Un nuovo terremoto coinvolge gli ex vertici della Blutec. Finiscono in carcere Roberto Ginatta, 73 anni, ex amministratore della società che avrebbe dovuto rilanciare l'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, e ai domiciliari Matteo Ginatta e Giovanna Desiderato. Su delega della procura di Torino, i finanzieri del comando provinciale di Palermo li hanno arrestati con l'accusa di riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta.
L'accusa nei confronti di Roberto Ginatta è di bancarotta fraudolenta nella gestione della Blutec e della Metec e di aver distratto circa 16 milioni e mezzo di euro di finanziamenti pubblici, erogati dalla Regione Siciliana attraverso Invitalia, per sostenere il programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese, che prevedeva la realizzazione di una nuova unità produttiva presso gli opifici della ex impresa Fca Italy S.p.A. per la produzione di componentistica automotive. Ginatta è accusato anche di aver attestato falsamente alcuni dei presupposti per avere accesso ai fondi pubblici predetti, con particolare riferimento all’idoneità economico-finanziaria dell’azienda per condurre a termine la progettualità oggetto di finanziamento.
Le contestazioni di bancarotta fraudolenta si riferiscono invece alla gestione di Blutec spa e della Metec spa, “attraverso comportamenti dolosi – scrive la Guardia di finanza – reati societari e gravi condotte distrattive del patrimonio”. Il patrimonio aziendale sarebbe finito in parte in “dividenti generati solo da alchimie contabili” (5 milioni di euro), dice l’accusa, e “nell’acquisto di biglietti e abbonamenti per le partire di calcio della Juventus” (185 mila euro).
L'accusa di autoriciclaggio si riferisce invece al "profitto illecito derivante dalla condotta di malversazione a danno dello Stato in altre attività imprenditoriali e speculative (quali l’acquisto di titoli esteri, ovvero il trasferimento di tali provviste a favore di altre divisioni del gruppo); parte di tali somme, sono state riciclate attraverso l’utilizzo della Due G Holding S.r.l. (successivamente denominata M.O.G. S.r.l.), utilizzata sostanzialmente quale “cassaforte” degli indagati".
A Matteo Orlando Ginatta e a Giovanna Desiderato viene contestato il riciclaggio di oltre 500.000 euro realizzato attraverso la Mog s.r.l.. A carico del primo è ipotizzato anche il concorso nella bancarotta fraudolenta della Metec s.p.a., in relazione all’operazione di acquisizione della Alcar Industrie s.r.l., che ne ha aggravato il dissesto.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Torino, sono state svolte tramite l’ausilio di intercettazioni telefoniche, complessi riscontri finanziari, ispezioni, perquisizioni, consulenze tecniche e l’assunzione di informazioni da persone informate sui fatti.
La Blutec S.p.A., la Metec S.p.A. e la Mog S.r.l. sono state segnalate per responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato conseguente alle condotte di cui sopra.
Il gip del capoluogo piemontese ha disposto anche il sequestro della holding Mog, che nell'ultimo bilancio ha iscritto partecipazioni per oltre otto milioni di euro, di proprietà di Matteo Ginatta e amministrata da Giovanna Dediserato, e quote societarie e disponibilità finanziarie per circa quattro milioni.
Il provvedimento è il seguito dell'inchiesta che aveva portato al sequestro, l'anno scorso, della Blutec, oggi in amministrazione straordinaria, e, successivamente, anche della capogruppo Metec. La società sequestrata è stata affidata a un amministratore.
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