«Se ci assumiamo la responsabilità di non prorogare lo stato di emergenza dobbiamo essere consapevoli che cesserebbero di avere effetto le ordinanze adottate, ben 38, di cui 4 attualmente al vaglio della Ragioneria generale dello Stato» così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante le comunicazioni in Senato sulle ulteriori iniziative in relazione all’emergenza Coronavirus. Il premier punta a incassare oggi, 28 luglio, l’ok di Palazzo Madama alla proroga dello stato di emergenza, secondo indiscrezioni fino al 15 ottobre, mentre domani si rivolgerà alla Camera. Conte ha osservato come «la dichiarazione dello Stato di emergenza è prevista dal codice di protezione civile: la legittimità di queste previsioni è stata vagliata positivamente dalla Corte Costituzionale». «Costituisce – ha proseguito – il presupposto per l’attivazione di una serie di poteri e facoltà necessari per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali. Tra i poteri fondamentale è il potere di ordinanza, che consente norme in deroga a ogni disposizione vigente, nei limiti indicati dalla dichiarazione di emergenza e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico e dell’Unione europea».
Questione migranti
Tra le misure che perderebbero effetto se non ci fosse la proroga dello stato d’emergenza, ha detto Conte, «c’è anche il noleggio di navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti e non sfugge a nessuno di quanto sia attuale il ricorso a questo strumento per un ordinato svolgimento della quarantena per la tutela della sanità pubblica», ha spiegato il premier all’Aula che ha definito quella dell’immigrazione «una situazione complessa da gestire». «In queste ore gli uffici sono alle prese con una situazione complessa che va affrontata con risoluzione, efficacia, tempestività», ha detto Conte riferendosi alle situazioni difficili vissute, nei giorni scorsi, in vari centri di accoglienza.
Il virus continua a circolare
L’inevitabilità della proroga è stata spiegata dal presidente del Consiglio anche sulla base «di valutazioni squisitamente, vorrei dire meramente tecniche». Conte ha osservato come il Comitato tecnico scientifico abbia segnalato che «sebbene la curva di contagi e l’impatto sul Servizio sanitario nazionale si siano notevolmente ridotti, ed è un dato che ci rinfranca, i numeri registrati dicono che il virus continua a circolare nel Paese. E la situazione internazionale resta preoccupante e ciò che accade nei Paesi a noi vicini ci impone un’attenta vigilanza».
La durata e le conseguenze
L’obiettivo dell’esecutivo sarebbe prolungare lo stato di emergenza per altri tre mesi, fino al 15 ottobre, che se il presidente del Consiglio non ha fissato una data precisa in Aula: «Stamane in Consiglio dei ministri abbiamo inserito una mera informativa: non abbiamo assunto nessuna decisione – ha detto Conte -. Dopo aver esaminato tutte le indicazioni e i pareri, incluso uno dell’Avvocatura dello Stato, è emerso l’indirizzo di limitarne l’estensione temporale al prossimo mese di ottobre».
Il governo mira quindi a prolungare lo stato di emergenza così da avere a portata di mano tutti gli strumenti per tenere sotto controllo la curva epidemica. Lo stato di emergenza infatti consente all’esecutivo interventi immediati tramite Dpcm, i decreti del presidente del consiglio dei ministri, e ordinanze del ministero della Salute.
La proroga dello stato di emergenza comporterà anche la possibile prosecuzione, per i dipendenti pubblici e privati, dello smart working. Consentirebbe, inoltre, anche al commissario Domenico Arcuri di continuare a svolgere il proprio compito seguendo iter più celeri, aggirando gli ostacoli burocratici, che non consentirebbero acquisti rapidi di materiale necessario a fronteggiare un eventuale nuova ondata.
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