Ora dopo ora si consolida la maggioranza che sosterrà il governo Draghi. Sarà larga e potrebbe andare oltre il perimetro del modello Ursula: Pd, Forza Italia e Italia Viva ma anche i 5S e LeU ci stanno e i segnali di apertura da parte della Lega sono sempre più netti.
Matteo Salvini si smarca dall'alleata Giorgia Meloni, che non voterà la fiducia al nuovo esecutivo: il leader leghista fa addirittura intendere di volere entrare nella squadra, con tanto di ministri. E scende in campo direttamente Beppe Grillo nel tentativo di far virare definitivamente i cinquestelle: il fondatore del Movimento approda a Roma ed è pronto a partecipare alle consultazioni.
Una telefonata fra Beppe Grillo e Mario Draghi porta alla svolta nella posizione del M5s sul nuovo esecutivo, ora più indirizzato al sì. Lo stesso leader del movimento è a Roma dove domani farà parte della delegazione.
Prima però ci sarà un vertice con i dirigenti e Giuseppe Conte. Brescia chiarisce: "Ascolteremo, poi decideremo. Il nuovo esecutivo dovrà saper rompere gli schemi". A Roma anche Davide Casaleggio secondo il quale che tra i Cinque Stelle "c'è consenso sul fatto che l'unico modo per avere una coesione del Movimento sarà chiedere agli iscritti su Rousseau".
Fonte: Ansa
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