Telemedicina, nuove tecnologie assistenziali scientificamente validate e valorizzazione della medicina territoriale. Queste le linee guida post Covid-19 segnalate al governo regionale durante la live conference 'Il sistema sanitario resiliente: lo scenario post Covid-19 e le principali aree di sorveglianza attiva", organizzata dall’Ordine dei medici di Palermo venerdì 12 giugno 2020.
Una ventina di esperti, tra docenti universitari e medici hanno condiviso un percorso per un ritorno alla normalità, lanciando proposte e progetti ai rappresentanti istituzionali e all’assessore della Salute Ruggero Razza, presente alla conferenza. Razza ha parlato di ‘bilancio’ positivo per le misure messe in campo in Sicilia dal governo regionale: dalla tenuta della rete ospedaliera, grazie all’incremento dei posti di terapia intensiva e non intensiva, alle misure di sorveglianza adottate nella prima e seconda fase.
L’emergenza sanitaria ha confermato la necessità di ridisegnare struttura e organizzazione della rete dei servizi e di rafforzare l'assistenza territoriale. Ecco che i medici, rappresentati dal presidente dell’Omceo Toti Amato, componente del direttivo Fnomceo, hanno chiesto in via prioritaria una svolta tecnologica al servizio della telemedicina, il cui impatto positivo sulla salute e i cittadini è riconosciuto oggi a livello internazionale, non solo per curare un paziente a distanza, ma anche per fornire servizi sanitari e socio-sanitari.
Secondo i medici, l’emergenza da Coronavirus ha dimostrato il radicale cambiamento del paradigma assistenziale del Ssn e l'importanza di affiancare la tecnologia alla conoscenza tecnica dei professionisti sanitari. Informatizzazione e digitalizzazione, nei fatti, contribuiscono alla riorganizzazione dell’intero sistema, a sostegno in particolare della medicina territoriale.
L'obiettivo per i medici è disegnare un modello di assistenza pubblica più a misura di cittadino, che renda più facile l’accesso alle prestazioni sul territorio, soprattutto per le comunità delle aree più interne dell’Isola. Uno sviluppo robusto della telemedicina, secondo Amato “permetterebbe non solo di superare vecchi problemi, uno su tutti l’affollamento nei luoghi di primo soccorso, ma di facilitare l’integrazione ospedale-territorio grazie ad una maggiore collaborazione e scambio di dati tra i professionisti coinvolti in un percorso di cura. I pazienti potrebbero ricevere informazioni e terapie anche da casa, attivando in questo modo un modello assistenziale di tipo ‘connected’”.
Telemedicina e domiciliazione delle cure, un indirizzo condiviso anche dagli studiosi. Elita Schillaci, Ordinario di Economia e Gestione delle imprese dell'Università di Catania, ha sottolineato "la necessità di uscire dalla comfort zone e da una logica burocratica, immaginando nuovi paradigmi già anticipati dal Coronavirus". Digitalizzazione e informatizzazione per allentare la pressione degli ospedali, spostandosi alle terapie domiciliari per la studiosa è "uno dei tanti nuovi paradigmi in cui ci ha scaraventato il Covid19”
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