E' la variante Covid EG.5, ribattezzata sui social Eris insieme ai suoi sottolignaggi fra cui EG.5.1, la prevalente in Italia secondo l'ultima flash survey diffusa dall'Istituto superiore di sanità. Dal 21 al 27 agosto, EG.5 fa registrare una prevalenza del 41,9%, informa l'Iss che rileva per questa variante di interesse (Voi) un trend in crescita.
Gli studi ad oggi effettuati evidenziano che la variante Eris "è caratterizzata da un elevato tasso di crescita che, insieme ad una diminuita capacità neutralizzazione da parte di anticorpi verso altre varianti, giustificherebbe la sua prevalenza in diversi Paesi". Tuttavia, "ad oggi non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti", sottolinea l'Istituto.
Per quanto riguarda le altre varianti di Sars-CoV-2 sotto la lente a livello internazionale, si riscontra "una stabile prevalenza nel nostro Paese della variante" Arturo "XBB.1.16 (16,5%), mentre i valori relativi a" Kraken "XBB.1.5 risultano in diminuzione (13,4% vs 21,2% della precedente indagine di luglio), così come quelli relativi a XBB.2.3 (7,8% vs 12,2%)" o Acrux. "Si continua a segnalare la circolazione di CH.1.1" o Orthrus, "discendente di BA.2.75" o Centaurus "e classificata come variante sotto monitoraggio, Vum, dagli organismi internazionali, con valori di prevalenza contenuti (2,3%)".
Variante Pirola
La variante BA.2.86, denominata Pirola sui social, "è stata rilevata in piccoli numeri in 11 Paesi. L'Oms sta monitorando attentamente questa variante per valutarne la trasmissibilità e il potenziale impatto", afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, aggiungendo che "una delle maggiori preoccupazioni dell'Oms è il basso numero di persone a rischio che hanno ricevuto recentemente una dose di vaccino Covid-19". Quindi l'appello a "non aspettare per ricevere una dose aggiuntiva di vaccino anti-Covid se è raccomandata".
"Continuiamo a vedere trend preoccupanti per Covid in vista della stagione invernale nell'emisfero settentrionale. I decessi crescono in alcune parti del Medio Oriente e dell’Asia, gli accessi in terapia intensiva stanno risalendo in Europa e anche i ricoveri stanno aumentando in diverse regioni", ha aggiunge. "Ma tuttavia i dati sono limitati", precisa Tedros. Questo perché "solo 43 paesi - meno di un quarto degli stati membri dell’Oms – segnalano i decessi e solo 20 forniscono informazioni sui ricoveri”, rimarca.
Fonte: Adnkronos
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