa e fantastica. «Giocando a immaginare – spiega Gigi Borruso nelle note di regia – che il nostro baraccone sia opera del popolo dei Feaci, di quel popolo al confine fra l’umano e il divino che ha raccolto il racconto di Odisseo e su una magica nave ha riportato l’eroe alla sua Itaca. Concentrando lo sguardo sull’intensità dei diversi legami che s’intrecciano intorno a Odisseo, da Calipso a Circe, dai suoi compagni di viaggio alle anime dell’oltretomba, dalle Sirene sino a Penelope e a Euriclea, la vecchia nutrice.».
Una grande parata criptica nel dramma dell'assurdo, che rompe le convenzioni teatrali allargando il palcoscenico a tutto il circostante. Lo spettatore verrà inghiottito nello spazio teatrale, si muoverà al suo interno e diventerà parte integrante del dispositivo scenico. Non ha scelta su dove andare o cosa vedere, attraversando questo budello immaginifico, pensato come la spirale d’una chiocciola, per arrivare al cuore della scena, una sorta di nido dove memoria e futuro si fondono. «Odisseo nella nostra messa in scena è in realtà fuori campo – sottolinea il regista nelle note -, perché sta al pubblico assumerne il ruolo, vagando in questo labirinto fantastico. Solo poco prima che il nostro tour si concluda, in mezzo all’ultima tempesta, ecco il suo fantasma entrare in scena: un fragile uomo alle resa dei conti con la propria coscienza».
Un attraversamento fisico e metafisico, selvaggio e divertente, che è una combinazione di buio, luci, ombre, proiezioni e voci che puntano allo spaesamento. E le voci non sono solo quelle delle attrici e degli attori che si muovono sulla scena, ma nella volontà di rendere visibile anche il viaggio di questa ricerca teatrale su Itaca iniziata mesi fa in un quartiere popolare di Palermo, il regista porta in scena anche le voci degli abitanti di Brancaccio, frammenti intimi delle interviste presenti nel documentario ‘Io sono Itaca’ realizzato da Rossella Puccio durante la prima fase del progetto, che ha aperto e chiuso lo spettacolo nel novembre scorso alla Sala Strehler del Teatro Biondo.
Un progetto dal punto di vista scenografico di grande impegno e complessità per le allieve Felicetta Ottavia Giordano, Giulia Lo Monaco, Martina Nania, Alice Perez, che vi hanno lavorato per oltre tre mesi, con grande dedizione e fantasia.
«Nel lavoro a Brancaccio insieme al Teatro Biondo abbiamo intrecciato le parole del quartiere a quelle dell'Odissea – racconta il regista -. In questa ulteriore fase di sviluppo, con gli allievi del corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Palermo abbiamo cercato da una parte di conservare la traccia segnata a Brancaccio, dall’altra di muoverci in una dimensione più contemporanea, di gioco, come quella del ‘dark ride’ nei circuiti dei vecchi baracconi da fiera o delle moderne Disneyland. La soluzione scenica a cui sono giunti i giovani scenografi è stata molto complessa e di grande intuizione creativa, seppur con materiali poverissimi. Un lavoro stimolante per i ragazzi quanto per tutti i componenti della compagnia di DanisinniLab che si è cimentata in questo ulteriore sviluppo del racconto mitico con personaggi che sono stati approfonditi cercando di coglierne gli aspetti più inquietanti e meno frequentati. Nel tentativo di riportare il teatro a quella dimensione spiazzante e insieme di gioco che gli è propria».
Il risultato è quello di una Itaca caliginosa, misteriosa, ma pur sempre fedele a sé stessa e alla matrice esplorativa e popolare da cui si genera. Lo spettacolo rielabora la struttura classica dell’epopea in un linguaggio più pop, in cui anche aleggia il sapore dei vecchi film B movie in cui giovani protagonisti pagano per una “corsa oscura” all’interno di un parco divertimento a margine di Coney Island o dei vecchi Luna Park itineranti con tendoni a strisce rosse e bianche, lucine sospese e fenomeni da baraccone. Ogni passaggio sarà una tappa evocativa, una mappa di Itaca sempre differente a ogni spedizione che lo spettatore costruirà con il circostante facendo proprie le suggestioni visive e auditive. A ognuno la possibilità di scivolare in maniera differente dentro il racconto, ma anche dentro il proprio spazio interiore e mentale.
Lo spettacolo in anteprima assoluta venerdì 10 alle ore 18:00, con replica l’11 marzo, è un viaggio di un’ora circa. Ingresso è libero per un massimo di 30 spettatori a turno, quattro quelli previsti: ore 18:00; 19:00; 20:00; 21:00. Occorre presentarsi mezz’ora prima del turno prescelto per prenotare l’ingresso. Spettacolo non adatto ai bambini, se ne consiglia la visione a partire dai 12 anni. Ricordiamo agli spettatori che l’ambiente in cui si muoveranno è immersivo, in un percorso ristretto, con luci e proiezioni.
Fonte Immagine: Rossella Puccio
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