Cunti, opera grafico-pittoriche, ma anche la posa di 41 fiori, tanti quanti gli anni trascorsi dall’uccisione di Pio la Torre e Rosario Di Salvo. Una mattinata durante la quale una rappresentanza degli studenti delle scuole “Ragusa - Moleti”, “Ragusa Kiyohara-Parlatore”, “Pio La Torre” e della direzione didattica “Ettore Arculeo” si è ritrovata per pulire simbolicamente la lapide dedicata a due vittime eccellenti di Cosa nostra. Un gesto simbolico che lascia il segno per la sensibilità dimostrata dai ragazzi rispetto al tema.
A promuovere questo appuntamento, come ogni anno a ridosso dell’anniversario dell’assassinio di La Torre e Di Salvo, avvenuto il 30 aprile del 1922, il Centro Studi “Pio La Torre”.
«Ricordare Pio La Torre vuol dire spiegare la storia della mafia e tutti gli intrecci con il tessuto sociale, cultuale e politico – afferma Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro “Pio La Torre – e farlo con i ragazzi significa trasmettere una memoria che devono custodire».
Importante passare il testimone alle nuove generazioni.
«Vedere i bambini sorridere ed essere una presenza partecipata ci rende felici – aggiunge Loredana Introini, presidente del Centro Studi “Pio la Torre – trasformando questa occasione per fare vera e concreta memoria. Grazie, poi, gli insegnanti la cui presenza è sempre una vera e propria guida, sostegno nel percorso di consapevolezza dei ragazzi. Qui oggi ci si prende cura di una memoria che diventa strumento per crescere».
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